[28/12/2012] News

L'ultimo scandalo del nucleare francese: accordo segreto Edf-Cina per un nuovo reattore

Il 26 dicembre il giornale satirico francese Le Canard enchaîné ha rivelato che l'Inspection générale des finances (Igf) ha avviato un inchiesta sulle condizioni dell'accordo firmato nel 2011 tra Electricité de France (Edf) e a China Guangdong Nuclear Power Company (Cgnpc) per una centrale nucleare dotata di un nuovo reattore concorrente dell'Epr.

Il direttore produzione di Edf, Hervé Machenaud, non ha voluto commentare l'inchiesta dell'Igf, ma ha ricordato che il progetto del 2011 era stato bloccato dal governo di centro-destra di Nicolas Sarkozy perché non includeva l'altro gigante del nucleare francese, Areva, e che «Il contesto dell'epoca era differente». Ma le relazioni tra i due protagonisti del nucleare francese sembrano molto tese e improntate ad una durissima concorrenza con relativi padrinaggi politici. Machenaud ha sottolineato «Non firmare questo accordo ci avrebbe fatto correre il rischio di vedere un certo numero di contratti importanti passarci sotto il naso».

Ad aprile Edf aveva ritoccato il progetto d'accordo del 2011 con i cinesi. Secondo Canard enchaîné, anche l'Agence des participations de l'Etat Aveva criticato l'accordo e François Baroin, l'allora ministro dell'economia, l'aveva bloccato proprio prima delle elezioni presidenziali. Il progetto nucleare franco-cinese ha però ripreso vigore con l'arrivo al governo dei socialisti, fino ad arrivare ala firma dell'accordo tripartito di quest'anno, che secondo Machenaud ha avuto l'accordo esplicito del governo.

Dopo la fuga di informazioni del Canard enchaîné, una fonte governativa ha reso noto che è in corso un bilancio delle relazioni passate tra Edf, Areva e la Cina nel campo del nucleare e che «Dal nostro arrivo, il governo ha voluto chiarire il ruolo rispettivo dello Stato e delle imprese nell'export. E il Conseil de politique nucléaire di settembre ha ricordato che le relazioni contrattuali non possono essere stabilite al di fuori di una strategia stabilita dallo Stato».  

Il problema più grosso è quello del trasferimento di tecnologie nucleari di punta alla Cina. Nouvel Observateur ha accusato Edf di cercare di negoziare un accordo con i cinesi «Alle spalle del governo francese e di Areva, un accordo che potrebbe permettere dei trasferimenti di tecnologie ai cinesi contro gli interessi francesi». Ieri, in un'intervista a Le Parisien-Aujourd'hui en France, Machenaud ha risposto che «Questi timori sono infondati. Questo testo (l'accordo Edf-Areva-Cgnpc, ndr) sarà oggetto di complementari sulla proprietà intellettuale tra Areva e Cgnpc».  

L'accordo, approvato a fine anno, è in realtà avvolto dal mistero: Edf dice che permetterà lo sviluppo di un nuovo tipo di reattore da 1.000 MW. Però il dossier nucleare sino-francese sembra così sensibile che il patron di Edf (un gruppo pubblico), Henri Proglio, che ha rapporti sempre più tesi con il governo di Parigi, in un primo tempo  avrebbe proposto di fare un accordo tra le sole Edf e Cgnp. Ma secondo le Parisien,  Proglio potrebbe perdere il posto di amministratore delegato di Edf e una fonte dell'entourage della compagnia elettrica francese fa sapere che «L'ipotesi di un complotto non è da scartare».  Le Monde scrive che «Secondo alcune fonti, questo progetto d'accordo iniziale, che alla fine non è riuscito, proponeva dei trasferimenti di tecnologie ancora più importanti».

Comunque, Machenaud afferma che Edf aveva «l'accordo esplicito del governo», tanto che «Quest'accordo è stato firmato a margine di una grande riunione del C8 (il gruppo delle 8 industrie nucleari, ndr). E' solo in seguito al  Comité de  politique nucléaire (Cpn) di fine settembre che abbiamo avuto l'accordo esplicito del governo. Le preoccupazioni in materia di trasferimento di tecnologie sono infondate. Il nucleare francese a tutto l'interesse a che gli ingegneri di tutto il mondo vengano nelle nostre centrali. Additare i nostri partner cinesi non crea un ambiente favorevole».

