[17/12/2012] News

Il Brasile fa causa agli indigeni Xo Awo Hwara per bloccare l'accordo Redd+ con gli irlandesi

L'Ufficio del Procuratore generale del Brasile ha denunciato Celestial Green Ventures Llc, una compagnia irlandese, ed un gruppo indigeno dello Stato di Rondonia, gli Xo Awo Hwara, per la vendita di carbon credits prodotti da un progetto Reducing emissions from deforestation and degradation (Redd+) che è privo dell'autorizzazione federale brasiliana.

L'azione legale si propone di annullare il contratto che prevede il pagamento di 13 milioni dollari in 30 anni per un progetto di stoccaggio del carbonio in 260.000 ettari di foresta pluviale. Il problema è che il Brasile non dispone ancora di un quadro giuridico per i progetti pensati per evitare la deforestazione.

Nei territori indigeni è lo Stato federale che possiede la terra, mentre le tribù hanno solo il diritto di utilizzo permanente del territorio, per questo il governo brasiliano esige di essere coinvolto direttamente in tutti gli accordi. Secondo quanto scrive Reuters Point Carbon, a marzo i funzionari brasiliani hanno annunciato che avrebbero esaminato le 30 proposte in attesa di autorizzazione e che avrebbero concesso agli investitori i titoli legali per i crediti di carbonio.

 è la prima volta la Celestial Green Ventures ha problemi con i suoi  progetti Redd+ in Brasile: sempre a marzo la Fundação Nacional do Indio (Fuai) aveva detto che il contratto della compagnia irlandese con gli indios Munduruku nello stato di Para non era valido. Si tratta di un accordo da 120 milioni dollari in 30 anni che riguarda il mantenimento di 20 milioni di ettari di foresta pluviale.

La Celestial Green Ventures la settimana scorsa ha annunciato la sospensione della firma di nuovi accordi con le comunità indigene «Fino a quando non avremo una maggiore chiarezza sulle preoccupazioni delle autorità brasiliane».

L'avvocato federale del Brasile Oberdan Rabelo de Santana nella sua ingiunzione che renderebbe nullo il patto tra irlandesi e Xo Awo Hwara dice che si tratta di «Un nuovo, pericoloso e informale di mercato dei carbon credits, completamente speculativo e in mancanza di e regole precedentemente stipulate». Se è vero che i rischi di questo promettente mercato del carbonio sono evidenti, l'atteggiamento del governo brasiliano e quantomeno sospetto: non esiste un quadro globale del Redd+ e i crediti di carbonio prodotti dal Redd+ sono attualmente limitati a mercati volontari. Le riduzioni delle emissioni da Redd non possono ottenere crediti nel quadro dell'Unfccc  e non sono inserite nei sistemi di scambio delle emissioni dell'Ue e della Nuova Zelanda, anche se il Giappone e la California hanno detto che introdurranno ufficialmente i Redd+ credits. Secondo la Banca Mondiale, il Brasile ha il 58% del potenziale mondiale per la produzione di crediti Redd ed il governo teme di essere fatto fuori da accordi diretti tra le comunità indigene e le compagnie straniere. La Celestial Green Ventures ritiene che i progetti Redd possano portare molti benefici alle comunità indigene, ma a novembre una tribù ha deciso di recedere da un accordo già firmato con la compagnia irlandese che l'ha resa con filosofia: «Crediamo fortemente nella capacità e nel diritto delle comunità indigene di determinare il proprio futuro e di conseguenza di decidere quale sia il percorso più adatto per che devono intraprendere».

I sostenitori della Redd+ sono convinti che un meccanismo ben progettato potrebbe produrre grandi benefici per le comunità locali e innescare importanti riforme nel settore forestale. I critici temono che il Redd+ sia la faccia "green" del land grabbing, che faccia abbassare i prezzi globali del carbonio e non serva a ridurre davvero le emissioni globali di gas serra. Alla Cop Unfccc di Doha non si è riusciti a trovare un accordo nemmeno su un quadro globale per il Redd+.

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