[31/10/2012] News

Il piccolo rospo dorato di Kihansi riconquista le cascate dalle quali era scomparso

Un eccezionale progetto di reintroduzione di un animale estinto nel suo habitat in Tanzania

Il  rospo di Kihansi (Nectophrynoides  asperginis, Kihansi spray Toad) era considerato la specie di vertabrati con il più piccolo areale noto: la sua popolazione selvatica, circa 17.000 individui, viveva in un territorio di 2 ettari  ricoperti dalla nebbia provocata dalle cascate della gola Kihansi dei Monti Udzungwa, nella Tanzania centro-meridionale. Questi minuscoli anfibi dorati sono stati "scoperti" solo 1996, ma già nel 2004 si credeva che fossero completamente estinti nel loro limitatissimo ed umidissimo territorio, tanto che la Lista Rossa dell' International union for conservation of nature (Iucn) lo aveva dichiarato ufficialmente estinto nell'ottobre 2009.

Charles Msuya e Kim Howell, i due ricercatori dell'Università di Dar es Salaam che "scoprirono" i rospi nel 1996 sottolinearono la singolare biologia di questi anfibi: «Il Kihansi spray toad è unico a causa del suo habitat specializzato. E' endemico della Tanzania, negli "spray meadows"' alla base delle cascate di Kihansi che ricevevano più di 70 mm di "pioggia" al giorno sotto forma di spray, prima della costruzione della diga del Lower Kihansi Hydropower Project. Pochissime specie di anfibi in grado di sopravvivere in questo habitat. Il Sst è insolito anche perché il suo ciclo vitale non ha non ha lo stadio del girino che nuota liberamente, ma le  femmine danno alla luce direttamente piccoli rospetti».

Alla costruzione della diga a monte dell''habitat del Nectophrynoides  asperginis seguì un rapidissimo declino delle specie. L'infrastruttura infatti ha comportato una  perdita quasi completa degli "spray meadows"', le piccole aree libere erbose dalle quali dipendono i minuscoli rospi africani e questa catastrofe ha coinciso con un'epidemia del fungo chitridio degli anfibi, una malattia che causa estinzioni di anfibi in tutto il mondo. Il governo della Tanzania è corso ai ripari e, nel novembre 2000, la Wildlife Conservation Society (Wcs) ha trasferito negli zoo del Bronx e di Toledo, negli Usa,  499 rospi di Kihansi e poi ha avviato un programma di riproduzione in cattività che è riuscito a far nascere 6.000 rospi. Nel 2010 i ricercatori dell'università di Dar Salaam e del National environmental management council hanno realizzato colonie in cattività in Tanzania con  strutture appositamente costruite per la conservazione del piccolo rospo a Dar es Salaam e poi sul fondo della gola di Kihansi.

Secondo Andrew Odum, responsabile erpetologia allo zoo di Toledo, «Il livello di collaborazione da parte del governo della Tanzania e dei giardini zoologici partecipanti, dei biologi sul campo e degli studenti della Tanzania che hanno condiviso le loro conoscenze con noi, è stato a dir poco entusiasmante. Questa è una delle grandi storie di conservazione degli anfibi» e Jim Breheny, direttore dello zoo del  Bronx e vice presidente esecutivo del Wcs, sottolinea che «Lo zoo del Bronx ha lavorato con i suoi partner, tra cui lo zoo di Toledo, per più di un decennio per salvare questa specie e reintrodurla di nuovo in libertà. Questa occasione rappresenta un punto di riferimento ed una ragione per festeggiare».

Nel 2010 il Lower Kihansi Environmental Management Project (Lkemp), il National Environmental Management Council (Nemc) della Tanzania e l'Università di Dar es Salaam hanno organizzato un team internazionale di biologi e patologi dallo zoo di Toledo, della Wcs, dell'Amphibian specialist group e Re-introduction Specialist Group dell'Iucn.Ssc, di Global Wildlife Conservation e di altri partner per sviluppare un piano di reintroduzione del rospo di Kihansi al suo habitat naturale. Il piano dovrà anche affrontare le cause del declino del Kihansi spray toad ed effettuare una serie di esperimenti per garantire la sopravvivenza della specie in natura. In questa preliminare fase "soft" si sta studiando come rilasciare i rospi che vivono all'interno di gabbie ricoperte di rete situate nella gola Kihansi che hanno dato risultati positivi.