L'intrigo nucleare/economico sta creando imbarazzo anche a Pechino. L'agenzia ufficiale Cinese Xinhua riporta con grande risalto quanto detto da Machenaud e Le Parisien sull'accordo, che si scopre essere stato firmato nel novembre 2011, ed assicura che «Le condizioni di collaborazione tra la Francia e la Cina nel settore dell'energia sono trasparenti. Sono 30 anni che siamo partner».

L'analisi più corretta sembra quella fatta su Le Monde da Audrey Fournier: «Il progetto di accordo con il nucleare cinese mette in luce la rivalità Areva-Edf», una vera e propria guerra fredda tra i due giganti del nucleare francese che dura dai tempi della presidenza Sarkozy. I primi echi del "contratto segreto" con i cinesi risalgono a gennaio, quando  Nouvel Observateur fece le prime rivelazioni su una partnership Edf Cgnpc. I colloqui con i cinesi erano però stati avviati nel 2010 dalla zarina del nucleare francese, Anne Lauvergeon, allora a capo di Areva, L'accordo, che non piaceva a Sarkozy, prevedeva già allora che la collaborazione tra Parigi e Pechino si allargasse fino ad includerei reattori nucleari costruiti in Francia. Prima di andarsene Sarkozy aveva deciso di farla finita con gli scontri intestini del nucleare francese mettendo in piedi negoziati per giungere ad una partnership Edf-Areva-Cgnpc. E' questo il progetto fatto proprio dal governo Hollande alla fine di settembre. Invece il progetto esclusivo Edf/Cgnpc, giudicato irricevibile, è stato ritoccato a primavera dall'Agence des participations de l'Etat.

Edf, come se nulla fosse, ha avviato trattative parallele sottobanco per un accordo separato con i cinesi, quello che alla fine includeva anche Areva e che è stato svelato a settembre dal  Nouvel Observateur. Secondo il giornale Edf e la Cina vorrebbero mettere a punto un concorrente del reattore di media potenza Atmea, sviluppato da Areva e dalla giapponese Mitsubishi nel 2007 proprio per il mercato cinese. Per questo Edf avrebbe tentato di lasciare fuori dall'affare Areva e per questo Proglio è sotto inchiesta e viene accusato di voler trasferire in Cina, in mancanza di un permesso del governo, «Tecnologie smisurate» e di aver consentito ai cinesi l'accesso a documentazioni, know-how  ed "informazioni classificate" nucleari.

Di più è difficile sapere, visto che le condizioni dell'accordo tripartito non sono mai state rese note. Ieri Libération ha dato un'altra notizia inquietante: Maureen Kearney, una sindacalista della Cfdt di Areva, che aveva chiesto Luc Oursel (che ha sostituito la Lauvergeon alla testa di Areva nel giugno 2011) di comunicare il testo dell'accordo ai lavoratori è stata aggredita nella sua abitazione il 17 dicembre. La Kearney aveva protestato vivacemente con la direzione di Areva per il trasferimento di tecnologie ai cinesi ed aveva minacciato di ricorrere alla giustizia per ottenere il testo dell'accordo.

Già nel 2010 la fornitura di un impianto di ritrattamento nucleare alla Cina suscitò proteste e interrogativi sul possibile uso di quelle tecnologie a fini militari. «Ma la Cina rappresenta un mercato troppo importante perché i protagonisti francesi del nucleare se ne allontanino, soprattutto dopo il rallentamento subito da questo settore in seguito all'incidente nucleare di Fukushima, nel marzo 2011 - scrive Audrey Fournier -  Tuttavia, attualmente, sono pochissimi i contratti conclusi all'estero, in particolare nei settori dell'aeronautica, del nucleare, degli armamenti e dei trasporti sono firmati senza che siano incluse concessioni sulle conoscenze ed il know-how, così come condizioni sull'aggiudicazione del contratto. Non solo questi trasferimenti possono aiutare a vincere l'appalto e produrre entrate aggiuntive, ma sono anche un fattore di posizionamento a lungo termine. Un fattore a doppio taglio, ovviamente, dal momento che il partner potrà sempre, nel tempo, diventare un concorrente».

Ed allevare nel nucleare concorrenti come i cinesi, che stanno già fornendo tecnologia militare civile e militare a Paesi come il Pakistan, non sembra proprio una saggia idea. 

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