[12/11/2012] News toscana

Bonifica: affidate ai Consorzi tutte le attivitą di manutenzione su fiumi e torrenti

Parzialmente soddisfatta l'Urbat (Unione regionale Consorzi di Bonifica e Irrigazione della Toscana) per la riforma riguardante il settore della bonifica approvata dalla Giunta regionale. Da 26 enti operanti (fra Consorzi, ex Comunità montane e Unioni dei comuni) si passa ad affidare tutto il territorio toscano ai soli Consorzi di Bonifica, che sono però ridotti di numero (da 13 a 6). Per i Consorzi di bonifica è positivo l'avvio della riforma del settore (più volte annunciata) anche se avevano chiesto di garantire un maggior rapporto con il territorio e quindi l'autogoverno.  

«Si conferma il principio fondamentale che la bonifica e la difesa del suolo si fanno in base ai bacini idrografici di riferimento come contenuto nell'intesa Stato-Regioni del 2008 - ha spiegato il presidente Urbat, Fortunato Angelini - senza inutili e dannosi passaggi burocratici derivanti dai confini amministrativi. La Regione premia l'attività dei Consorzi di bonifica, che dal '94 a oggi hanno rimesso in sesto migliaia e migliaia di chilometri di corsi d'acqua e centinaia di opere. Con la riforma, infatti, tutto il territorio regionale sarà affidato a Consorzi di Bonifica, benché ridotti da 13 a 6. Questi potranno operare in maniera omogenea e più efficace anche sui grandi fiumi (fino a oggi gestiti dalle Province) e sui torrenti di montagna (fino ad oggi in carico alle Comunità montane). Urbat aveva chiesto di mantenere un maggior legame con il territorio mantenendo 9 Consorzi- ha aggiunto Angelini-, ma affronteremo comunque meglio i dettagli della Riforma e le nostre richieste nelle audizioni nelle commissioni consiliari previste nelle prossime settimane. Inoltre chiederemo che la Riforma non ponga nuovi oneri a carico dei consorziati. Questi non possono infatti essere chiamati a pagare per attività  e opere che la legge pone in carico agli enti pubblici».

Come testimoniano i drammatici eventi di queste ore, è importante dotare la Regione di enti operativi per la difesa del suolo che possano operare sui corpi idrici in attività di prevenzione, auspicabilmente nel rispetto e nella consapevolezza anche degli obiettivi di qualità ambientale.

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