[21/11/2012] News

Brasile: "avvelenata" l'acqua dei Guarani. Continuano gli attacchi dei latifondisti agli indios

In Brasile continua la guerra senza esclusione di colpi contro gli indios  guarani che vogliono tornare a vivere nelle loro terre ancestrali. Oggi Survival international denuncia che «La principale fonte d'acqua di una comunità di Indiani brasiliani sarebbe stata avvelenata da uno degli allevamenti più controversi dello stato del Mato Grosso do Sul», appartenente al latifondista Firmino Escobar.

I guarani della comunità di Ypo'i, che hanno filmato con un cellulare una contaminazione che si è diffusa rapidamente e per due giorni ha ricoperto gran parte del fiume dal quale attingono l'acqua e dove si lavano e pescano. i guarani. raccontano: «I bambini stavano facendo il bagno quando hanno visto la schiuma bianca. Abbiamo risalito la corrente su fino all'allevamento dove abbiamo visto due grandi container». Non è ancora chiaro quale sostanza sia finita in acqua. La polizia locale ha visitato il luogo e gli indiani stanno aspettando i risultati dell'indagine.

Escobar ha un conto aperto con i guarani di Ypo'i: li aveva tagliati fuori dal mondo esterno impossessandosi delle loro terre e li cinge ancora  d'assedio. Nel 2009 gli indios avevano fatto ritorno alle loro terre e per rappresaglia Escobar aveva bloccato la strada d'accesso alla comunità e circondato le loro case con l'aiuto di uomini armati, togliendo agli Indios ogni possibilità di accedere all'acqua, al cibo e all'assistenza sanitaria. Nel novembre 2010 un tribunale ha decretato che i guarani possono restare in una piccola area della loro terra in attesa che le autorità provvedano a mappare il loro territorio. Ma, a tutt'oggi, il processo e la mappatura non sono ancora stati completati e l'allevatore ha continuato ad assediare il villaggio sfidando addirittura l'ordine di un procuratore federale che gli ha ordinato di liberare la strada che collega alla comunità, pena il pagamento di una multa di 100.000 real (circa 45.000 euro).

I guarani sono «Scioccati e pieni di rabbia» per l'inquinamento del loro fiume e, conoscendo i metodi del latifondista brasiliano, dicono che si tratta di «Un atto deliberato e non casuale». La comunità di Ypo'i denuncia: «Il fiume è la nostra più importante fonte d'acqua, la usiamo per bere, lavarci, cuocere i cibi e lavare gli indumenti. Ora non possiamo utilizzarla... abbiamo tanta paura».

I guarani del Brasile sono stati derubati quasi totalmente delle loro terre e ondate successive di deforestazione hanno convertito quelle che un tempo erano i loro fertili territori ancestrali in una fitta rete di ranch e piantagioni di soia e canna da zucchero destinata ai biocombustibili.  «Mato Grosso significa "foresta fitta" ma degli alberi non c'è più traccia - spiega Survival - Negli ultimi 15 le poche terre che cercavano disperatamente di conservare sono state dimezzate e, oggi, misurano meno di 25.000 ettari. Le loro comunità vivono ammassate in anguste riserve istituite dal governo ai margini delle città. A Dourados, 12.000 Guarani vivono in soli 3.000 ettari. Questi minuscoli appezzamenti non sono sufficienti a sostentarli attraverso la caccia, la pesca e l'agricoltura tradizionali. I bambini soffrono quindi gravi forme di malnutrizione».

I guarani del Mato Grosso do Sul subiscono anche il razzismo, la discriminazione e sono perseguitati dalle forze di polizia. Ci sono oltre 200 guarani in carcere, «Intrappolati in un sistema legale che non capiscono, con limitatissimo o nessun accesso all'assistenza legale - sottolinea Survival -  Alla maggior parte di loro non vengono forniti interpreti. Per effetto di questa situazione, sono stati condannati molti innocenti mentre ad altri sono state inflitte condanne eccezionalmente severe per reati minori. Senza più terra, perseguitati e privi di speranze e prospettive, tra i Guarani dilagano i suicidi a ritmi che non hanno uguali in tutto il Sud America. Negli ultimi vent'anni, oltre 518 Guarani Kaiowá si sono suicidati; molti erano ragazzi. La più giovane, Luciane Ortiz, aveva solo 9 anni».

Stephen Corry, direttore di Survival International, si unisce alle proteste degli indios: «Per troppo tempo i Guarani hanno sopportato il peso di una campagna del terrore malvagia e fantasiosa, concepita per tenerli fuori dalla terra che gli appartiene a pieno titolo. I responsabili di quest'ultima azione crudele e perversa dovrebbero essere consegnati alla giustizia. Il governo federale deve sollecitare la polizia locale perché conduca un'indagine approfondita e imparziale».

Torna all'archivio