[08/11/2012] News toscana

Arno, pronto l'ultimo bilancio sul fiume. Arpat: «Un fiume fortemente impattato»

«Necessario un cambiamento culturale per cui la risorsa idrica diventi più cara all’opinione pubblica»

L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) dal 2007 nel periodo estivo mantiene in funzione 4 centraline automatizzate, a Buonriposo (Ar), Nave di Rosano e Fucecchio (Fi) e Calcinaia (Pi), dotate di sensori per determinare in continuo di ossigeno disciolto, temperatura, conducibilità, pH e potenziale redox. Arpat spiega che «Tale strumentazione permette di avere a disposizione informazioni in tempo reale sulle condizioni di ossigenazione e temperatura delle acque e contemporaneamente controllare l'instaurarsi di fenomeni di eutrofizzazione e di fioriture algali».

Da giugno a settembre l'Agenzia regionale ogni settimana redige un bollettino sullo stato di qualità, per supportare altri Enti nella gestione dei rilasci e degli emungimenti nel bacino dell'Arno. Per questo nel bollettino vengono inserite anche informazioni sulle portate ed i livelli idrometrici. Per quanto riguarda ossigeno e temperatura massima, i dati misurati dalle sonde ed elaborati da Arpat si riferiscono ai valori statistici che derivano da cinque anni di monitoraggio pregresso ed oggi Arpat presenta una tabella nella quale si nota che «Ci sono 2,5 gradi di differenza tra le temperature massime dell'Arno a monte e quelle a valle. Tale fenomeno è in qualche modo giustificato dall'altitudine, dall'orografia che caratterizzano il Casentino e dall'effetto "isola di calore" in prossimità delle città».

Un altro significativo indicatore della stato di salute dell'Arno è la concentrazione di ossigeno disciolto: «Le soglie di allarme in merito ai livelli minimi di ossigeno variano da 4,6 mg/l a Buonriposo e 1,5 mg/l a Calcinaia - spiega Arpat - Il tratto a monte ha un carattere più spiccatamente torrentizio che può spiegare il tenore di ossigeno più alto, ma quando il fiume scorre nella pianura alluvionale attraversando Firenze e Pisa fino a sfociare a bocca d'Arno, è difficile giustificare 3 mg/l di differenza se non ammettendo che abbiamo a che fare con un fiume fortemente impattato, fortemente sfruttato negli attingimenti di acqua, fortemente cementificato, in una parola fortemente antropizzato. Questa situazione già stressata e precaria tutto l'anno, si aggrava ulteriormente nei mesi estivi per carenza di piogge, aumento dell'insolazione ed incremento dell'evaporazione, aumento dei consumi idrici in tutti i settori; gli scarichi idrici che riportano una parte di acqua sottratta, non sempre apportano qualità e quantità tali da alleviare le condizioni del "paziente"».

Fortunatamente gli sforzi economici e gestionali nella depurazione stanno aiutando il fiume ed anche la presenza dell'invaso di Bilancino «Impedisce il verificarsi delle consuete morie di pesci che una decina di anni fa caratterizzavano il periodo estivo - dice Arpat - ma tutto ciò non è sufficiente a salvaguardare una risorsa come l'acqua preziosa e indispensabile alla vita non solo umana ma anche degli abitanti naturali dell'alveo fluviale. E' necessario un cambiamento culturale per cui la risorsa idrica diventi più cara all'opinione pubblica».

Ecco i dati di temperatura massima e concentrazione di ossigeno disciolto (minima e massima) registrati nel 2012, dall'inizio della stagione estiva,  per ogni centralina installata lungo l'Arno da monte a valle:

Nel tratto a monte il periodo più caldo si è registrato nella prima settimana di luglio, poi ancora in rialzo nella prima decade di agosto e di nuovo intorno al 20 agosto, con valori sopra la soglia di allarme.
I valori massimi di concentrazione di ossigeno disciolto , indici di un probabile instaurarsi di fenomeni eutrofici, si sono avuti da inizio luglio a metà agosto; analogamente i valori minimi di ossigeno, nello stesso periodo, hanno lambito spesso la soglia di allarme. Solo dalla metà di settembre si registrano valori di ossigeno all'interno dei valori di allerta.

Nel tratto fiorentino dell'Arno si sono registrati picchi superiori a 30°C ad inizio luglio, valori prossimi alla soglia di allarme per tutta la seconda metà del mese di luglio e poi per tutto il mese di agosto, salvo alcuni giorni di lievi precipitazioni che hanno determinato un abbassamento delle temperature. Concentrazioni di ossigeno disciolto nei valori massimi si sono mantenute per quasi tutto il periodo al di sotto delle soglie di attenzione e allarme, mentre i livelli minimi da metà giugno a fine luglio si sono mantenuti tra le due soglie, soltanto dai primi giorni di settembre si ha un rialzo dei livelli minimi di ossigeno. Da metà giugno a tutto agosto valori massimi di temperatura registrati tra le due soglie di attenzione e allarme, con picchi oltre i 30°C intorno al 20 di agosto, unica settimana di fine luglio ha registrato un abbassamento a 25 °C. Da inizio settembre temperatura più miti. Andamento della concentrazione di ossigeno denota forti condizioni di stress, con livelli minimi ben al di sotto della soglia di allarme per molti giorni da fine luglio e per tutto il mese di agosto. Si registrano temperature massime durante i due mesi di luglio e agosto in prossimità della soglia di allarme costantemente, salvo un abbassamento nella seconda metà di luglio.

Il tratto finale del tronco pisano dell'Arno denota forti oscillazioni dei livelli di ossigeno disciolto con valori minimi dalla fine di giugno a metà settembre oscillanti sui valori di attenzione e allarme.

 

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