[02/01/2013] News

Salvarsi da finanzieri e speculatori con Altreconomia

Altreconomia continua a sfornare piccole guide dal piccolo prezzo, ma dai grandi contenuti, non solo utili per la vita di tutti i giorni, ma anche per comprendere meglio problemi di portata globale.

Dopo "Il Grande Gioco della Fame", del "solito" Andrea Baranes, in cui ci si prova ad identificare negli avidi speculatori che guadagnano tantissimi soldi affamando intere popolazioni in modo da comprenderne strategie, collusioni, armi e strumenti, lo scorso giugno è uscito "Non E' Tutto Verde Quel Che Luccica", un manualetto che ha il merito di squarciare il silenzio mediatico ed editoriale su ciò che è stato ribattezzato "greenwashing". In 160 pagine, ricche di informazioni e notizie, sono prospettati con chiarezza i rischi di speculazione sulla "green economy", ossia la replica dei meccanismi della vecchia economia "fossile", fondata su profitto e speculazione finanziaria, anche in quella che dovrebbe essere un via alternativa verso uno sviluppo equo, rispettoso e partecipato. Come è ben argomentato nel libro, infatti, sembra proprio che il "vecchio" stia ancora controllando con il suo pensiero unico ed egemonia culturale il dibattito sull'economia verde, intendendola come un'economia basata esclusivamente sul mercato, sulla concorrenza e la competizione spregiudicata.

Ma se si continua a ragionare con le "vecchie" logiche capitalistiche e speculative, nessuna economia ambientalista, che miri al bene di tutti, è possibile. Questa è almeno la convinzione di Re:Common (www.recommon.org), l'associazione che ha curato "Non E' Tutto Verde Quel Che Luccica", da anni impegnata nel sottrarre al mercato e alle istituzioni finanziarie private e pubbliche il controllo delle risorse naturali, provando a restituirne l'accesso e al gestione diretta ai cittadini. Re:Common, che è frutto della campagna per la riforma della Banca Mondiale, non è nuova a progetti editoriali che prendono spunto dalle proprie attività. Quasi tutte le pubblicazioni sono scaricabili gratuitamente dal proprio sito, fra le quali: la campagna contro Enel, la ricerca sul landgrabbing, un eccellente reportage sul delta del Niger ("il delta dei veleni"), sui paradisi fiscali o il manifesto contro le dighe in Patagonia.

"Non E' Tutto Verde Quel Che Luccica" si può acquistare, invece, a nove euro direttamente dal sito di Altreconomia (www.altreconomia.it). Un piccolo investimento che vale la pena effettuare dato che, come ne "Il Grande Gioco della Fame", vengono smascherate le logiche dei grandi speculatori internazionali in grado, grazie alla comunicazione propagandistica ed agli appoggi politici, di sfruttare per i propri interessi anche le "buone cause". Un libro che svela - con dovizia di esempi e in modo accessibile - l'assalto ai "mercati naturali", che prevede la creazione di nuovi "beni commerciabili," quali i permessi di emissioni del carbonio e i loro derivati, la "Borsa verde" oppure quello che può venir definito "monetizzazione della natura", con relativi certificati e titoli.

Per non rischiare la "bolla verde" e la subitanea finanziarizzazione della green economy, con l'acqua o altre risorse che diventino commodities, gli autori del libro indicano una strada alternativa, cioè quella di riappropriarsi dei beni comuni, come sanno bene le comunità che nel mondo si oppongono ai più svariati abusi.

Sullo stesso filone, ancor più recente, sempre a "marchio" Altreconomia, è "Tra il Dire e il Welfare. Lo Stato Sociale nel Mare della Crisi" che raccoglie esperienze ed idee per un nuovo welfare equo e partecipato. I due autori, Francesca Paini e Giulio Sensi, oltre al merito di spiegare con chiarezza (forse per la prima volta) come funziona e quanto costo il "sistema sociale" italiano, hanno selezionato, infatti, "best practices" che vedono insieme efficacemente, sia dal punto di vista dei costi che, soprattutto, da quello dei benefici per la collettività, enti pubblici, aziende, non profit e cittadini stessi: dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia.

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