[18/12/2012] News

Al via il progetto recharge.green. Nelle Alpi armonia tra produzione energetica e natura

Il nuovo stallo alla Cop18 dell'Unfccc di Doha  ha riacceso la discussione sulla necessità di un rapido cambiamento nel modo di produrre, stoccare e consumare energia. Eolico, idroelettrico, solare e biomasse...  il potenziale energetico da fonti rinnovabili delle Alpi è immenso ed il contributo alpino alla protezione del clima può essere prezioso.

Tuttavia questo significa aumentare la pressione sulla natura. Quale potrebbe essere l´impatto di tali cambiamenti sugli habitat di animali e piante? Come possono incidere sull'uso del territorio e sulla qualità del suolo? Quanta energia da fonti rinnovabili può essere ragionevolmente utilizzata? Domande alle quali cercano di rispondere i 15 partner di 6 Paesi alpini con il progetto  "recharge.green - balancing Alpine Energy and Nature" che ha appena reso il via e che insieme sviluppano «Modelli che possano fungere da base per le decisioni dei politici e dei produttori di energia».

I 15 partner del progetto (per l'Italia, Accademia Europea di Bolzano e Parco naturale delle Alpi Marittime, mentre la Provincia di Bolzano è "osservatore") sottolineano che «I Paesi alpini, con i loro boschi, fiumi, montagne e posizioni assolate, dispongono di ottimi presupposti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Queste aiutano a ridurre le emissioni di gas clima-alteranti. Lo spazio alpino è al contempo un habitat eccezionale per la fauna e la flora. Su 100 chilometri quadrati vivono da 2.000 a 3.000 specie di piante, il doppio rispetto alle pianure dell'Europa centrale. Ma, mentre il guadagno economico dalla produzione di energie rinnovabili è quantificabile, non lo è invece l'impatto dell'utilizzo delle risorse naturali sull'ecologia e sulla società. Questo squilibrio conduce a conflitti d'interesse fra chi protegge la natura e chi produce energia».

"Recharge.green, punta a contrastare il possibile conflitto per trasformarlo in valore aggiunto sociale: «Nella convinzione che un'elevata qualità di vita nelle Alpi richieda sia la biodiversità che la produzione di energia da fonti rinnovabili». Il progetto si concluderà nel giugno 2015 e contribuisce all'attuazione di diversi accordi internazionali, tra i quali la strategia EU 2020 e la Convenzione delle Alpi, è cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell'ambito del programma Spazio alpino.

Il team del progetto riunisce esperti di tutti i Paesi alpini che si occupano di pianificazione territoriale, selvicoltura, produzione energetica, ricerca, protezione della natura e comunicazione e il lead partner, Chris Walzer, dell' Istituto di ricerca per la fauna selvatica ed ecologia della facoltà di medicina veterinaria dell'università di Vienna, spiega: «Vorremmo mettere in evidenza che è possibile usare le energie rinnovabili nello spazio alpino, garantendo al contempo un uso sostenibile del territorio. In questo modo contribuiamo alla conservazione della ricchissima biodiversità e dei suoli nelle Alpi».

Per raggiungere questo obiettivo vengono sviluppate strategie e strumenti per la determinazione del valore energetico, ecologico e sociale del territorio che poi vengono testate in 4 o aree pilota Parco naturale delle Alpi Marittime in Piemonte,  Vorarlberg (Austria), Baviera (Germania), Parco nazionale del Triglav (Slovenia). «Nella valutazione dei benefici e dei costi della produzione di energie rinnovabili, i politici e i produttori di energia possono ricorrere a questi modelli - dicono a "recharge.green" - L'oggettivizzazione della discussione politica trasforma il conflitto in un valore aggiunto sociale». Secondo Erich Schwärzler, Consigliere regionale del Vorarlberg, «Questo studio internazionale può e deve essere per noi un ausilio per trovare la risposta giusta alle domande. Perché il punto di vista esterno è importante a livello di sviluppo complessivo».

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