[14/11/2012] News

Efficienza energetica, l'Unione europea vara il nuovo quadro comune

L'Ue ha varato un nuovo quadro comune sull'efficienza energetica. E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi la direttiva sull'efficienza energetica, che modifica due direttive (la 2009/125 relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia e 2010/30 concernete l'indicazione del consumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi all'energia, mediante l'etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti) e ne abroga altre (2004/8 sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell'energia e 2006/32 concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici).

La nuova direttiva stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell'efficienza energetica nell'Unione al fine di garantire il conseguimento dell'obiettivo principale relativo all'efficienza energetica del 20% entro il 2020 e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti al di là di tale data. Stabilisce norme volte a rimuovere gli ostacoli sul mercato dell'energia e a superare le carenze del mercato che frenano l'efficienza nella fornitura e nell'uso dell'energia. Prevede la fissazione di obiettivi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica per il 2020. Individua una serie di requisiti minimi che comunque non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere o introdurre misure più rigorose.

Dunque, per l'UE è auspicabile che l'obiettivo del 20% di efficienza energetica sia conseguito grazie all'attuazione cumulativa di misure specifiche nazionali ed europee che promuovano l'efficienza energetica in diversi ambiti. È per questo che l'Ue chiede agli Stati membri di definire obiettivi, regimi e programmi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica.

Nel fissare gli obiettivi nazionali indicativi, gli Stati membri dovrebbero poter tenere conto delle circostanze nazionali che incidono sul consumo di energia primaria, quali le rimanenti possibilità di risparmi energetici efficienti in termini di costi, le variazioni nelle importazioni ed esportazioni di energia, lo sviluppo di tutte le fonti di energie rinnovabili, l'energia nucleare, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e le azioni intraprese in fasi precoci.

Tali obiettivi e gli sforzi individuali di ciascuno Stato membro saranno valutati dalla Commissione, unitamente ai dati sui progressi compiuti, per stimare le probabilità di conseguire l'obiettivo generale dell'Unione e verificare in che misura i singoli sforzi siano sufficienti per conseguire l'obiettivo comune. La Commissione dovrà effettuare un attento monitoraggio dell'attuazione dei programmi nazionali mediante il suo quadro legislativo rivisto e nell'ambito del processo Europa 2020.

Fra l'altro gli Stati membri dovrebbero mettere a punto una strategia a lungo termine al di là del 2020 per mobilizzare gli investimenti nella ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali al fine di migliorare la prestazione energetica del parco immobiliare. Questo anche al fine di cogliere le opportunità di crescita e occupazione nei settori qualificati del commercio e dell'edilizia, nonché nella produzione di prodotti edili e nelle attività professionali, quali l'architettura, la consulenza e l'ingegneria. Del resto gli immobili rappresentano il 40% del consumo finale di energia dell'Unione.

La strategia dovrebbe riguardare ristrutturazioni profonde ed efficaci in termini di costi che comportino un ammodernamento tale da ridurre il consumo energetico sia fornito che finale di un edificio di una percentuale significativa rispetto ai livelli precedenti alla ristrutturazione, conducendo ad una prestazione energetica molto elevata. Tali ristrutturazioni profonde potrebbero anche essere effettuate per gradi.

Ed è anche opportuno fissare un tasso annuo di ristrutturazione per gli edifici di proprietà del governo centrale nel territorio di uno Stato membro e da esso occupati in modo da migliorarne la prestazione energetica. Tale tasso di ristrutturazione dovrebbe far salvi gli obblighi relativi agli edifici a energia quasi zero. Gli edifici di proprietà degli enti pubblici rappresentano una quota considerevole del parco immobiliare e godono di notevole visibilità nella vita pubblica.

Anche il settore pubblico costituisce uno strumento importante per stimolare la trasformazione del mercato verso prodotti, edifici e servizi più efficienti, nonché per indurre cambiamenti di comportamento dei cittadini e delle imprese relativamente al consumo di energia. Inoltre, la diminuzione del consumo di energia grazie a misure che permettono di migliorare l'efficienza energetica può liberare risorse pubbliche da destinare ad altri fini. Quindi, gli enti pubblici a livello nazionale, regionale e locale dovrebbero svolgere un ruolo esemplare in materia di efficienza energetica. 

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