[09/11/2012] News toscana

Firenze 10+10, «Serve un green new deal fondato su salute, lavoro, ambiente come diritti»

E' iniziato ieri l'incontro europeo "Firenze 10+10/Unire le forze per un'altra Europa", quattro giorni di iniziative con 3.000 delegati di 21 paesi che alla Fortezza da Basso si confrontano su come unire le forze sociali che in Europa si oppongono a chi tenta di utilizzare la crisi per distruggere i diritti, svendere e privatizzare i beni pubblici. E' la stessa cornice di dieci anni fa, ma un contesto politico tutto diverso. «Si perché - spiegano gli organizzatori - quando, nel 2002, i movimenti e le reti europee si diedero appuntamento a Firenze per dar vita al primo Forum sociale europeo, la crisi era solo una conseguenza annunciata delle analisi dei movimenti sull'impatto prossimo della globalizzazione economico-finanziaria. Oggi, invece, è una realtà nella quale siamo tutti immersi. E' per questo che l'incontro europeo "Firenze 10+10/Unire le forze per un'altra Europa" non vuole essere una commemorazione, ma un appuntamento che ha 2 obiettivi: rispondere con un fronte comune di forze sociali a livello europeo alla crisi e alle politiche imposte dalle istituzioni dell'Ue e della Bce; creare alleanze per una strategia a lungo termine capace di costruire un'Europa sociale e dei cittadini. La presenza di tante realtà quali reti, movimenti, sindacati, associazioni, Ong, di varia provenienza e composizione va intesa come una ricerca di convergenze e di lavoro comune verso una forte e diffusa mobilitazione antiliberista che si ponga in alternativa all'Europa dei banchieri, alla supremazia del mercato, alle speculazioni finanziarie, al fiscal compact».

Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente, sottolinea che «I fatti, purtroppo, hanno dimostrato in maniera eclatante, a livello mondiale, che avevamo ragione. L'elaborazione dei vari attori dei Social Forum sull'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo si è rivelata giusta ed è più che mai necessario portarla avanti per riuscire a riscrivere un nuovo paradigma. Negli anni, tutta questa mobilitazione ha anche trasformato buone pratiche in realtà, molte delle proposte avanzate non erano solo giuste ma sono entrate davvero in campo, come ad esempio la Tobin tax. Da tanto tempo siamo convinti che non sia più rimandabile l'apertura di una nuova stagione dei diritti, dove salute, lavoro, ambiente siano percepiti come tali e non più come bisogni. E' quindi fondamentale che oggi si parli di giustizia climatica, perché rende ragione dell'intreccio fortissimo tra crisi ambientali e crisi sociali. Non si può invocare o promettere un green new deal se non partendo da queste considerazioni. L'economia verde è la sfida del futuro, all'interno di un green new deal che deve porsi l'obiettivo della lotta alle ingiustizie nel mondo ed essere capace di ripartire da lì».

Oggi a Firenze Sbilanciamoci! e "Un'altra strada per l'Europa", il forum al Parlamento europeo del 28 giugno scorso che aveva messo a confronto movimenti e politici europei su economia e democrazia, hanno organizzato, insieme agli Economistes atterrés francesi, alla rete europea di Euromemorandum, e a numerosi centri di ricerca, il Meeting of Economists' Networks on Another Economic Policy for Europe, dedicato alle alternative economiche e per costruire proposte comuni e un coordinamento stabile tra le attività in corso.

A Firenze 10+10 c'è anche European Alternatives/Alternative per l'Europa, un'organizzazione della società civile che promuove politiche e culture transnazionali e che dice: «Negli ultimi due anni la risposta delle élites europee alla crisi economica e finanziaria è stata segnata da un'aggressiva centralizzazione dei poteri decisionali, senza alcun tentativo di costruire uno spazio democratico transnazionale per legittimare questi nuovi processi europei. L'approvazione del Fiscal Compact è solo l'ultimo passo verso l'imposizione di una disciplina fiscale ancora più severa, che segue il Semestre Europeo, il Patto Europlus e il Six-Pack. L'attacco ai diritti del lavoro e allo stato sociale e la privatizzazione dei servizi fondamentali sembra richiedere in maniera crescente l'umiliazione della democrazia, persino nelle sue forme rappresentative. Lo stesso processo elettorale non avviene più in un clima normale, ma piuttosto sotto il ricatto permanente della crisi del debito sovrano e delle richieste dei mercati finanziari. Noi lanciamo un appello per la costruzione di una vasta coalizione di movimenti sociali, associazioni, forze politiche e sindacali, ma anche e in special modo dei singoli cittadini che si riconoscono nella richiesta concreta di per una radicale democrazia europea».

European Alternatives punta su due obiettivi: «1) Costruire il consenso su un insieme di richieste per la radicale democratizzazione dello spazio europeo. Queste richieste e proposte saranno il soggetto di uno strutturato dibattito online prima dell'Assemblea. 2) Contribuire all'innovazione delle pratiche politiche dei movimenti, partiti e sindacati in Europa, con la convinzione che la democrazia non dipende solo dalle istituzioni, ma anche dalla capacità della cittadinanza attiva di sviluppare nuove pratiche politiche transnazionali. Il processo partecipativo che vogliamo stabilire per la costruzione dell'assemblea mira anche a mostrare che un differente modello di pratiche democratiche transnazionali è concepibile e implementabile». 

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