[19/10/2012] News

Direttiva trattamento delle acque: la Corte Ue condanna il Regno Unito

Il Regno Unito è stato condannato dalla Corte di Giustizia europea per non aver garantito una raccolta appropriata delle acque reflue urbane degli agglomerati di oltre 15 000 abitanti equivalenti di Sunderland (Whitburn) e di Londra (reti fognarie di Beckton e Crossness). E anche per non aver garantito un trattamento appropriato delle acque reflue urbane a Londra (impianti di trattamento di Beckton, di Crossness e di Mogden). Lo Stato, dunque è venuto meno agli obblighi a esso incombenti in forza della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271).

La questione ha inizio nel 2003 quando la Commissione ha ricevuto una denuncia relativa all'impianto di pompaggio di Whitburn Steel e altre denunce inerenti tracimazioni eccessive causate da piogge violente in varie zone di Londra. Ed è proseguita fino al 2008 con una serie di lettere di diffida e di chiarimenti fra la Commissione e lo Stato.

La direttiva del 1991 ha lo scopo di proteggere l'ambiente dalle ripercussioni negative provocate dagli scarichi di acque reflue. L'obiettivo perseguito dalla direttiva va al di là della semplice protezione degli ecosistemi acquatici e tende a preservare l'uomo, la fauna, la flora, il suolo, l'acqua, l'aria e il paesaggio da qualsiasi incidenza negativa rilevante connessa alla proliferazione di alghe e di forme superiori di vita vegetale cagionata dagli scarichi di acque reflue urbane.

Ed è proprio alla luce di questo obiettivo, che devono essere interpretate le nozioni di "prestazioni sufficienti", di "piogge [eccezionalmente] abbondanti" e di "tecniche migliori che non comportino costi eccessivi" (Btkneec) contenute nella direttiva.

Dunque, per rispondere all'obiettivo di protezione dell'ambiente, la nozione di "prestazioni sufficienti", sebbene non accompagnata da dati numerici, deve essere interpretata nel senso che, in condizioni climatiche normali e tenuto conto delle variazioni stagionali, la totalità delle acque reflue urbane deve essere raccolta e trattata. Di conseguenza, il mancato trattamento delle acque reflue urbane può essere tollerato soltanto in occasione di circostanze che esulino dall'ordinario. Tanto che il regolare verificarsi di scarichi di acque reflue urbane non trattate risulterebbe in contrasto con la direttiva 91/271.

Con l'inserimento della nozione di "piogge [eccezionalmente] abbondanti" (contenuta della nota 1 dell'allegato I della direttiva 91/271) -  che si applica alle reti fognarie e agli impianti di trattamento - il legislatore dell'Unione ha riconosciuto che esistono situazioni in cui tutte le acque reflue urbane non potranno essere raccolte o trattate. Ha rilevato, infatti, che, in pratica "non è possibile costruire reti fognarie e impianti di trattamento in modo che tutte le acque reflue possano venire trattate". E ha previsto che la mancata raccolta e il mancato trattamento delle acque reflue possano essere tollerati "in situazioni come quelle determinate da piogge [eccezionalmente] abbondanti". Anche se in questo caso, spetta agli Stati membri decidere "le misure per contenere l'inquinamento da tracimazioni dovute a piogge violente".

Però si deve tener presente che l'espressione "piogge [eccezionalmente] abbondanti" è menzionata dal legislatore europeo esclusivamente a titolo indicativo, essendo preceduta dall'espressione "in situazioni come quelle". In tal modo, la mancata raccolta o il mancato trattamento delle acque reflue può essere ammesso parimenti in altre circostanze. Ma, l'obiettivo perseguito dalla direttiva non consente di considerare che tali altre circostanze ricorrano in modo ordinario e corrente poiché il termine "[eccezionalmente]"ben indica che la mancata raccolta o il mancato trattamento delle acque reflue non può intervenire in condizioni ordinarie.

Comunque sia, qualora uno Stato membro si trovi di fronte ad una situazione eccezionale che non gli consenta di raccogliere o di trattare le acque reflue, esso resta tenuto ad adottare le misure appropriate per contenere l'inquinamento.

Tuttavia, dal momento che la nozione di "piogge [eccezionalmente] abbondanti" non è espressamente definita da tale direttiva, la Commissione - nell'ambito del suo controllo del rispetto del diritto dell'Unione - può legittimamente adottare orientamenti e, dato che la Corte non è competente per quantificare obblighi previsti dalla direttiva, la nozione in questione deve essere valutata alla luce della nozione di Btkneec.

La nozione di Btkneec (menzionata all'allegato I, sezione A, della direttiva 91/271) sebbene prevista soltanto per le reti fognarie, costituisce una nozione intrinseca al complesso delle disposizioni della direttiva evitando al contempo un'applicazione troppo rigida delle norme previste. Quindi la nozione dovrà essere estesa agli impianti di trattamento, nella parte in cui consente, in taluni casi, scarichi di acque reflue non trattate sebbene abbiano effetti negativi sull'ambiente.

La nozione di Btkneec dev'essere esaminata comparando, da un lato, la tecnologia migliore nonché i costi previsti e, dall'altro, i vantaggi che una rete fognaria o un impianto di trattamento di maggiore efficienza può apportare. In tale contesto, i costi occorsi non possono essere sproporzionati rispetto ai vantaggi procurati.

Nel caso in cui la raccolta e il trattamento del complesso delle acque reflue risultassero impossibili o assai difficili, spetterà allo Stato membro interessato dimostrare che i requisiti per l'applicazione della nozione di Btkneec sono soddisfatti. 

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