[28/12/2012] News

Chernobyl, una goccia di Rugiada per aiutare 5 milioni di persone che ancora vivono nell'area contaminata

Legambiente continua a intervenire nelle regioni della Bielorussia più colpite dall'incidente nucleare del 26 aprile 1986 con il progetto Rugiada, realizzato all'interno del Centro Speranza di Vileijka (dal quale abbiamo ospitato un report anche sulle nostre pagine, ndr). All'interno di questa struttura, situata in zona non contaminata, vengono ospitati i bambini provenienti dalle aree radioattive duramente segnate dal fall-out provocato dal disastro nucleare. Il Centro Nadiesda (speranza, in bielorusso) è realizzato secondo i principi della bioarchitettura, alimentato dal punto di vista energetico dalle rinnovabili con una serie di laboratori significativamente innovativi (scultura, pittura, musica, teatro, ecc.) che divertono i piccoli ospiti che vengono alimentati da una dieta a base di prodotti biologici coltivati in 26 ettari che circondano l'edificio.

Attraverso questo progetto i bambini di Chernobyl, oltre a essere alimentati con una dieta che al contrario di quella a cui sono sottoposti nelle loro abitazioni non è radioattiva, ed è ricca di principi nutritivi, vengono anche monitorati dal punto di vista medico-sanitario per evidenziare eventuali patologie tumorali latenti e seguirli da vicino in modo puntuale con terapie mediche appropriate. Un modo concreto per stare dalla parte delle vittime di Chernobyl e soprattutto dei meno garantiti e più indifesi come i bambini. Chiunque può sostenere il progetto anche attraverso piccole donazioni (da 20 euro a 430). Puoi fare qualcosa anche tu donando il tuo contributo a Legambiente (www.solidarietalegambiente.org) e permettendo ai bambini di Chernobyl di venire monitorati dal punto di vista medico.

«È assurdo - afferma Angelo Gentili, responsabile di Legambiente Solidarietà - che ancora oggi a distanza di 26 anni dalla catastrofe nucleare non ci siano interventi significativi nei confronti delle popolazioni costrette ad abitare nelle aree più radioattive. Anzi, assistiamo sempre più a una situazione inverosimile: famiglie intere con bambini che vivono in aree contaminatissime, perfino nella zona di 30 km che circonda il reattore, con un rischio sanitario molto elevato, nutrendosi tutti i giorni di cibo fortemente radioattivo (cesio 137, stronzio 90, plutonio) e bevendo acqua contaminata senza controlli. Legambiente s'impegna per aiutare concretamente la popolazione bielorussa e per denunciare alla Comunità internazionale il colpevole silenzio che è calato inesorabilmente su questa vicenda. Infine, come in un film dell'assurdo, si sta assistendo all'ennesima scena che aggiunge una situazione ulteriore di rischio a quella esistente. Una nuova centrale nucleare è in via di realizzazione proprio in Bielorussia: il paese che ha subito il 70% del fall-out radioattivo di Chernobyl oltre a pagare a caro prezzo le conseguenze sanitarie con un aumento esponenziale di tumori, leucemie e altre patologie collegate alla contaminazione radioattiva». 

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