[22/11/2012] News

I cattolici a Doha: ĞIl summit deve gettare le basi della giustizia climaticağ

Cisde e Caritas Internationalis: ĞI Paesi sviluppati rinnegano le loro promesseğ

Il Cisde, un'alleanza internazionale delle agenzie per lo sviluppo cattoliche che vogliono «Eradicare la povertà ed instaurare la giustizia nel mondo secondo una strategia comune» e Caritas Internationalis, la confederazione di oltre 160 organizzazioni cattoliche che operano «Per la giustizia sociale e per mettere fine alla povertà»,  dicono in un comunicato congiunto che, se la Cop18 Unfccc di Doha vuole avere successo, deve approvare «Una riduzione più marcata delle emissioni di gas serra, il denaro sul tavolo per venire in aiuto alle comunità più vulnerabili vittime del cambiamento climatico ed un piano di lavoro chiaro e preciso per giungere ad un accordo climatico mondiale nel 2015».

Per Cisde e Caritas Internationalis, la Conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change (Unfccc), che si terra  in Qatar, 26 novembre al 7 dicembre «Per aprire la via ad un nuovo accordo climatico eqyuo, efficace e vincolante nel 2015, Doha deve chiudersi con progressi reali ed impegni concreti».

Le due grandi coalizioni di Ong cattoliche si schierano con il principio della « responsabilità condivisa ma diversificata» propugnato dai Paesi in via di sviluppo ed emergenti : «Se incombe a ciascuno prendersi le proprie responsabilità di fronte ai cambiamenti climatici, sta alle economie più avanzate dare l'esempio riducendo  in maniera significativa le loro emissioni di gas serra».

Ma ce n'è, senza citarli, anche per Paesi come Usa, Canada, Russia e Giappone: «Per ora, il Protocollo di Kyoto è il solo ed unico strumento mondiale vincolante in materia. Il problema è che la maggior paryte dei più grossi emettitori del pianeta non l'hanno ratificato o contano di ritirarsi quando inizierà il secondo periodo di imegno, nel gennaio 2013».

Bernd Nilles, segretario generale del Cisde, non a dubbi: «Mancanza di mezzi e di ambizione : è tutto qui. Il nuovo rapporto della Banca Mondiale, che ci annuncia un aumento della temperatura mondiale di 4 gradi Celsius, non è che l'ennesimo grido di allarme che deve farci reagire. Occorre una riduzione più marcata delle emissioni di gas serra e la messa in atto di economie sostenibili e low carbon  per roteggere le popolazioni vuilnerbili già vittime di eventi meteorologici estremi e per preservare le generazioni future».

Le due organizzazini cattoliche tricordano che nel 2010 i Paesi sviluppati hanno creato il  Green Climate Fund e si sono impegnati a finanziarlo con 100 milliardi di dollari all'anno fino al 2020, per coprire così i bisogni climatici dei Paesi in via di sviluppo. «Ma il primo periodo di finanziamento climatico termina a dicembre di quest'anno  e niente garantisce che il Fondo sarà finanziato a partire dal 2013».

Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, conclude: «Sono le popolazioni più povere e vulnerabili in generale, e i piccoli contadini dei Paesi in via di sviluppo in partiocolare, che subiscono gli effetti di un problema che non hanno creato che devono essere al centro dei negoziati sul clima» e s chiede : «Ma come possono progredire i colloqui  se i Paesi ricchi rinnegano le loro promesse di sostegno agli sforzi di adattamento al cambiamento climatico?»

 

Torna all'archivio