[19/11/2012] News

Gran Bretagna: dal 1996 scomparsi 44 milioni di uccelli nidificanti. La "citizen science" in azione

Aumentano le specie ma diminuiscono gli esemplari di quelle pił comuni. 20 milioni di passeri in meno

Il rapporto "The State of the UK's Birds 2012", pubblicato oggi in Gran Bretagna, evidenzia che «Dal 1966, abbiamo perso nelle nostre campagne uccelli nidificanti a un tasso medio di una coppia nidificante ogni minuto». Il rapporto è stato prodotto da una coalizione di tre associazioni ambientaliste: Royal society for the protection of birds (Rspb), British Trust for Ornithology (Bto) e Wildfowl & wetlands trust (Wwt) e dalle agenzie governative per la salvaguardia della natura: Countryside council for Wales, Natural England, Northern Ireland environment agency, Scottish natural heritage e Joint nature conservation committee.

Il rapporto, che traccia gli alti e bassi delle popolazioni di avifauna britanniche negli ultimi decenni, stima che nel Regno Unito ci siano 166 milioni di uccelli nidificanti rispetto ai 210 milioni di uccelli nidificanti nel 1966.

Mark Eaton è uno scienziato che ha lavorato al rapporto per la Rspb, ha detto: «E' scioccante pensare che abbiamo perso un uccello su cinque di quelli che avevamo negli anni '60, soprattutto se si pensa che i 44 milioni di volatili che abbiamo perso dal 1966 equivale all'attuale popolazione umana adulta di Inghilterra e Galles».

In Gran Bretagna la caccia agli uccelli non rappresenta un fatto importante come in Italia, sono altri i  cambiamenti patiti dall'avifauna: «In particolare le variazioni dell'utilizzo dei suoli e la gestione delle nostre campagne e dei mari - sottolinea la Rspb - Questi possono modificare la quantità o la qualità delle risorse chiave necessarie a uccelli, come i luoghi adatti per nidificare o una carenza di cibo sia in estate che in inverno. Tuttavia, per alcune specie, tra le quali il passero domestico, le ragioni precise alla base di queste riduzioni non sono pienamente comprese». I passeri sembrano i più colpiti, con un calo di ben 20 milioni di coppie nidificanti rispetto agli anni ‘60, un fenomeno che la Lipu ha spesso evidenziato anche in Italia.

Ma è la vicenda di due specie affini, la tortora e la tortora dal collare, a svelare in parte quello che sta accadendo all'avifauna britannica. Nel 1966 la tortora era ancora diffusa, con circa 140.000 coppie nidificanti, mentre le tortore dal collare orientali erano poche perché avevano cominciato a nidificare in Gran Bretagna solo nel 1955. Oggi nel Regno Unito sono rimaste circa 14.000 coppie di tortore nidificanti, mentre le coppie di tortora dal collare sono esplose ad oltre un milione. Gli uccelli che nidificano al suolo, come pavoncelle, cuculi e tortore, hanno visto una diminuzione significativa del loro numero e gli esperti ritengono che questo sia in gran parte dovuto alle trasformazioni del paesaggio che comportano una diminuzione degli habitat nei quali gli uccelli possono nutrirsi e nidificare.

Si pensa che il clima abbia avuto un effetto devastante su alcune specie favorendone altre: lo scricciolo, l'uccello britannico più numeroso, a partire dal 2000 ha perso una media di 835 individui al giorno, ma un altro volatile che frequenta i giardini, il fringuello, è aumentato ad un ritmo di 150 individui al giorno. Il colombaccio dagli anni ‘70ha raddoppiato la sua popolazione, arrivando a circa 5,4 milioni di coppie nidificanti, ma anche un il picchio rosso maggiore è in buona salute riproduttiva.

