[15/11/2012] News

Le tempeste scuotono lo Stivale: ora tocca alle regioni del sud, è allerta meteo

Il presidente Napolitano sulle alluvioni: «Abbiamo bisogno di un impegno ancora più forte»

«Il Tevere sta scendendo e scenderà sempre più rapidamente nel pomeriggio. Questa notte, con 13,49 metri, abbiamo avuto il livello più alto degli ultimi 50 anni». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, con la Regione Lazio che precisa: il passaggio della piena Il passaggio della «sarà graduale con una durata anche di diversi giorni, ma in condizioni di sicurezza a Roma garantita dai muraglioni».

Mentre il Tevere pian piano torna a quietarsi, il pericolo alluvioni corre lungo lo Stivale, proseguendo verso sud dopo aver gravemente colpito le aree dell'Italia centrale, in particolare la Toscana. È infatti allerta meteo della Protezione civile da questa mattina nelle regioni meridionali: «Sulla base delle previsioni disponibili e di concerto con tutte le regioni coinvolte, cui spetta l'attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso, pertanto, un avviso di condizioni meteorologiche avverse. L'avviso prevede dalla mattinata di oggi, giovedì 15 novembre 2012, precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale su Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, specie sui settori ionici. I fenomeni potranno dar luogo a rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento».

Intanto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, commenta l'emergenza alluvioni dal palco degli Stati Generali della Cultura, organizzati al teatro Eliseo di Roma da Il Sole 24 Ore, l'Accademia nazionale dei Lincei e l'Istituto dell'enciclopedia italiana Treccani. «Quello che stiamo vivendo con le alluvioni ci allarma - ha sottolineato il presidente - Non ci siamo nella comprensione del problema e nella sua risoluzione».

Soprattutto, né la comprensione del problema né il dibattito attorno alle modalità più idonee alla sua risoluzione sono ancora fiorite nei luoghi della politica dove tali soluzioni dovrebbero prendere forma. L'ostinazione a procrastinare interventi di salvaguardia del territorio prosegue a braccetto con la negazione dell'evidenza dei cambiamenti climatici, ormai in atto. L'appello del presidente risuona chiaro - «Abbiamo bisogno di un impegno ancora più forte» - e gli Stati Generali della Cultura sono un luogo adattissimo dal quale lanciarlo: come forse in nessun altro luogo al mondo cultura e territorio si sono fusi in un unicum come quello che ha dato forma al Bel Paese, motivo di vanto degli italiani nel mondo. E che adesso si sta sfaldando sotto i nostri piedi.

Anche l'Istituto nazionale di urbanistica apprezza molto quanto affermato dal presidente della Repubblica nel suo intervento, affermando in una nota che «quella degli interventi in difesa del suolo nel nostro Paese è una "dura storia" di capitoli aperti e sempre dimenticati.

Occorre invertire la tendenza, e l'auspicio è che si possa farlo da subito, e che gli approfondimenti in corso sulla proposta del ministro dell'Ambiente Corrado Clini diano via libera allo stanziamento delle necessarie risorse per interventi mirati e diffusi su tutto il territorio nazionale contro il rischio idrogeologico. Allo stesso tempo, il disegno di legge contro il consumo di suolo presentato dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania e migliorato dalla Conferenza unificata Stato - Regioni deve concludere il suo percorso in Parlamento. L'incontrollato consumo di territorio è infatti uno delle ragioni principali dei disastri a cui assistiamo in questi giorni e a cui, purtroppo, ci stiamo abituando anno dopo anno».

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