[13/12/2012] News

BlueGenics, ovvero come combattere l'osteoporosi con gli organismi marini

La “Blue Biotechnology” utilizza esseri che vivono a profondità di oltre 1.000 metri

L'Ue ha avviato "BlueGenics", un progetto integrato su vasta scala, per combattere l'osteoporosi utilizzando gli organismi marini per trovare i progetti genetici per nuovi farmaci che potrebbero aiutare a prevenire e curare anche altre gravi malattie umane. 

BlueGenics è stato finanziato dalla Commissione europea con 6 milioni di euro «Allo scopo di cercare sostanze nelle profondità del mare per combattere l'osteoporosi e altre comuni malattie dell'uomo». Il progetto europeo riunisce i più importanti ricercatori dei settori della genomica marina, della biosintesi e dell'analisi della struttura chimica e vede la partecipazione di 16 enti di ricerca e industrie di Italia, Cina, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Islanda, Portogallo e Svezia.

Il team internazionale di ricerca, coordinato da Werner E.G. Müller dell'Institut für Physiologische Chemie dell' Universitätsmedizin di Mainz (Magonza), punta ad «Identificare e utilizzare i progetti genetici ricavati dagli organismi marini. Tra questi ci saranno spugne degli abissi e batteri per la produzione di sostanze importanti dal punto di vista biomedico». Questo dovrebbe permettere di «Fare un uso sostenibile delle risorse marine senza avere un impatto negativo sulla biodiversità». 

Müller ha sottolineato: «Come possiamo vedere, finanziando questo progetto di ricerca congiunto su vasta scala l'Unione europea ha riconosciuto la necessità di compiere ogni sforzo per sviluppare nuovi farmaci efficaci per la prevenzione e la cura di malattie comuni per le quali mancano ancora terapie valide, come ad esempio l'osteoporosi. Io sono molto lieto che questo progetto sia stato ora avviato con successo. BlueGenics riunisce importanti ricercatori provenienti da nove paesi. Le competenze uniche e complementari apportate da questi ricercatori e le loro attrezzature all'avanguardia forniscono un'eccellente base per poter raggiungere gli ambiziosi obbiettivi di questo progetto». 

Reinhard Urban, direttore scientifico del Centro medico dell'università di Mainz ha detto: «Siamo praticamente solo all'inizio dello sfruttamento per scopi biomedici delle risorse marine, in particolare di quelle nelle profondità marine poco esplorate. Tuttavia, si può già ora prevedere che la ricerca sugli organismi di profondità probabilmente produrrà risultati notevoli per la nostra società». Infatti il team internazionale ha già dimostrato che «Le sostanze bioattive possono essere sintetizzate mediante l'applicazione di tecniche biologiche di ricombinazione molecolare» e che «La defensina, una tossina e peptide difensivo prodotta dalle spugne, è bioattiva se prodotta in modo ricombinante». Secondo Müller, «Questo apre la strada allo sfruttamento del grande tesoro di progetti genetici presente negli oceani del mondo a beneficio degli esseri umani». 

Il progetto utilizza la cosiddetta "Blue Biotechnology"  che si occupa principalmente dell'uso biotecnologico degli organismi marini. «Particolarmente interessanti sono le spugne e i batteri di profondità, che vivono in condizioni estreme oltre 1.000 metri al di sotto della superficie del mare - spiegano i ricercatori - Questi organismi sono considerati una fonte di preziose sostanze che possono essere usate in biotecnologia e in biomedicina. Anche se la maggior parte degli enzimi conosciuti si decompongono se esposti a temperature elevate, i biocatalizzatori prodotti dai batteri di profondità rimangono attivi in condizioni estreme, persino nelle vicinanze di camini idrotermali marini». 

Quel che rende così interessante per la ricerca la tecnologia blu è il fatto che organismi molto semplici, come le spugne, sono per molti versi simili agli esseri umani. Negli ultimi anni, le tecniche di biologia molecolare utilizzate dai ricercatori dell'università di Mainz hanno dimostrato che la parentela tra questi antichissimi animali e gli uomini è sorprendentemente stretta. «Inoltre - spiegano gli scienziati - questi organismi producono una grande varietà di sostanze che hanno sviluppato un elevato grado di specificità ed efficacia durante il corso dell'evoluzione, e perciò hanno attirato un crescente interesse verso il loro possibile uso terapeutico nell'uomo, come per esempio nel trattamento delle infezioni virali».

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