[31/10/2012] News

Buone notizie per il territorio: salta il condono edilizio Pdl, dalle Regioni parere favorevole al Ddl “salvasuolo”

Annullato il sit-in di protesta davanti Al Senato

Il disastroso risultato delle elezioni siciliane e la montante protesta contro il nuovo condono edilizio hanno portato i senatori a cancellare del calendario dei lavori la discussione del disegno di legge, con primo firmatario Francesco Nitto Palma (Pdl), che riapriva in modo grave e devastante i termini del condono edilizio in Italia. Legambiente ha annullato il sit-in previsto per stamattina a Roma ed il suo presidente, Vittorio Cogliati Dezza, ha subito parlato di «Vittoria di civiltà e di buon senso. Siamo molto soddisfatti per l'esito di questa vicenda e ringraziamo tutti coloro che hanno aderito al nostro appello e sostenuto le motivazioni della legalità e della sicurezza per il bene di tutto il Paese. Certo noi continueremo a vigilare, nella speranza però che nessuno abbia il coraggio di riproporre un condono tombale per la diciassettesima volta in questa legislatura».

Secondo il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, «Per ora ha prevalso la saggezza. Bene ha fatto l'Aula del Senato, su proposta del Pd, ad approvare l'espunzione del ddl Nitto Palma per la riapertura dei termini dell'ultima sanatoria edilizia dal proprio calendario. Una vittoria per chi sostiene la legalità e per tutti i cittadini onesti. Ora speriamo non ci siano colpi di coda degli ultras del condono e dell'illegalità. Da parte nostra vigileremo affinché il tentativo di una nuova sanatoria edilizia, andato a vuoto oggi, non venga riproposto tra qualche mese».

Realacci aveva definito «Positivo e rassicurante il netto no al condono edilizio che arriva anche dal governo» e spiega che ieri il sottosegretario all'ambiente Fanelli aveva ribadito in Commissione ambiente al Senato «La ferma volontà del governo di bloccare ogni tentativo di fare favori ai furbi aprendo a nuove sanatorie edilizie. Uno stop inequivocabile al ddl Nitto Palma per la riapertura dei termini del condono edilizio per gli abusi fino 2003. Una scelta di civiltà e di buonsenso, per scongiurare il pericolo che nuove colate di cemento abusivo si abbattano sul nostro territorio. Vale la pena ricordare che il Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente stimava in 25.800, tra nuove costruzioni e trasformazioni significative, gli abusi edilizi nel 2011 e che il solo "effetto annuncio" nelle precedenti sanatorie edilizie di Berlusconi generò nel 2003 40 mila nuove case illegali, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2001. Lo stesso accadde nel 1994 con il condono Berlusconi-Radice. Oltre alla voce del Pd, che sin da subito ha denunciato il maldestro tentativo del Pdl di riaprire i termini dell'ultimo condono edilizio, un secco no alla sanatoria arriva non solo dal governo, ma anche dalla società civile. Non a caso in un solo giorno l'appello di Legambiente e Repubblica ‘Una firma contro il condono edilizio' ha già raggiunto quota 5 mila sottoscrizioni».   

I senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta ribadiscono: «Consideriamo la cancellazione dal calendario dell'aula del Senato del ddl di Nitto Palma sul condono edilizio una grande vittoria del Partito Democratico. Con la scusa della regolarizzazione in Campania, infatti, il disegno di legge riapre di fatto, per tutto il territorio nazionale, i termini del condono del 2003 con l'estensione anche alle violazioni perpetrate ai danni dei beni ambientali e paesaggistici. Come abbiamo denunciato dal principio, si tratta per il Pdl di una vera e propria coazione a ripetere in materia di sanatoria edilizia, che pure stavolta è stata sventata grazie all'impegno nostro e a quello della società civile e dei media».

