[03/01/2013] News toscana

Mobilità nell’area fiorentina: biciclette, cura del ferro e… sol dell’avvenire

Come ogni anno, nel periodo freddo di fine anno, mentre si fanno i resoconti statistici sugli sforamenti nell'inquinamento e si teme quello che verrà nei prossimi mesi, si reclamano provvedimenti urgenti, mirati ed efficaci per limitare l'inquinamento atmosferico e in particolare quello prodotto dal trasporto e quindi dall'uso esagerato del mezzo a motore.

Le molte e fantasiose soluzioni via via adottate hanno fino ad oggi prodotto risultati temporanei, parziali e a volte contraddittori.

Assieme alla questione dell'inquinamento si pone poi, specie nelle giornate piovose e degli acquisti, e non parliamo di quando nevica, il problema della congestione del traffico.

Questi problemi legati alla mobilità e al traffico e le loro conseguenze sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini, a Firenze e nell'area fiorentina, sono evidenti a tutti - residenti, pendolari, amministratori, turisti -, ma, tranne soluzioni tampone, vengono assunti come condizione esistenziale irrimediabile, per cui vi è un solo rimedio: la fantomatica "cura del ferro".

La soluzione quindi viene rimandata solo alla realizzazione della rete tramviaria, del sottopasso della TAV e di altri interventi infrastrutturali pesanti, che, come il Sol dell'avvenire, temo, nessuno di noi è destinato a vedere completati e funzionanti.

Si parla della "cura del ferro" e degli effetti straordinari del sottoattraversamento ferroviario, che libererà spazi per aumentare il numero e i servizi dei treni regionali, non vedendo che già oggi non si riescono a fare viaggiare, ma non per carenza di infrastrutture, quanto per mancanza di materiale rotabile e di personale, i treni che viaggiavano negli anni passati con buona pace dei sempre più negletti pendolari.

Si parla di una rete tramviaria (buona la Linea 1 sia chiaro) le cui linee 2 e 3 (quando e se realizzate e funzionanti) serviranno a raggiungere zone già oggi toccate dalla ferrovia, che si trovano a distanze facilmente percorribili dalle stazioni esistenti anche a piedi, e a maggior ragione in bicicletta.

Mentre per le linee verso Rovezzano e Bagno a Ripoli bisognerà attendere almeno una decina di anni; e poi nessun percorso ferrotramviario è destinato ad arrivare a sud (in direzione di Impruneta, Greve, San Casciano, Tavarnelle, etc.) da dove continuano ad incrementarsi le entrate verso Firenze e l'area metropolitana.

Rispetto a queste condizioni che provocano ogni anno enormi costi sanitari, sociali ed economici (ben indicati tra l'altro nelle varie relazioni dell'Irpet, e anche nel PRIIM, sui costi esterni del trasporto), non viene considerata la potenzialità offerta dalla realizzazione di un'efficiente, sicura e confortevole rete ciclabile per Firenze e l'area metropolitana Fi-Po-Pt.

Altri paesi e altre aree urbane europee e non, anche più dense e congestionate di quella fiorentina, sono riuscite con scelte precise, mirate e sostenute da una volontà politica decisa a favore della mobilità ciclistica, a migliorare le situazioni di traffico e di inquinamento, nell'arco di alcuni mesi e a risolverle nel corso di pochi anni.

Questo con investimenti per percorsi e infrastrutture ciclabili molto inferiori a quelli necessari per realizzare linee ferroviarie e tramviarie, in tempi limitati e con benefici diffusi, anche alle imprese locali di costruzione e alla qualità urbana dei quartieri e delle aree interessate dai percorsi e dalle infrastrutture ciclabili.

Per il 2013 non aspettiamo dunque solo e soltanto il "Sol dell'avvenire" della cura del ferro - che vga sempre meglio di costruire strade per le auto - , ma pensiamo anche alla più prosaica cura del pedale, facilmente praticabile da tutti, cominciando dalle scuole e dai genitori che accompagnano i bambini a scuola.

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