[13/11/2012] News toscana

Fuoriuscita di idrocaburi dalla Costa Concordia: le analisi di Arpat

Il 2 novembre scorso, durante la forte mareggiata che ha colpito anche l'Isola del Giglio, nell'area del relitto della Costa Concordia venne avvistata una macchia oleosa che ha suscitato immediatamente le preoccupazioni degli ambientalisti, dell'Osservatorio che segue i lavori per la rimozione del relitto e della gente del Giglio. Nonostante la mareggiata lo sversamento è stato contenuto dalle imprese Titan e Micoperi  che stanno lavorando al recupero della nave da crociera e da imbarcazioni del Consorzio Castalia che hanno utilizzato  di panne assorbenti e l'aspirazione della sostanza galleggiante attraverso skimmer che permettono di separare acqua ed idrocarburi. Il resto lo ha fatto il mare in burrasca e il forte vento. Un skimmer è stato posizionato anche proprio sullo squarcio dal quale sono fuoriusciti gli idrocarburi.  

Il relitto non si sarebbe spostato ma sembra aver subito un lieve "accartocciamento" nell'area di prua, quella più indebolita, che potrebbe aver favorito la fuoriuscita delle sostanze inquinanti, ma il vero mistero (e problema) rimane da dove proveniva la macchia oleosa e se è possibile che fuoriescano ancora idrocarburi dalla Costa Concordia.

Secondo un comunicato emesso oggi dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) «E' presumibile che si tratti di combustibili e/o lubrificanti provenienti dalla sala macchine della nave, fuoriusciti in seguito alla forte mareggiata che si è verificata nella zona. Anche nei giorni successivi in prossimità della nave, ma all'interno delle panne si è verificato un effetto iridescenza che ha evidenziato la presenza ancora di sostanze oleose».

Non appena il mare si è calmato il personale dell'Arpat ha prelevato tre campioni: uno dallo stoccaggio del materiale raccolto e due in mare in prossimità dello squarcio da cui era fuoriuscito il materiale inquinante ed ora l'Agenzia spiega che «Le analisi di laboratorio del campione di acqua prelevato dallo stoccaggio del materiale raccolto con gli skimmer hanno confermato che si trattava di una miscela di idrocarburi pesanti (con una presenza di un numero di atomi di carbonio compreso fra 22 e 40). Il tracciato gas-cromatografico del campione è stato confrontato con quello ottenuto dall'analisi di un campione di olio combustibile prelevato a febbraio all'interno della nave, prima dello svuotamento dei serbatoi; i due tracciati non sono completamente sovrapponibili indicando una diversa composizione. Nel campione di acqua di mare (prelevata il 5 novembre) antistante la falla, non è stata rilevata la presenza di idrocarburi, al di sopra del limite di quantificazione (<100 µg/L). Nei campioni di routine del monitoraggio effettuato da Arpat nei pressi del relitto della Costa Concordia in data 6/11 (prelievi sia in superficie che in profondità) sono stati riscontrati, esclusivamente nel campione prelevato nel punto P4 (poppa Nave), tenori di idrocarburi superiori al limite di quantificazione (<100 µg/L) e precisamente in quantità pari a 220 µg/L di C (carbonio)>10».

 

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