[16/10/2012] News toscana

Radon, indagine Arpat: la popolazione toscana è esposta a livelli bassi ma ci sono aree critiche

Il radon è un gas radioattivo di origine naturale, emanato da rocce e suoli, che tende a concentrarsi negli ambienti chiusi raggiungendo concentrazioni pericolose per la salute, se i ricambi di aria non sono adeguati. È solubile in acqua e si presenta come un gas incolore, inodore ed insapore ed è la più importante fra le sostanze radioattive di origine naturale, perché contribuisce in media, a livello mondiale, per il 50% alla dose da radiazioni naturali. Anche se il dato è poco conosciuto il radon è la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta. Per questi motivi la riduzione dell'esposizione al radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro è da oltre due decenni oggetto di studio e raccomandazioni da parte di diversi organismi internazionali.

Il D.Lgs. 230/95 (e sue modifiche) richiede che le Regioni individuino le zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon e le caratteristiche dei luoghi di lavoro che possono determinare livelli elevati di radon. In questo contesto la Regione Toscana ha affidato nel 2006 ad Arpa la realizzazione di una indagine estesa a tutto il territorio regionale, per determinare i livelli di radon nelle abitazioni e negli ambienti di lavoro. I dati raccolti tra il 2006 e il 2010 in quasi 2000 abitazioni e 1300 luoghi di lavoro con misure in quasi 8000 locali, sono confortanti.

«Dall'indagine emerge che la popolazione toscana è esposta a livelli relativamente bassi rispetto ai valori medi nazionali- hanno spiegato da Arpat- Ci sono zone tuttavia dove, per le caratteristiche geomorfologiche del terreno i livelli del gas risultano più alti e sono l'Appennino, il sud della Toscana e le isole».

Due sono gli indicatori presi in esame che rappresentano la distribuzione del radon in Toscana nel suo complesso e in ogni comune della regione: il primo è il "valore medio annuo della concentrazione di radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro", il secondo, la "percentuale di edifici che superano i livelli di riferimento o azione".

«Infatti, i risultati singoli delle misure di concentrazione di radon sono importanti per valutare l'esposizione delle persone che utilizzano il singolo edificio misurato, ma non rappresentano il livello di radon in una zona se presi singolarmente, a causa della grande variabilità anche su piccole distanze- hanno precisato da Arpat- La conoscenza dei parametri rappresentativi della situazione a livello regionale e in ciascun comune consente invece di valutare dove e in che misura intervenire per ridurre l'esposizione al radon di popolazione e lavoratori». La concentrazione media annua di radon, pesata sulla popolazione, è 35 Bq/m3, in confronto al valore medio nazionale di 70 Bq/m3. La percentuale di abitazioni che superano il livello di 200 Bq/m3 (livello di riferimento utilizzato) è l'1,5% mentre per tutta l'Italia è il 4,1%.

«Il fatto che la regione nel suo insieme si collochi nella fascia di esposizione medio-bassa, non esclude la presenza di parti del territorio che presentano valori più elevati- hanno precisato da Arpat- I 287 Comuni della Toscana presentano situazioni molto diverse dal punto di vista del numero di dati disponibili (in abitazioni, luoghi di lavoro, scuole), dei livelli medi di radon e delle percentuali di superamento dei limiti/riferimenti normativi. Nel rapporto viene quindi proposto un elenco di 13 Comuni dove l'esistenza di livelli di radon significativamente più elevati rispetto alla media nazionale è accertata sulla base di un numero minimo di misurazioni effettuate nelle abitazioni (15), e dove la percentuale di abitazioni che superano 200 Bq/m3 è uguale o maggiore al 10%».

I comuni sono Sorano, Santa Fiora, Isola del Giglio, Pitigliano, Arcidosso, Roccastrada, Castel del Piano (in provincia di Grosseto), Piancastagnaio, Abbadia San Salvatore (in provincia di Siena), Marciana e Marciana Marina (in provincia di Livorno), Montecatini Val di Cecina (in provincia di Pisa), Piteglio (in provincia di Pistoia). In questa parte di territorio toscano si concentreranno gli sforzi per individuare gli edifici con valori elevati della concentrazione di radon e qui saranno indirizzati i primi interventi di riduzione delle concentrazioni.

«Nei regolamenti edilizi delle aree con concentrazioni più elevate potranno essere inserite indicazioni per la costruzione degli edifici in modo da limitare l'ingresso del radon-hanno aggiunto dall'Agenzia- I principali accorgimenti in fase di progettazione riguardano l'isolamento dal terreno, la possibilità di areare il vespaio o le cantine, la sigillatura delle vie di accesso del gas all'interno, rendendo impermeabili i solai, e l'isolamento di fessure e condutture. Per ridurre la concentrazione di radon in un edificio è possibile realizzare le cosiddette "azioni di rimedio", che consistono in semplici accorgimenti o interventi finalizzati a ridurre l'ingresso del radon nell'edificio e/o ad aumentare il ricambio dell'aria interna attraverso l'immissione di aria esterna» hanno concluso da Arpat.

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