[05/12/2012] News

Pronto il Piano per adattamento ai cambiamenti climatici e messa in sicurezza del territorio

Le novità contenute nella proposta del ministro Clini

Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini (nella foto), ha inviato al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il testo delle linee strategiche per il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio.

Tra i punti più qualificanti rientrano i limiti alle costruzioni nelle zone a rischio, il contenimento nell'uso del suolo, la manutenzione dei corsi d'acqua, il recupero dei terreni abbandonati o degradati puntando sulle colture tradizionali e di qualità, la pulizia dei boschi usando il legname raccolto anche come biomassa per produrre energia pulita.

Il diradamento dei boschi più fitti servirà anche a ridurre gli effetti degli incendi che, distruggendo le piante, minacciano anche la stabilità geologica. Nel caso delle foreste demaniali, il documento presentato dal ministro Clini propone anche di fermare i rimboschimenti fatti con pini e abeti d'importazione e di piantare invece alberi tradizionali della zona.

Il programma di difesa del territorio - da dettagliare ogni anno - sarà finanziato usando una parte dei proventi (il 40%) delle aste per i permessi di emissione di anidride carbonica, proventi che la legge destina per almeno il 50% ad azioni contro i cambiamenti del clima. Un'altra quota delle risorse potrà venire da un prelievo sui carburanti, rimodulando diversamente gli oneri a parità di peso fiscale. In programma anche un disegno di legge che introduca un'assicurazione obbligatoria contro i rischi degli eventi climatici estremi. Come misure urgenti vengono finalmente attivate le Autorità distrettuali di bacino idrografico, le quali da sei anni avrebbero dovuto sostituire le vecchie Autorità di bacino soppresse dalla legge 152 del 2006.

Nel dettaglio, il documento prevede che ogni quattro anni venga aggiornato il Rapporto scientifico sui rischi dei cambiamenti climatici e che vengano aggiornati al 2013 i piani di assetto idrogeologico (Pai) delle Autorità distrettuali idrografiche. Tra le varie misure previste dal Piano anche l'obiettivo di individuare gli strumenti idonei per difendere le coste dall'effetto dell'innalzamento del mare. «La difesa delle zone costiere dell'Alto Adriatico è uno dei punti fondamentali delle Linee strategiche per il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio, che ho trasmesso stamane al Cipe - ha dichiarato Clini - Le previsioni dei climatologi sono molto preoccupanti e risultano molto esposte al rischio di alluvione tutte le zone costiere dell'alto Adriatico, da Ravenna a Monfalcone, dove molti territori si trovano a quote inferiori al livello del mare. Oggi quei terreni sono difesi e tenuti asciutti da un sistema di canali di scolo e di idrovore concepito fra l'800 e il ‘900, quando le piogge erano diverse e il mare non minacciava di diventare più alto».

Il ministro è poi intervenuto sulla questione dell'assicurazione obbligatoria, destinato a far discutere considerato che, ad esempio, la Cgil non vede in modo favorevole il provvedimento, considerato che potrebbe innescare ulteriori diseguaglianze sul territorio a seconda delle possibilità di spesa dei privati su una materia che è di competenza istituzionale.

«L'assicurazione obbligatoria - ha precisato il ministro Clini - interessa solamente gli edifici costruiti nelle zone ad alto rischio, e si rende necessaria per consentire a chiunque viva o lavori nelle aree a rischio idrogeologico di avere la certezza del risarcimento in caso di danni, per ridurre i costi dei premi assicurativi e per non gravare sulle tasche di tutti gli italiani attraverso i risarcimenti con fondi pubblici». Il piano strategico sulla difesa del territorio dai rischi idrogeologici sarà discusso dal Cipe in una delle prossime sedute, d'intesa con i ministri delle Politiche agricole, delle Infrastrutture e dell'Economia e finanze.

Il Piano di adattamento dell'Italia ai cambiamenti climatici e alla difesa del territorio, con le ingenti risorse che richiede, precisa il ministro Clini, «ripropone il tema, centrale nella programmazione degli investimenti per la difesa del territorio, dello svincolo dai vincoli del patto di stabilità per i fondi per tali interventi. E' necessario, come ho avuto modo di scrivere nella lettera inviata il 19 novembre scorso ai commissari europei Connie Hedegaard e Janec Potocnik, che le misure per la prevenzione dei rischi e dei danni connessi agli eventi climatici estremi siano considerate un'infrastruttura per la crescita e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. E in tale chiave - aggiunge il ministro - questi interventi dovrebbero essere esclusi dai vincoli del patto di stabilità, nell'ambito del "pacchetto" di misure indicate dal Consiglio Europeo del 29 giugno 2012».

Si tratta infatti di interventi ad alto valore aggiunto, con importanti e positive conseguenze sull'occupazione, in particolare giovanile, e con  effetti virtuosi sulle entrate e sulla riduzione del debito pubblico. «Peraltro - conclude Clini - non liberare le risorse necessarie dai vincoli del patto di stabilità implicherebbe, come più volte sottolineato dal consiglio dei ministri UE, il pesantissimo costo, anche economico, della non-azione».

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