[12/12/2012] News

Rapporto Wwf-Traffic: il commercio illegale di natura minaccia la sicurezza nazionale

Ha un valore di almeno 19 miliardi di dollari l'anno, al quarto posto nel commercio illegale a livello mondiale

Secondo il rapporto Fighting illicit wildlife trafficking: a consultation with governments di Wwf e Traffic il commercio illegale di natura viene «Percepito dalla criminalità organizzata come una'attività ad alto profitto e basso rischio: il commercio illegale di fauna selvatica ha un valore di almeno 19 miliardi di dollari l'anno, andando così al quarto posto nel commercio illegale a livello mondiale, dopo il commercio illegale di stupefacenti, la contraffazione, il traffico di esseri umani». Il commercio illegale di fauna selvatica, escludendo la pesca e  il  legname, vale 10 miliardi di dollari l'anno. Il corno di rinoceronte ha raggiunto i 60.000 dollari al kg. Nel 2001 è stato confiscato avorio  proveniente da 2.500 elefanti  e solo lo scorso anno sono stati commercializzati  illegalmente 100 milioni di tonnellate di pesce, 1.5 milioni di uccelli vivi e 440.000 tonnellate di piante medicinali.  

Il rapporto, presentato oggi a New York ad una conferenza degli ambasciatori all'Onu, sottolinea inoltre che «Oltre a minacciare molte specie in via di estinzione, il commercio illegale di specie selvatiche rafforza le reti criminali, mina la sicurezza nazionale, impoverisce le comunità locali  e comporta rischi crescenti per la salute globale». Isabella Pratesi, direttore conservazione internazionale del Wwf Italia, direttamente impegnata nel contrasto al commercio illegale, dai traffici di animali da compagnia alle peli di rettile o lane pregiate, sottolinea la situazione del  bacino del Congo, «Dove la deforestazione unita ad un incremento della caccia e al commercio illegale sta portando all'estinzione non solo di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta ma di molte altri animali meno conosciuti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità. E' un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall'uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi». Steven Broad, direttore esecutivo di Traffic, ha detto che «La domanda di prodotti naturali illegali è aumentata  di pari passo con la crescita economica nei Paesi consumatori, e con il "denaro facile" e gli alti profitti che possono essere fatti con questo traffico, la criminalità organizzata ha colto l'occasione per trarne profitto».

Jim Leape, direttore generale del Wwf International, ha spiegato che «I crimini contro la natura sono aumentati in modo allarmante negli ultimi 10 anni, e sono sempre più condotti da organizzazioni criminali a livello mondiale. Abbiamo bisogno di una risposta quindi che sia globale. Sono spesso le comunità più povere del mondo a essere danneggiate da questo commercio illegale, mentre le bande criminali e i funzionari corrotti ne traggono profitto. I ranger dei parchi più a rischio  ci stanno rimettendo la vita e quelle famiglie che dipendono dalle risorse naturali stanno perdendo i loro mezzi di sussistenza». Il Camerun per difendere la sua fauna dall'assalto dei bracconieri è stato costretto ad assumere 2.500 sono i nuovi  ranger.

Il rapporto evidenzia che «Gran parte del commercio di prodotti illegale di specie selvatiche è oramai gestito da sofisticate reti criminali con un ampio respiro internazionale. I profitti derivanti dal traffico della fauna selvatica sono utilizzati per l'acquisto di armi, per finanziare i conflitti civili e il terrorismo e le attività connesse». Il crescente coinvolgimento della criminalità organizzata e dei gruppi guerriglieri nei crimini contro la fauna è confermato anche dal sondaggio svolto da Dalberg Global Development Advisors tra i governi e le organizzazioni internazionali  per conto del Wwf: «Gli intervistati concordano sul fatto che l'assenza di credibilità delle forze dell'ordine, una poco efficace azione penale e poche sanzioni e altri deterrenti al traffico di fauna selvatica riducono i rischi percepiti dai gruppi criminali, così come la domanda dei consumatori è facilitata dalla maggiore accessibilità via internet dei prodotti illegali di fauna selvatica». I funzionari dei vari governi dicono che è necessario un approccio sistematico per combattere il traffico illecito di fauna selvatica e che servono più risorse, cooperazione interministeriale, uso di moderne tecniche investigative per individuare e perseguire i criminali

Massimiliano Rocco, responsabile Specie, Traffic & foreste del Wwf Italia, ribadisce che «La domanda di prodotti naturali illegali è in aumento di pari passo con la crescita economica in quei paesi consumatori emergenti, e con denaro facile e profitti sempre più alti per le organizzazioni criminali. Il Rapporto ha sottolineato che il commercio illegale di specie selvatiche è quasi sempre visto da parte dei Governi esclusivamente come un problema ambientale e non è trattato come un crimine transnazionale e una questione di giustizia. Ci auguriamo che i diversi Governi maggiormente interessati aprano gli occhi e si rendano conto che  devono affrontare il commercio illegale di Natura come una questione urgente. Non è solo una questione di tutela dell'ambiente, ma anche della stessa sicurezza nazionale, in particolare per quei paesi già provati da profonde lacerazioni sociali ed economiche . E' ora di porre fine a questa grave minaccia allo stato di diritto. I proventi dei traffici illegali sempre più spesso finiscono per arricchire la criminalità organizzata e favoriscono instabilità sociali e politiche. Lo sfruttamento incontrollato di queste risorse toglie opportunità di riscatto economico a chi vive in quei contesti e di quelle risorse, priva gli stessi paesi ricchi di natura dei loro beni primari, ponendo limiti a che tali Paesi possano fare sviluppare le loro economie su un uso più razionale e sostenibile delle proprie ricchezze che invece continuano ad essere depredate senza limiti».

Il rapporto conclude che i governi e le Ong hanno un ruolo importante per fare in modo che i Paesi mantengano gli impegni internazionali. L'Elephant trade information system, gestito da Traffic per conto dei 176 Paesi aderenti alla Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites), ed il  recente Wwf wildlife crime scorecard, che analizza le performance di 23  tra i più importanti Paesi considerati di transito o  consumatori diretti di parti e prodotti di queste specie, sono buoni esempi di iniziative che evidenziano quali siano i Paesi non riescono a mantenere i propri impegni nella lotta al crimine.

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