Il clima e le modifiche degli habitat spiegano anche un'altra cosa che potrebbe apparire strana: come dice a Bbc Nature News il portavoce della Rspb  Grahame Madge, «E' come se le popolazioni di uccelli del Regno Unito si trovassero su un roller-coaster, abbiamo visto un sacco di alti e bassi. Abbiamo più specie nidificanti nel Regno Unito oggi rispetto a qualsiasi altro momento della storia... ma abbiamo individuato 44 milioni uccelli nidificanti in meno che negli anni ‘60. Ma quello che stiamo vedendo in questo momento è un enorme interesse da parte degli agricoltori nel tentativo di aiutare la fauna selvatica sui loro terreni. Sappiamo ... che alcune specie come il colombaccio e tortora dal collare orientale stanno incredibilmente bene ed hanno aumentato le loro popolazioni. Molti dei nostri uccelli selvatici sono in difficoltà, ma i grandi picchi rossi sono aumentati del 368% dagli anni ‘70, con un aumento incredibile. Ma nonostante questi esempi di successo le conclusioni generali del rapporto sono preoccupanti. Il rapporto degli esperti ha permesso di apprezzare l'enormità del declino. Quando vedi che il Regno Unito ha perso in massa un numero enorme di uccelli, gli stessi dati sono abbastanza sconcertanti».

Andy Musgrove del Bto, che quei dati li ha messi insieme, ha detto: «Abbiamo appreso molto sul numero degli uccelli nel Regno Unito e, in particolare, sul modo in cui sono cambiati nel tempo. Tra le singole specie, anche se ci sono stati vincitori, il numero dei perdenti è maggiore e il quadro a lungo termine è deludente. Però, dobbiamo ancora imparare molto ed abbiamo bisogno del sostegno costante di un numero sempre maggiore di volontari appassionati di birdwatching, sui quali si basano tutti gli sforzi di questi dati».

Infatti, come spiega Tim Hill, chief scientist di Natural England, il rapporto ed i dati dettagliati che presenta sono stati possibili solo grazie alla "citizen science": «Il rapporto The State of the UK's Birds è un grande esempio di "scienza dei cittadini" in azione. La maggior parte delle informazioni su cui si basa il rapporto ne derivano dagli sforzi della rete nazionale di esperti ornitologi volontari che contribuiscono ai programmi di sorveglianza nazionali come Breeding Bird Survey e Wetland Bird Survey. Questi  programmi forniscono una base di conoscenze di alta qualità a sostegno del lavoro del governo, delle organizzazioni per la conservazione e dei gestori del territorio nei loro sforzi comuni per la conservazione dell'ambiente naturale e della sua fauna».

Il rapporto di 40 pagine fornisce anche informazioni su sul numero di anatre, oche, cigni e trampolieri che svernano nel Regno Unito e presenta un importante aggiornamento sullo status di  uccelli importanti a livello internazionale, tra cui pinguini ed albatros, nei territori britannici d'oltremare. Per David Stroud, del Joint nature conservation committee, «Questa relazione mette in evidenza il valore di intraprendere un periodico "stock-control" dei numeri degli uccelli nel Regno Unito: informazioni essenziali  per molti aspetti della salvaguardia. Grazie agli sforzi della comunità del birdwatching, queste valutazioni sono facilmente disponibili nel Regno Unito, ma questi dati non esistono per la maggior parte dei nostri territori d'oltremare e per le dipendenze della Corona. Abbiamo bisogno di intensificare gli sforzi per stabilire un'indagine di routine e di controllo in queste aree, alla luce della loro importanza globale per molte specie di uccelli».

Richard Hearn, responsabile monitoraggio delle specie del Wwt, lancia un allarme: «I numeri di anatre di mare in Europa sono calati ed hanno un urgente bisogno di tutela. Gli orchi marini che svernano nel Regno Unito sono passati in pochi anni da diverse migliaia di uccelli a meno di un centinaio e lo stato della moretta codona è simile. Molte altre specie hanno mostrato cali di grandi dimensioni. Unendo i nostri risultati a quelli di rapporti simili nel Baltico e altrove, stiamo ottenendo una più chiara comprensione del problema, ma per essere efficaci abbiamo bisogno che tutti i Paesi di lavorino a più stretto contatto». 

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