[27/11/2012] News

I fiumi non arrivano più al mare: i prelievi di acqua peggio del global warming

Una ricerca internazionale sui bacini di Colorado, Fiume Giallo, Murray–Darling ed Orange–Senqu

Un team di ricercatori australiani, cinesi, statunitensi e sudafricani ha pubblicato su Nature Climate Change la ricerca "Global insights into water resources, climate change and governance" che prende in esame le minacce del cambiamento climatico, dell'emungimento e delle dighe in quattro grandi bacini fluviali: Colorado (Usa); Fiume Giallo (Cina); Murray-Darling (Australia); Orange-Senqu (Sudafrica), che da lungo tempo hanno visto ridursi notevolmente la loro portata.

Secondo il team internazionale questo è soprattutto «Il risultato diretto di una maggiore estrazione dell'acqua. Sebbene il cambiamento climatico aggraverà gli impatti idrologici sui sistemi fluviali, gli attuali elevati livelli di estrazioni di acqua rimangono il contributo principale alla riduzione dei flussi del sistema. Sono urgentemente necessari cambiamenti nella governance, tra i quali la condivisione della  variabilità tra ambiente e consumatori, se si vuole mantenere la salute di questi corsi d'acqua».

Jamie Pittock, della Crawford school of public policy dell'Australian national university (Anu), sottolinea: «Mentre il cambiamento climatico aggraverà la variazione dei flussi nei sistemi fluviali, gli attuali alti livelli di emungimento di acqua restano la causa principale della riduzione delle portate e del degrado di questi fiumi». Secondo i ricercatori, la chiave per garantire il futuro dei fiumi del mondo si trova nei piani per condividere l'utilizzo dell'acqua tra gli utenti e l'ambiente e nei water markets  per gestire le concessioni. I ricercatori dell'Anu hanno aggiunto che, «Anche se la gestione del bacino del Murray-Darling è  favorevole rispetto ad altri luoghi del mondo, ci sarebbe da fare molto di più per garantire un futuro sano di tutto il sistema».

Kompas, che è anche direttore dei programmi internazionali Water economics and transboundary water governance dell'Unesco, ha ricordato che in molti Paesi del mondo ci sono quadri gestionali delle risorse idriche «Ma in molti casi la loro attuazione deve essere notevolmente migliorata. E' necessario rafforzare le azioni per garantire che, nei periodi di siccità, i fiumi abbiano la disponibilità di una congrua quantità d'acqua».

Tutti e quattro i grandi bacini presi in esame, che soffrono di periodi di forti siccità seguiti da intense inondazioni,  continuano a subire forti pressioni nonostante gli interventi legislativi dei governi che «Hanno permesso alle persone di prendere troppa acqua dai fiumi - dice Pittock - e queste società ed i i governi sono bloccati da sistemi che stanno lottando duramente per cambiare. Per esempio negli Stati Uniti su questo attualmente c'è compattezza, o  accordo, sulla condivisione dei fiumi, ma gli Stati si sono rifiutati di rinegoziare, anche se è essenziale per ripristinare la salute del sistema fluviale».

La guerra politica per l'acqua è destinata ad aggravarsi con il cambiamento climatico che è destinato a creare ancora più problemi: «Per la maggior parte dei fiumi che abbiamo esaminato - spiega Pittock - sembra possibile che diverranno più asciutti a causa del cambiamento climatico, ma non è una conclusione universale. E' possibile che alcuni dei fiumi possano diventare un po' più umidi. Ma l'ampiezza dell'impatto dei cambiamenti climatici previsti è molto inferiore  al volume di acqua che attualmente viene deviato dalla popolazione. Dopo anni di dibattito, un nuovo piano per  il Murray-Darling Basin australiano è stato appena portato a  termine. Il Sudafrica avrebbe una buona politica per il suo sistema fluviale Orange-Senqu, ma non ha avuto successo perché l'acqua ha continuato ad essere tolta. Troppi fiumi non fluiscono più dalla sorgente al mare. Un numero crescente di corsi d'acqua di tutto il mondo sono descritti come "chiusi",  nel senso che non raggiungono il mare. Un fiume che non raggiunge il mare è un indicatore di cattiva gestione. Dobbiamo fare in modo che ci sia un livello di base di salute del fiume... se vogliamo acqua potabile, pesca, foreste alluvionali o pascoli per il bestiame, i fiumi devono raggiungere il mare».

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