[20/11/2012] News

La lezione dell’Antartide: difficilmente il clima del futuro potrà tornare a essere quello del passato

Gli effetti sugli ecosistemi già si cominciano a vedere. Jennifer Blum, un'ornitologa americana in forze al Polar Oceans Research Group che ha sede nel Montana, quest'anno a contato solo 2.000 coppie di pinguini nella colonia di Adélie. Negli anni '70 del secolo scorso le coppie di pinguini nella colonia erano quattro volte tanto. Un'analoga diminuzione della presenza di pinguini si registra in tutte le isole vicine. La diminuzione è frutto di una migrazione o di una caduta demografica? Non lo sappiamo. Sappiamo però che nel mare che circonda l'arcipelago il fitoplancton è diminuito del 12% (in peso della biomassa) negli ultimi trent'anni. E i due fenomeni - la diminuzione dei pinguini e quella del fitoplancton - potrebbero essere correlati.

Certo è che Adélie si trova nella Penisola Antartica. E i fenomeni descritti sono due segni che, nel continente che ospita la gran parte dell'acqua dolce del pianeta, qualcosa sta cambiando.

Anche da un punto di vista fisico i segni sono inequivocabili. Nella Penisola Antartica, ormai, la temperatura media annua è pari a - 3 °C. Mezzo secolo fa la temperatura media era di - 5 °C. Registriamo, dunque, un aumento medio di 2 °C. D'inverno l'aumento della temperatura in media è di 6 °C rispetto a cinquant'anni fa.

La penisola si è riscaldata.

E, infatti, Hugh Ducklow, direttore della locale Palmer Long-Term Ecological Research Station, ricorda alla rivista Science che 9 ghiacciai su 10 nella Penisola Antartica si stanno ritirando. Nel medesimo tempo anche il mare si ghiaccia di meno e per meno tempo.

In Antartide sta avvenendo quello che i modelli del clima globale hanno largamente previsto: si sta riscaldando. E non è un dato di dettaglio. L'Antartide è uno dei grandi termoregolatori della Terra. Capace di incidere nel medio e lungo tempo sul clima del pianeta e di ciascuno dei suoi continenti.

Ma sbaglierebbe chi pensasse che l'Antartide si comporta come un gigantesco cubetto di ghiaccio che si sta sciogliendo, sostiene sempre su Science Amelia Shevenell, a paleoclimatologa della University of South Florida. I fenomeni dinamici che riguardano il continente bianco sono molto più complessi di quanto si crede e non tutti sono immediatamente ascrivibili al "riscaldamento globale".

Uno dei motivi per cui la temperatura sta aumentando sulla Penisola Antartica, per esempio, è nel fatto che si è modificato il regime dei venti occidentali, che portano appunto calore. E il regime dei venti è cambiato, perché è cambiata la pressione atmosferica. E la pressione atmosferica è cambiata a causa dell'erosione nella coltre d'ozono stratosferico, fenomeno che non è legato al "global warming".

Anche in mare le cose cambiano. La Corrente Antartica Circumpolare sta diventando un grande termosifone, responsabile probabilmente dell'80% delle riscaldamento della Penisola Antartica. Le acque profonde della corrente, a circa 1.000 metri dalla superficie, si stanno riscaldando da almeno un secolo a questa parte. L'aumento della temperatura registrato negli ultimi cento anni è di 0,2 °C: il doppi di quando si è verificato in media nelle acque oceaniche del resto del pianeta nel medesimo tempo.

Dal reportage di Science possiamo, dunque, trarre almeno due insegnamenti. Il primo è banale, ma vale la pena ricordarlo: la biosfera del pianeta Terra è un sistema dinamico connesso ad altri sistemi dinamici. Il clima è solo una componente di questo sistema, che interagisce con tutti gli altri in maniera complessa con effetti non facilmente prevedibili.

Il secondo è che sono in atto cambiamenti - come quello della Corrente Antartica Circumpolare - che agiscono in periodi lunghi. E che è difficile arrestare, se considerati indesiderabili, in tempi brevi. In altri termini, che lo vogliamo o no, difficilmente il clima del futuro potrà tornare a essere quello del passato. Il che non significa affatto restare fermi ad aspettare che il cambiamento si consumi. Nonostante tutto abbiamo molte carte da giocare per cercare di incanalare i cambiamenti del clima verso percorsi più desiderabili o, almeno, meno indesiderabili.

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