[06/11/2012] News

Wwf, 150.000 firme per la pesca sostenibile consegnate al Parlamento europeo

Almeno 150mila cittadini europei (di cui 11mila italiani) vogliono che si peschi in maniera sostenibile. Il numero è riferito alle firme raccolte sulla petizione del Wwf  e consegnate al Parlamento europeo, in cui si chiede uno stop agli sprechi, all'illegalità, e al sovrasfruttamento della pesca. 

Il Wwf sostiene che per decenni, i ministri europei della pesca hanno preso delle decisioni insufficienti, sbagliate, generando il declino inesorabile degli stock ittici e della pesca (attualmente l'80% degli stock europei è sovrasfruttato). «La nostra petizione ha raccolto 150.000 firme, le quali, sommate ad altre 30.000 email che i cittadini europei hanno inviato ai parlamentari europei dal mese scorso, dimostrano quanto la gente voglia un cambiamento radicale nella gestione della pesca dell'Unione europea- ha dichiarato Marco Costantini, responsabile Programma Mare del Wwf Italia- I parlamentari europei ora hanno un ruolo cruciale; è a loro che si affidano le speranze di queste migliaia di cittadini». Il 28 novembre la Commissione pesca del Parlamento europeo voterà sul futuro della pesca. Per la prima volta dalla creazione della politica comune della pesca (1983), i membri del Parlamento europeo hanno la reale possibilità di correggere 30 anni di cattiva gestione da parte dei ministri della pesca. Questo grazie all'applicazione della procedura di co-decisione, che dà al Parlamento europeo pari potere decisionale.

«Le solite pressioni feroci da parte del settore industriale della pesca hanno già indebolito la proposta della Commissione europea- ha aggiunto Costantini- Ora tocca ai parlamentari europei subire tale attacco. I cittadini europei chiedono loro di resistere e di rispettare il loro volere: nessuno vuole più una pesca gestita come lo è stato in passato».

La petizione per una riforma radicale della Politica della Pesca europea chiede: che la pesca venga gestita in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi; che un insieme di regole condivise consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario; di applicare questi stessi principi a tutte i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo.

Ulrike Rodust, relatore parlamentare per la politica comune della pesca che ha ricevuto oggi le firme a nome del Parlamento europeo, ha dichiarato: «Se 150.000 persone chiedono una pesca più sostenibile ciò significa che vogliono che i loro rappresentanti al Parlamento europeo approvino e promuovano una riforma ambiziosa della pesca».

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