[19/11/2012] News
ARPAT risponde alla Confartigianato di Pistoia
Non c’è un “nuovo balzello per le imprese”
La stampa locale di Pistoia del 17 novembre riporta le affermazioni della responsabile della società cui fanno capo i servizi ambientali della Confartigianato di Pistoia, che denuncia "la gravità" di quanto previsto da una circolare ARPAT (che ricorda alle Amministrazioni provinciali le previsioni dell'art.18 della legge regionale 30/2009), interpretandola come se annunciasse l'introduzione di un "balzello che andrà a colpire indiscriminatamente tutte le aziende che non dovessero risultare in perfetta regola."
ARPAT precisa quanto segue:
- Non si tratta di una novità, ma di una disposizione di legge che - se non applicata - potrebbe comportare sanzioni da parte della magistratura contabile per danno erariale;
- La legge regionale 30/2009 di riforma dell'Agenzia prevede all'art.18, comma 2 che: Nel caso in cui vengano accertate irregolarità nella gestione di un impianto o nello svolgimento di un'attività, ovvero il superamento dei limiti fissati dalle normative vigenti o l'inosservanza di prescrizioni indicate nei provvedimenti autorizzativi o di valutazione di impatto ambientale, i costi delle attività di controllo ulteriori rispetto a quelle finanziate con i contributi della Regione e degli altri enti, sono posti a carico dei titolari o dei gestori degli impianti e delle attività medesime.
- La norma non si riferisce quindi a irregolarità meramente formali od a ritardi nella presentazione di documenti, come paventato nell'articolo, ma a superamenti di limiti previsti dalle normative ambientali;
- La norma regionale non prevede affatto un "balzello" arbitrario, ma un rimborso di spese per maggiori attività che ARPAT deve necessariamente compiere, quando si verificano irregolarità ambientali nello svolgimento di un'attività, nella gestione di un impianto. Si tratta di ulteriori sopralluoghi ed analisi di laboratorio effettuate perché l'attività/impianto possa regolarmente continuare a funzionare senza determinare danni all'ambiente ed alla salute umana;
- La crisi economica grava su tutti: famiglie, imprese ed anche enti pubblici, ma non legittima superamenti dei limiti imposti dalle leggi ambientali. Né, d'altra parte l'Unione Europea per fronteggiare la crisi economica ha sinora previsto la modifica delle normative ambientali da cui derivano la gran parte di quelle italiane;
- Al contrario l'opinione pubblica è, giustamente, sempre più attenta e preoccupata laddove si verificano episodi di inquinamento ambientale, che si tratti di emissioni in atmosfera, come di sversamenti nei corsi d'acqua, ecc. Per questo è richiesto con grande forza all'Agenzia di svolgere sempre più con attenzione e rigore la propria funzione istituzionale di controllo e vigilanza sul rispetto delle normative ambientali;
- La previsione della legge regionale 30/2009 risponde al principio, ormai acquisito nella normativa europea ed italiana, che "chi inquina paga". Non sarebbe infatti giusto ed equo che attività ulteriori di un organismo pubblico, determinate dalle irregolarità di uno specifica attività produttiva, ricadano sulla fiscalità generale e quindi pesino sulle tasche di tutti i contribuenti (anche di quelli che sono in regola o non c'entrano nulla perché non traggano profitto da una determinata attività produttiva).
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