[02/11/2012] News

Sandy farà vincere Obama? Bloomberg si schiera con il presidente

Nessuno sa davvero cosa uscirà dalle elezioni Usa del 6 novembre, ma Obama sembra in lieve vantaggio e, se vincerà, lo dovrà probabilmente a un tema che non ha utilizzato in campagna elettorale: il global warming. Ieri il sindaco di New York, il miliardario indipendente Michael Bloomberg che è stato tentato di presentarsi come terzo incomodo nella corsa alla presidenza Usa proprio perché insoddisfatto da Obama, si è schierato per la rielezione del candidato democratico, un appoggio inatteso ed un brutto colpo per Mitt Romney. Bloomberg ha detto esplicitamente che è stata a devastazione dell'uragano Sandy a spingerlo a dichiarare ilsuo sostegno ad Obama a pochi giorni dal voto.

In un articolo pubblicato su Bloomberg View, il sindaco di New York, un democratico passato ai repubblicani e poi eletto come indipendente, ha scritto che Obama ha «Fatto passi più grandi» per combattere il cambiamento climatico ed «Ha avuto alcune importanti vittorie» per quanto riguarda assistenza sanitaria ed istruzione, inoltre Bloomberg condivide le idee di Obama sull'aborto ed i diritti dei gay. «Quando entro nella cabina elettorale  ha scritto il sindaco newyorkese sul suo giornale -  penso al mondo che voglio lasciare le mie due figlie ed i valori che sono necessari per condurci lì. I due candidati alla presidenza offrono diverse visioni di dove vogliono portare l'America».

Quello che sembra sconfitto da Sandy è il fronte eco-scettico delle Big Oil e delle King Carbon che, direttamente ed attraverso Ong e fondazioni amiche, ha lautamente finanziato la campagna di Mitt Romney e dei candidati repubblicani. Su internet e nei network televisivi sta circolando un'animazione (che pubblichiamo) della Nasa che mostra l‘evoluzione della tempesta ad uragano, monitorando il suo percorso, dal 23 al 31ottobre, dai Caraibi fino al suo violentissimo urto sulla costa medio-atlantica Usa e di come abbia  guadagnato di intensità mentre viaggiava verso nord, a volte raggiungendo quasi le 1.000 miglia di larghezza. Ma che si sia trattato di un gigantesco esempio del cambiamento climatico in corso sembra indubitabile: Sandy quando ha raggiunto la costa atlantica statunitense, il 29 ottobre si è andata ad incuneare tra un fronte freddo nei Monti Appalachi ed un'alta pressione al largo del Canada che hanno impedito all'uragano di sostarsi a nord o ad est e lo hanno portato sulla costa. A quel punto Sandy è diventato un mostro climatico che ha sollevato enormi ondate che hanno devastato le zone costiere di New York e del New Jersey e portato bufera di neve nelle regioni montane. Secondo i  meteorologi i fortissimi venti di Sand sono stati prodotti da un mega-uragano che si è esteso su quadi 2 milioni di miglia quadrate.

Bloomberg ed i suoi media nel 1994 avevano appoggiato l'elezione al Senato di Romney e nel 2003 la sua campagna che lo portò a diventare governatore del Massachusetts, ma ora il sindaco miliardario dice di essere stato deluso dagli ultimi 4 anni del candidato repubblicano che avrebbe «Invertito la rotta» su temi molto sensibili per Bloomberg: «L'immigrazione, le armi illegali, il diritto all'aborto e l'assistenza sanitaria».

L'endorsement di  Bloomberg, noto anche per aver finanziato le campagne per la dismissione delle vecchie centrali a carbone di Ong ambientaliste come Sierra club, potrebbe spostare diversi elettori di centro verso Obama e comunque rompe il granitico fronte pro-Romney di Wall Street e dei grandi imprenditori Usa.

Ma a nessuno sfugge che Bloomberg ha annunciato il suo sostegno nel momento in cui ad Obama veniva riconosciuto di aver agito bene nella risposta e nella gestione della crisi della supertempesta Sandy che ha devastato la costa orientale Usa ed ha messo in ginocchio New York, una cosa riconosciuta anche da Chris Christie, il governatore repubblicano del New Jersey e sfegatato sostenitore di Romney. Resta da capire quanto conterà l'endorsement post-Sandy di Bloomberg fuori da New York (dove la vittoria di Obama era già certa) e diversi commentatori dicono che l'effetto potrebbe essere molto modesto, ma in un testa a testa ravvicinato ogni voto può contare ed Hank Sheinkopf, un consulente politico democratico che ha consigliato Bloomberg nella sua campagna elettorale del 2009 a New York, dice che quello del sindaco della Grande Mela «E' un messaggio alla comunità del business di tutto il paese che Bloomberg, che è un gigante nel mondo degli affari, si senta di sostenere questo presidente».

Obama ha preso subito la palla al balzo ed ha detto di sentirsi profondamente onorato del sostegno di Bloomberg: «Lo rispetto per la sua leadership nel mondo degli affari, per la filantropia e il suo governo ed apprezzo il lavoro straordinario che sta facendo in questo momento, per portare New York fuori da questi giorni difficili».

L'ex governatore repubblicano dello Stato di New York, George Pataki, ha tentato di minimizzare: «Non è certo sorprendente. Mike è un grande sindaco di New York City, ma è un liberal e su questo non si è mai fatto le ossa. Non sono d'accordo con lui su questo». Una ricostruzione un po' troppo consolatoria: Bloomberg nel 2008 non si era schierato né con Obama né con il candidato repubblicano John McCain, ma nel 2004 aveva sostenuto la rielezione del presidente repubblicano George W. Bush e fino ad ora aveva criticato sia  Obama che Romney, definendo senza senso un loro dibattito televisivo. Recentemente aveva accusato Obama di aver abbandonato la sua promessa di essere pragmatico e di aver ceduto al populismo, dedicandosi più alla redistribuzione dei redditi che alla creazione di ricchezza. Secondo Bloomberg invece Romney, «E' un uomo buono e decoroso», ma che fa troppi errori politici.

Alla fine è arrivata Sandy ed ha sconvolto anche l'equilibrismo politico di Bloomberg che ora è convinto che Obama abbia più possibilità di lavorare con il Congresso per influenzare il cambiamento: «Se lui ascolterà la gente di entrambi i lati dell'emiciclo e costruirà la fiducia dei moderati, può soddisfare la speranza che ha ispirato quattro anni fa e portare il nostro Paese verso un futuro migliore, per i miei ed i vostri figli».

Arriva anche un altro endorsement "pesante" pro-Obama: il  settimanale britannico The Economist, anche se scrive che il presidente Usa non ha rispettato le attese giudica le intenzioni di Romney come più pericolose, affermando che l'attuale presidente «Ha trascinato l'America via dall'orlo del disastro»: quindi meglio rivotare il primo presidente nero degli Usa.

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