[14/11/2012] News

In morte di un bimbo cacciatore

E' morto il bambino sardo colpito alla testa l'11 novembre da una pallottola durante una battuta di caccia al cinghiale alla quale stava partecipando. Si chiamava Andrea Cadinu, aveva solo 12 anni e quella domenica, invece di essere a giocare a pallone, di poltrire a letto leggendo un libro o un fumetto o di andare a servire messa nella chiesa del suo Paese, era insieme ad una tribù di adulti incoscienti per quella che non doveva essere la sua prima iniziazione: vestito di tutto punto, con la mimetica, come il ragazzino del manifesto di Federcaccia ritirato a furor di popolo un paio di anni fa. Armato.

Chissà se Andrea ha avuto un attimo per avere paura quando la pallottola sparata da un carabiniere in pensione lo ha colpito nel suo appostamento, chissà se lo straziante dolore di una famiglia, del padre e del fratello che lo avevano portato con loro violando leggi e buonsenso riuscirà a far capire ad un Paese che la caccia non è un gioco e nemmeno uno sport, e che un bambino di 12 anni dovrebbe uccidere solo i mostri dei videogiochi.

Noi non abbiamo la sicurezza anticaccia dell'ex ministro Brambilla, forse nel nostro Paese c'è ancora spazio per una caccia diversa, selettiva, rispettosa delle leggi, che allontani sparatutto e bracconieri ed aiuti a riparare gli errori fatti con reintroduzioni sbagliate operate dagli stessi cacciatori, ma di una cosa siamo sicuri: un Paese moderno e civile non si può permettere che un bambino venga portato a cacciare nel mezzo di una battuta di cinghiale, una delle attività venatorie più rischiose che semina l'Italia di morti e feriti adulti.

Di un'altra cosa dovremmo essere sicuri: che non solo chi ha sparato a quel piccolo cacciatore sia chiamato a pagare il conto alla giustizia di tanto strazio, ma anche chi ha permesso che un piccolo partecipasse al rito tribale dei grandi armato e vestito da grande, che venga punito chi ha visto, tollerato ed incoraggiato e chi ha fatto finta di non vedere.

Ma di una cosa non siamo affatto sicuri, eppure dovrebbe essere conseguentemente normale... Non siamo sicuri che a tutti i partecipanti a quella battuta che ha provocato questo strazio e violato le leggi dello Stato ed umane verrà tolto per sempre il porto d'armi e che l'Associazione venatoria alla quale sono iscritti quei cinghialai di  Irgoli, frazione di San Michele in Baronia, toglierà loro la tessera per sempre. 

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