[26/10/2012] News

CapSorb, ovvero come bonificare gli sversamenti di greggio con i fanghi delle cartiere

Tecnologia in grado di affrontare anche gli sversamenti di sostanze chimiche

L'Unione europea ogni anno produce circa 3 miliardi di tonnellate di rifiuti e l'Italia, visti i continui richiami e le procedure di infrazione aperte dalla stessa Ue, sa bene quanto sia necessario chiudere con efficienza ed efficacia il ciclo integrato dei rifiuti. Materiali che - a chi li getta - possono sembrare ormai privi di valore ma che invece possono non solo rivivere sottoforma di materie prime seconde, ma possono anche essere utilizzati per contribuire a ripulire l'ambiente e renderlo più sano, invece che ad inquinarlo ulteriormente.

E' il caso di un progetto europeo, CapSorb, attuato in Slovenia dai ricercatori del Technological, environmental and logistics centre (Tec) che sono riusciti a trasformare i rifiuti delle cartiere in un prodotto che può assorbire le maree nere petrolifere. Il team di ricercatori è stato cofinanziato al 60 % dall'Agenzia esecutiva per la competitività e l'innovazione (EaciI) del Progetto eco-innovazione del Programma quadro per l'innovazione e la competitività (Pic), ricevendo per la loro tecnologia 923.007 euro di come aiuto nel "processo di industrializzazione e accettazione nel mercato. 

Il bollettino scientifico dell'Ue Cordis spiega che «il processo di reinserimento dei rifiuti nel ciclo economico è conosciuto come simbiosi industriale, o ecologia industriale. Questo processo aumenta la quantità di fonti energetiche e di materiali e prende spunto dagli ecosistemi presenti in natura dove animali e piante vivono in simbiosi gli uni con gli altri. Il concetto di fondo per questo modello è che tutti i rifiuti dovrebbero essere considerati come potenziali risorse e che separare lo sviluppo dall'uso delle risorse è la chiave per la sostenibilità. Questa è la filosofia su cui si basa anche l'iniziativa europea "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse". Questo progetto europeo rappresenta un passo importante per dimostrare ciò che può essere fatto per raggiungere i suoi obbiettivi».

I ricercatori sono partiti dalla constatazione che la produzione di carta e prodotti derivati è enorme e genera anche un'enorme quantità di rifiuti: «Solo in Europa l'industria della carta produce oltre 14.400.000 di tonnellate di fanghi dalle cartiere ogni anno». Fino ad ora i fanghi delle cartiere venivano poco utilizzati come materiale per altre applicazioni industriali e finivano soprattutto nelle discariche, ma una recente legislazione ambientale dell'Ue, visto l'alto contenuto di carbonio organico e di altri elementi miscelati nei rifiuti delle cartiere, dice che bisogna favorire altre opzioni di smaltimento e riutilizzo.

L'ex direttore del Tec, Marko Likon, sottolinea su Cordis il legame tra rifiuti delle cartiere e sversamenti di greggio: «Noi abbiamo fatto molto velocemente il collegamento tra assorbimento di petrolio e carburante e rifiuti provenienti dall'industria della carta, e questo ci ha portati a considerare i fanghi prodotti dalle cartiere come un tesoro e non come rifiuti».

Infatti, la tecnologia di conversione da fango della cartiera a materiale assorbente (Caps) permette di riciclare i fanghi in un materiale e assorbente molto efficiente che è stato chiamato CapSorb e che sembra in grado di ripulire perdite di idrocarburi sostanze chimiche nelle acque aperte come nei porti industriali e turistici ed anche su superfici "dure" per assorbire sostanze con differenti gradi di viscosità. Secondo il Tec «il materiale è talmente efficace che è in grado di assorbire oltre il 99% della quantità iniziale di sostanza idrofobica sulla superficie dell'acqua, come ad esempio quella in una chiazza di petrolio». 1 kg di questo materiale assorbente derivato dai fanghi delle cartiere può assorbire fino a 4 kg di sostanze sversate. 

I benefici ambientali secondo il Tec sarebbero enormi: diminuzione emissioni di gas serra; riduzione della quantità di fanghi di cartiera Pms (evitando di mettere in discarica e di incenerire materie prime); diminuzione della produzione di assorbenti sintetici (riciclaggio dei Pms e sostituzione dei materiali artificiali con quelli  naturali); incenerimento ad alta efficienza del CapSorb utilizzato (ad esempio per l'utilizzo in cementifici); dopo l'incenerimento si produce un nuovo tipo di assorbente inorganico (meta-caolino); connessione sostenibile con altri settori industriali.

I ricercatori sottolineano che «la tecnologia Caps utilizza in modo efficiente le eccedenze di energia termica che le  cartiere sprecano di solito nell'ambiente, per il trattamento dei rifiuti industriali (Pms) in un prodotto di alta valore aggiunto. Il prodotto assorbente (CapSorb) può essere quindi utilizzato dalle industrie petrolifere, chimiche, della logistica e dei trasporti, nonché da enti pubblici come vigili del fuoco, protezione civile e dalle istituzioni in caso di catastrofe, dunque da parte delle istituzioni che hanno bisogno di un prodotto ambientale di prodotto environmental friendly, efficiente e economico e al tempo stesso sostenibile per l'eliminazione di eventuali fuoriuscite di petrolio dal superfici d'acqua e/o per la manutenzione disoleatori. La tecnologia è relativamente poco costoso, semplice e facilmente replicabile in particolare nei mercati con una industria della carta sviluppati». 

Una linea produttiva di Cap Sorb è già stata sottoposta a test in Slovenia e Franc Cernec, capo del progetto alla Tec evidenzia che «ci sono progetti per ampliare la nostra attività con una nuova linea di produzione per le cartiere slovene e in seguito con un'altra linea di produzione in Finlandia».

 

  1. Cordis sottolinea che «grazie al riciclaggio di rifiuti per pulire altri rifiuti essi non solo hanno portato un beneficio ambientale all'industria della carta mediante la riduzione dei loro rifiuti, ma hanno anche portato un beneficio ambientale ad attività come i porti turistici, offrendo loro una soluzione rispettosa dell'ambiente per mantenere pulite le zone a loro vicine.  Il mercato potenziale per il loro prodotto è molto grande, a parte le fuoriuscite di petrolio esso può essere usato anche in altri settori industriali, in particolare in quelli che richiedono separatori di petrolio. Tra questi ci sono porti, distributori di benzina (circa 110.000 in Europa), raffinerie di petrolio, officine meccaniche, scarichi degli autolavaggi, industrie metalliche, l'industria meccanica, porti turistici, ristoranti, alberghi, industrie chimiche e parcheggi». 

 

 

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