[08/11/2012] News toscana

La cultura sempre pił volano per uno sviluppo sostenibile: i risultati dello studio La Toscana che verrą

Dalla cultura il 5,3% della ricchezza della Regione

La settimana internazionale dei Beni culturali e Ambientali Florens 2012 (3-11 novembre), che affronta il tema Cultura, qualità della vita, si è dimostrata oggi la piazza ideale per presentare oggi a Palazzo Vecchio lo studio La Toscana che verrà, a cura di Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Florens. Dimostrando una volta di più che con la cultura si mangia eccome, e in Toscana più che altrove.

Molti i numeri che lo confermano: nel 2011, la cultura ha generato un valore aggiunto di 5.166 milioni di euro, pari al 5,3% della ricchezza prodotta in regione, dando impiego a circa 110 mila persone (il 6,3% degli occupati regionali). Un risultato raggiunto grazie alle oltre 34.700 imprese culturali presenti in Toscana, equivalenti all'8,3% delle imprese della regionale, che fanno della regione la quarta in Italia per numero di imprese culturali, dopo Lombardia, Lazio e Veneto. D'altronde non c'è da sorprendersi visto che la Toscana vanta uno dei più vasti patrimoni storico-artistici presenti nella nostra Penisola, con 6 dei 45 siti italiani Patrimonio dell'Umanità Unesco.

«L'Italia deve fare l'Italia - è il commento di Ermete Realacci, presidente di Symbola Fondazione per le qualità italiane -. Non possiamo che puntare su innovazione, ricerca, green economy, e incrociarle con la forza del made in Italy, con la qualità, con la bellezza. La cultura è l'infrastruttura immateriale fondamentale di questa sfida. Firenze e la Toscana,  con la loro storia e la loro identità rappresentano al meglio questa idea di Italia».

In un contesto economico caratterizzato dal progressivo indebolimento dei tradizionali sistemi industriali, la cultura rappresenta senza dubbio una delle strade da percorrere per ridare nuovo slancio all'economia, sul canale di uno sviluppo sostenibile. E in alcune province toscane in particolare le "perfomance" culturali sono ragguardevoli. Arezzo e Pisa sono rispettivamente in testa e in nona posizione nella classifica nazionale delle province che più producono ricchezza con la cultura. Un risultato raggiunto grazie all'intreccio tra bellezza, cultura, innovazione, saperi artigiani e manifattura che ha saputo rilanciare il made in Italy e restituire all'economia toscana in generale, e a quella di Arezzo e Pisa in particolare, una prospettiva al di là della crisi.

«La Regione Toscana non taglierà un solo euro per la cultura, confermiamo, nel bilancio che stiamo approntando, la cifra di 26 milioni di euro di spesa corrente destinata alla cultura - commenta Cristina Scaletti, assessore alla cultura della Regione Toscana, ancora nell'ambito della kermesse Florens 2012 - Dobbiamo ribadire che la cultura è un bene primario, non negoziabile e non subordinabile e che va garantita a tutti a prescindere dal fatto che possa dare un ritorno dal punto di vista economico e turistico».

Rispetto all'incidenza dell'occupazione prodotto dalla cultura sul totale degli impiegati dell'economia locale, ad esempio la Toscana può contare sui numeri importanti di Firenze, provincia nella quale la cultura porta il 7,6% dell'occupazione e che proprio grazie a questa performance si piazza al nono posto nelle classifica dei posti di lavoro dell'industrie culturali sul totale provinciale degli occupati.

La Toscana, però, non è certo soltanto Firenze. Le province toscane, possono infatti vantare altri due primati a livello nazionale: Firenze, Arezzo e Pisa sono nella top ten nazionale della graduatoria provinciale per densità imprenditoriale dei sistemi culturali con Firenze in vetta alla classifica, Arezzo in quinta posizione e Pisa in settima; le province toscane, infine, rientrano anche nelle prime venti posizioni della graduatoria delle province italiane per propensione all'export di cultura. In questo caso Pisa è al quinto posto, Firenze al dodicesimo, Siena al quindicesimo posto, Lucca in diciassettesima posizione e Pistoia in diciottesima.

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