[07/12/2012] News toscana

Alluvioni in Maremma: la cerealicoltura č in ginocchio

«Il clima sta cambiando dobbiamo metterci attorno ad un tavolo per prevenire e risolvere il problema»

La cerealicoltura grossetana, settore strategico dell'agricoltura toscana, è stata messo in ginocchio dal maltempo, con compromissione delle semine dei cereali autunno vernini e probabilmente anche di quelle primaverili.

«Un disastro che ha colpito un settore fondamentale come quello cerealicolo ed ancora ad oggi non siamo certi se quei terreni saranno nelle giuste condizioni per consentire una coltivazione di colture primaverili quali il girasole o altre ortive e foraggere qui coltivabili -  ha dichiarato Christian Heinzmann, presidente di Toscana Cereali, cooperativa agricola con oltre 3.300 soci e 15 cooperative aderenti, che raggruppa nel territorio di Grosseto numerose imprese e 7 cooperative agricole - Non dimentichiamoci che i terreni di pianura colpiti di Albinia e dintorni sono il fiore all'occhiello per l'agricoltura di qualità sia cerealicola che ortiva, tipo pomodoro, meloni ed altre prelibatezze della maremma grossetana».

Secondo i dati Istat del 2012, nella provincia di Grosseto i seminativi ammontano a 40.000 ettari, di cui 25.000 a grano duro, per una produzione totale di circa 140.000 tonnellate di cereali. Gli ettari coltivati a grano duro hanno consentito quest'anno una produzione di 100.000 tonnellate di prodotto.  «Il maltempo delle scorse settimane ha provocato due tipi di danni - ha spiegato il direttore di Toscana cereali Giacomo Taviani - Il primo, diretto, nello stoccaggio dove il grano conservato nei silos e nei magazzini di raccolta è stato sommerso da 60-80 cm di acqua. Anche le strutture di conservazione delle cooperative sono state compromesse, con danni immensi alle materie prime ed attrezzature in esse contenute. Il secondo danno è dovuto alle prossime mancate semine- ha continuato Taviani- I terreni risultano infatti colmi di acqua e di molti altri materiali tra i quali detriti, ghiaie, terreni di riporto, olii. Nelle pianure i fondi di limo stratificati non consentono ormai da giorni un corretto assorbimento e deflusso delle acque stagnanti; anche nelle zone più collinari il terreno è smottato per non parlare della completa distruzione delle sistemazioni idrauliche agrarie a partire dalle fosse di scolo ormai non più esistenti perché colme di fango. Qualsiasi prossima quantità di acqua andrà a sommarsi a quella giacente da tempo nei terreni».

Sono due, in particolare, le aziende che hanno subito i danni maggiori che ammontano complessivamente a quasi 1 milione di euro: la cooperativa di produttori della Costa d'Argento, Copaca, e la Agrimaremma. «Le nostre prime stime sono di 400mila euro di danni nello stabilimento di Polverosa - informa Roberto Angioloni, direttore di Copaca - tra merci perse perché si trovavano al di fuori dello stabilimento, concimi danneggiati dall'acqua, e 5-7 quintali di grano da buttare stoccato in otto silos allagati alla base. E altri 400mila euro nello stabilimento ortofrutticolo di Albinia dove sono andati persi 1800 quintali di cipolle e 50-60 quintali di zucche. Le 6 celle frigorifere con i motori sono andati sott'acqua con quadri elettrici e compressori e dovremo stimare l'entità del danno. Risultano fuori uso anche  2 muletti del valore di 30-40mila euro così come la linea di calibrazione del melone e le insacchettatrici per cipolle oltre agli uffici dove l'acqua ha danneggiato tutto il mobilio e le apparecchiature telefoniche».

Per Agrimaremma  i danni stimati ammontano a 130-150mila euro, i maggiori si sono verificati nello stabilimento di Sgrillozzo che si trova in prossimità del fiume Elsa che durante l'alluvione è uscito dagli argini. «I danni stimati sono relativi a cereali (mais, grano duro  e tenero, orzo e avena) e concimi stoccati in questo stabilimento- ha raccontato Giulio Fontana direttore di Agrimaremma- quelli non stimabili sono relativi alle semine che gli agricoltori nostri associati non potranno fare perché oltre 500 ettari di campi sono andati allagati. Danni che si ripercuoteranno anche sulle semine primaverili, tutto dipende da come evolverà il meteo». 

Il presidente di Toscana cereali Heinzmann ha lanciato una proposta al mondo politico e agli amministratori: «Il clima sta cambiando e oggi occorre mettersi tutti ad un tavolo per discutere di quelli che sono gli interventi più urgenti e giusti da fare, non solo per risolvere ma anche per prevenire il problema».

Torna all'archivio