[08/11/2012] News

Cambiamento climatico, Yvo de Boer: «Il prossimo rapporto Ipcc spaventerą a morte tutti»

Yvo De Boer, l'ex segretario esecutivo dell'United Nations framework convention on climate change che si dimise dopo l'insuccesso della Conferenza di Copenhagen del 2009, in un'intervista al quotidiano australiano WAtoday ha detto che il prossimo rapporto dell'Onu sul clima «Spaventerà a morte tutti», ma i dati drammatici che rivelerà dovrebbero anche dare la spinta necessaria perché finalmente i Psaesi del mondo firmino un accordo per affrontare davvero il global warming.

De Boer ha detto di aver appreso questo nuovo drammatico livello di pericolo dai suoi colloqui con gli scienziati che stanno lavorando al prossimo rapporto dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc)  e che gli hanno fatto chiaramente capire che i risultati saranno  sarebbe stato scioccanti: «Il rapporto spaventerà a morte tutti» ha ribadito de Boer  in Australia, ma s è anche detto fiducioso che «Quelle scoperte scientifiche creeranno un nuovo slancio politico».

De Boer si riferisce al quinto assessment report dell'Ipcc  che dovrebbe essere pubblicato tra il  2013 e l'inizio del 2014, quindi un anno dopo il prossimo summit dellUnfccc che si terrà a Doha, in Qatar e dove si discuterà  di un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto, il solo accordo esistente giuridicamente vincolante per ridurre le emissioni di gas serra. Ma alla Cop Unfccc di Durban un accordo vincolante sul taglio dei gas serra che coinvolga tutti i Paesi è stato rinviato al 2015.

Secondo de Boer, che ora è consigliere speciale globale per i cambiamenti climatici per la Kpmg, per il summit di Doha «La migliore prospettiva può essere quella che le nazioni stabiliscano obiettivi da inscrivere nelle loro legislazioni nazionali, piuttosto che un accordo internazionale vincolante. Quest'ultimo sarebbe quasi impossibile che passasse al Senato degli Stati Uniti», anche se ha vinto Obama e non l'ecoscettico Romney.

A tre anni da Copenaghen, de Boer ha detto a WAtoday  di non avere «Né incubi né sintomi di astinenza per  quei colloqui fallimentari tra i quali maratona  finale di 12 ore di discussioni a porte chiuse con Obama, l'ex primo ministro australiano Kevin Rudd e 23 altri leader mondiali . E' stata una fantastica opportunità che ci è scivolata tra le dita. Questa è la mia grande frustrazione. L'eredità di Copenaghen ha cambiato gli  atteggiamenti politici ai colloqui sul clima. La maggior parte dei politici ci pensano due volte prima di andare ad un evento climatico e,  se ci vanno ancora una volta, saranno preoccupati dal fatto che saranno celebrati per un  successo piuttosto che essere associati ad un fallimento. Le aspettative di un'azione globale contro i cambiamenti climatici sono diminuite», ma quella di Doha sarà ancora «Una conferenza molto, molto difficile» per Christiana Figueres che ha preso il suo posto all'Unfccc.

Secondo de Boer, «Il mandato per il 2015 resta ambiguo e le nazioni sarebbero riluttanti a firmare prima di sapere a cosa andranno incontro. Il Protocollo di Kyoto non è stato ratificato dagli Stati Uniti, e il Canada, il Giappone e la Russia hanno detto che non avrebbe firmato per un secondo periodo», mentre i Paesi emergenti ed in via di sviluppo stanno aspettando di sapere cosa intendono davvero fare l'Unione europea, l'Australia e gli altri Paesi sviluppati, a cominciare dalla reale  attuazione del Green Climate Fund  dell'Onu, i 100 miliardi di dollari in finanziamenti governativi e privati, che dovrebbero servire a sostenere gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico nei Paesi meno sviluppati».

De Boer sembra essersi convertito alla teoria dell'educazione climatica attraverso le catastrofi: «La supertempesta Sandy può stimolare maggiormente gli americani, ed anche gente altrove, a prendere in considerazione i rischi del cambiamento climatico», ma ha avvertito: «E' un po' come essere scioccati e smettere di fumare quando ti è stato detto che hai un cancro terminale».

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