[06/11/2012] News toscana

Siccità e cinipide, castanicoltura in ginocchio: «50 anni fa la gente sarebbe morta di fame»

In Toscana, come più o meno nel resto del Paese, è piena crisi anche per le castagne. Siccità e cinipide galligeno mettono in ginocchio la "regina" d'autunno. La produzione è crollata in tutta la regione dove si registrano perdite con punte che toccano fino al 90% rispetto alla media storica, un annata così non si ricorda a memoria d'uomo riferiscono gli addetti ai lavori.

Le conseguenze immediate sono il via libera all'importazione  di castagne dall'estero (Cina, Corea del Sud e Turchia in testa) per contenere i prezzi al dettaglio, e comunque le difficoltà di tutta la filiera, compresa la ristorazione di qualità, che non trova né prodotto fresco né farina di castagne, ingredienti essenziali per le ricette d'autunno. Il quadro della situazione è stato fornito da Coldiretti che sta monitorando la delicata fase di raccolta in tutta la Toscana dove si producono, su circa 16 mila ettari di castagneti da frutto (dati Regione Toscana) circa 24 mila tonnellate fra marroni e castagne. «La castanicoltura - ha dichiarato Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - rappresenta da sempre una forma di integrazione al reddito agricolo che per decenni è stata di vitale importanza. Le imprese non ne possono fare a meno».

Ivo Poli, presidente dell'Associazione nazionale Città del Castagno e membro dell'Associazione castanicoltura della Garfagnana, ha fatto un giro nella Toscana delle castagne evidenziando territorio per territorio il livello di criticità. In Garfagnana si stima una produzione di farina di neccio Dop, di 7-8mila quintali contro i 25mila quintali delle annate migliori. «La siccità e l'insetto hanno frenato il ritorno nei boschi. La lotta biologica sta producendo i primi positivi effetti ma bisognerà attendere ancora qualche anno per avere risultati evidenti», ha spiegato Poli.

Molto grave lo scenario anche nel Mugello, dove la mancata produzione oscilla tra il 50% e l'80% di prodotto in meno. «La nostra ultima annata migliore è stata quella del 2010 - ha sottolineato Emanuele Piani, presidente del Consorzio di Tutela del Marrone Igp del Mugello - nel 2011 la colpa era del cinipide, quest'anno della siccità. Siamo passati da 1,200 quintali di Marrone Igp del 2010 a probabilmente 250, speriamo 300 quintali di questo anno. Anche la resa per ettaro è scesa». In Lunigiana la situazione non è migliore. La farina Dop lunigianese è l'ultima, in ordine cronologico, ad aver ottenuto la denominazione.

«La produzione era in crescita negli ultimi anni ad eccezione dello scorso che era già stata pessima - ha dichiarato Igino Avanzini, presidente del Comitato Promotore per la farina di castagne della Lunigiana Dop - ma siccità e cinipide hanno quasi azzerato la produzione. La perdita di prodotto si attesta ad un primo sondaggio intorno al 90%». L'unica area dove siccità e galligeno sembrano aver inciso meno è quella dell'Amiata dove la produzione è ridotta "solo" del 50%. «Se questa situazione si fosse verificata 50 anni fa la gente sarebbe morta di fame. Ci troviamo ad affrontare uno scenario del tutto nuovo», ha concluso Poli. Considerato l'influenza della siccità sulla produzione (ricci disidratati che non hanno favorito la maturazione delle castagne all'interno) e le previsioni dei climatologi per il futuro, lo scenario nuovo a cui si faceva riferimento in effetti è abbastanza preoccupante. 

 

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