Prima della reintroduzione del Nectophrynoides  asperginis sono state realizzate diverse iniziative per ripristinare l'ecosistema della gola Kihansi, compresa l'installazione di un sistema di nebulizzazione dell'acqua per riprodurre l'habitat nebbioso della zona delle cascate andato perso con la costruzione della diga e la costruzione di ponti e passerelle per facilitare il controllo della gola. 

Il progetto è stato finanziato dalla Banca Mondiale e dal governo della Norvegia ed il sistema di nebulizzazione è in funzione dalla fine del 2000 per poter ripristinare e mantenere la vegetazione autoctona nella quale vivono i rospi e gli invertebrati dei quali si alimentano.

Il 30 ottobre questo piccolo anfibio che stava scomparendo dalla sua minuscola area vitale in Tanzania e quindi da tutto il mondo è stato restituito alla sua nicchia ecologica all'interno di questo ecosistema unico. 

Attualmente ci sono 2.500 anfibi, riportati in aereo dagli zoo del Bronx e di Toledo a giugno ed all'inizio di ottobre, fatti acclimatare e poi rilasciati nelle loro cascate ancestrali e i ricercatori di questa grande impresa di soccorso internazionale della biodiversità lavorano per ristabilire una popolazione vitale in natura. 

La maggior arte delle reintroduzioni di anfibi e rettili vengono fatte per ricreare o rimpinguare una popolazione rara, ma questa volta in Tanzania si sta ricostruendo una specie estinta ed il suo habitat naturale. Un progetto che è un brillante esempio di collaborazione internazionale, che unisce un enorme sforzo di un Paese povero come la Tanzania per un habitat unico ad programmi di riproduzione in cattività e ad un approccio scientifico per la reintroduzione di una specie che era data ormai per persa.

Un terzo delle circa 7.000 specie di anfibi è a rischio di estinzione e si pensa che centinaia di specie si siano estinte negli ultimi decenni a causa della perdita di habitat, delle  malattie e altri fattori. La reintroduzione del Nectophrynoides  asperginis  rappresenta quindi un enorme successo della conservazione degli anfibi grazie alla sensibilità del governo della Tanzania nel correggere l'errore della diga e ad uno sforzo internazionale da parte delle organizzazioni che collaborano. Fino ad oggi solo di una manciata di specie di anfibi è stata salvata dall'estinzione con un intenso programma di riproduzione in cattività. Ora che è tornato al suo habitat restaurato, il rospo di Kihansi rappresenta il primo caso al mondo del ritorno di un anfibio "estinto in natura" nel suo luogo natale

Sazi Salula, permanent secretary della Tanzania, spiega che «Come uno dei firmatari della Convention on biological diversity (Cbd) e della Convention on international trade on endangered species (Cites), abbiamo preso decisioni importanti seguite da iniziative volte a ripristinare l'ecosistema della gola di Kihansi. La reintroduzione dei rospi di Kihansi ed altri sforzi in corso  raffigurano l'impegno della Tanzania per la conservazione della biodiversità, nonché le esigenze della condivisione dell'acqua tra i diversi utenti».

Claude Gascon, co-presidente dell' Amphibian specialist group  Iucn-Ssc, conclude: «Il successo del piccolo Kihansi spray toad ci può insegnare grandi lezioni per il futuro della conservazione della biodiversità. Mentre gli anfibi e altre specie incorrono in gravi minacce alla loro sopravvivenza, non è mai troppo tardi per utilizzare la migliore scienza e le attività di conservazione per salvare una specie e il suo habitat Questo successo è stato possibile solo con l'aiuto e la collaborazione di molte organizzazioni di tutto il mondo, alla leadership del governo della Tanzania ed alla convinzione che nessuna specie sia in una situazione troppo terribile per cercare di salvare la vita sulla Terra. L'estinzione in natura non è per sempre». 

 

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