Il Pdl ha avuto evidentemente paura del fronte anti-condono che stava crescendo e che ha visto scendere in campo perfino il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Paolo Buzzetti, che poche ore prima dell'annuncio dell'ingloriosa ritirata aveva detto: ,«L'ipotesi di un nuovo condono edilizio è una scelta miope e contro il bene del Paese. L'Ance da sempre si oppone ai condoni che premiano l'abusivismo a discapito delle imprese che operano correttamente e nella legalità, per questo motivo appoggiamo incondizionatamente l'appello di Legambiente contro il ddl. Al contrario, ciò di cui il Paese ha veramente bisogno è un serio piano di riqualificazione delle nostre città e di messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, a partire dalle scuole, dagli ospedali e dagli edifici pubblici, che devono essere i primi luoghi in grado di garantire la salvaguardia dei cittadini. Progetti utili sotto il profilo sociale e da un punto di vista economico in grado in questo momento di crisi di dare una spinta alla ripresa del Paese».

Un cambiamento di clima che si evidenzia anche nel parere favorevole, pur con delle osservazioni, dato  delle autonomie locali al ddl anticemento del ministro delle Politiche agricole Catania.

Dario Stefano, assessore all'agricoltura della Puglia e coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza dei governatori, ha spiegato che gli emendamenti sono stati presentati pere  «Per migliorare il testo che, nella fase iniziale, era inattuabile e incostituzionale. Per noi è singolare che, prima della riunione, il ministro Mario Catania abbia immaginato di dichiarare che sono stati persi 40 giorni: questo è l'iter ordinario, se no avrebbe dovuto scegliere un'altra strada tipo quella del decreto, ma se non lo ha fatto evidentemente è  perché c'erano difficoltà anche nel governo. La nostra preoccupazione era scongiurare che il provvedimento fosse solo un manifesto e che i meccanismi applicativi producessero invece una cementificazione.   Daremo un parere favorevole condizionato all'accoglimento di alcune osservazioni».

Parere favorevole "con riserva" anche da parte dall'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) ma il provvedimento andrebbe «Inquadrato nell'ambito della problematica della legge sui suoli - ha detto il sindaco di Venezia Giorgio Orson - mentre questo Ddl riguarda solo il suolo agricolo. Servirebbe una valutazione piu' generale. I sindaci sono però d'accordo sulle finalità generali».

I tavoli tecnici al ministero dell'agricoltura alla fine hanno prodotto un testo di legge che modifica in modo sostanziale e incisivo il ddl presentato a settembre da Catania e Monti, introducendo la tutela dalla cementificazione di tutti i terreni agricoli e forestali, anche di quelli su cui i Comuni hanno previsto ampliamenti urbanistici. Sarà quindi un decreto concertato con le Regioni a stabilire se e come sarà possibile consumare nuovo suolo per costruire case e capannoni e se, invece, per gli stessi fini, non si debba fare ricorso al riutilizzo di superfici già urbanizzate, per le quali sono ipotizzate anche misure di semplificazione legislativa e di incentivazione.

Legambiente è soddisfatta e dice che «La novità migliore di un ottimo disegno di legge» e che «Il suolo diventa un bene comune: una frase brevissima, ma che contiene una vera e propria rivoluzione nel modo di governare il territorio in Italia e che, per molti aspetti, è destinata a fare scuola anche in Europa».  Gli ambientalisti dicono che «Tutti i suoli dunque vengono riconosciuti meritevoli di tutela, per la produzione agricola ma anche per l'espressione del paesaggio e di servizi eco sistemici, aspetti fondamentali perché il suolo è un comparto ambientale da cui dipende la qualità dell'aria che respiriamo e la purezza dell'acqua che beviamo, così come la regolazione del clima, la prevenzione di frane e dissesti, la biodiversità, a condizione però che il suolo resti libero da cemento e quindi in grado di accogliere la vita vegetale».

Cogliati Dezza sottolinea: «Lo stop al consumo di suolo è un imperativo per la salvaguardia dell'Italia, la rigenerazione urbana e la qualità delle produzioni agroalimentari. Stando così le cose, ci aspettiamo che l'iter di approvazione sia il più rapido possibile, in modo il testo sia legge ben prima della scadenza della legislatura».

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