[07/12/2012] News

La vigliaccata del Pdl alza il livello della sfida del dopo Monti

Per quanto si possa concordare sul fatto che prima finisce il governo Monti meglio è, l'operazione del Pdl di ieri in Camera e Senato è quanto di peggio si potesse immaginare. Nel bel mezzo della peggiore crisi che si sia mai abbattuta sull'Europa e sull'Italia dal dopoguerra, destabilizzare un governo che già regge l'anima coi denti e con le elezioni praticamente alle porte significa avere a cuore solo se stessi.

La peggiore faccia della politica sotto forma del ghigno berlusconiano che ritenta la corsa da premier riporta la mente ad operazioni folli del passato, tipo la Repubblica di Salò. Estremi tentativi di sopravvivenza di fronte a un possibile (non certo, ovviamente) timido tentativo di cambiamento. E sia chiaro, non è perché riteniamo sia un'azione che possa mettere in dubbio una futura vittoria del centrosinistra, che anzi potrebbe uscirne rafforzato da questa iniziativa dal sapore reazionario, bensì perché da un baratro come quello in cui è finita la politica italiana era auspicabile un cambio di pagina anche da parte del centrodestra. Nessuno che abbia a cuore la democrazia può sognare un Paese dove l'opposizione, quale che sia, non esista, perché si tratterebbe di uno Stato totalitarista. Prendiamo atto, con rabbia, perché da indefessi ottimisti della volontà non ci arrendiamo alle logiche che l'Italia resterà per sempre l'Italia. Eccezione tra le eccezioni del peggio, politicamente parlando.

Per quel poco che chi scrive capisce di mosse elettorali e possibili scenari futuri, a questo punto lo schiaffo più grosso a Berlusconi arriverà probabilmente e ancora dai mercati. Quelli che lo hanno condannato mesi fa e che certamente vivono un suo ritorno come fumo negli occhi. Perché brucerebbe quel poco (o tanto, a seconda dei punti di vista) di credibilità che il governo Monti ci ha restituito. Quel minimo di terreno sotto i piedi che può (potenzialmente) dare all'Italia, un margine di manovra a livello europeo.

Non è purtroppo una fase in cui si possono fare dei grandi voli pindarici. Il Paese è in subbuglio, tassato e disoccupato, con i (pochi) giovani che abbiamo completamente lasciati al loro destino e senza rete, che rivendicano un futuro che chi ha governato questo Paese gli ha fatto a pezzi. C'è solo da sperare che questo ennesimo  colpo di ego del signor B. gli scavi la fossa - politicamente parlando - e che chi raccoglierà questo frutto avvelenato che è l'Italia sappia bonificarlo davvero.

Serve uno sforzo mastodontico, serve una visione lunghi sisma e anche un po' di sana follia per salvare quel poco di buono che ancora c'è e farlo fiorire e crescere dentro una politica interamente ecologica e socialmente responsabile. Dove non conta il leader ma le buone idee sotto forma di atti di governo possibili, che mirino anche alla ricostruzione morale (perché, è evidente, c'è un problema morale).

Un governo che guardi all'Europa per migliorarla, partendo dal miglioramento di se stessa: lotta dunque contro il dissesto idrogeologico; il consumo di suolo e a favore di un'industria sostenibile per una ripresa dell'occupazione e la ricostruzione di un welfare possibile.

Un'Italia per un'Europa che sappia opporsi alle logiche irresponsabili di finanziarizzazione dell'economia e che sappia parlare pacificamente al resto del mondo, che oramai l'ha relegata a un ruolo non più di primo piano. Un'Europa collante per le sfide globali che riguardano tutti, dal cambiamento climatico alla scarsità di materie prime comprese quelle alimentari. Come cantava John Lennon potete dire che siamo dei sognatori, ma non siamo i soli; il guaio è che in Italia fanno di tutto per farcelo credere. 

Torna all'archivio