[15/10/2012] News

Le associazioni agricole riminesi contro la nuova Statale Adriatica SS16: spreco di suolo

Le istituzioni prima rassicurano, poi cambiano opinione

Confederazione italiana agricoltori (Cia), Coldiretti, Confagricoltura hanno scritto al governo per segnalare lo spreco di suolo agricolo ed accusano le istituzioni di aver ignorato gli strumenti di partecipazione democratica per processi di pianificazione territoriale nella vicenda della variante della nuova Statale Adriatica ss 16 che attraversa la fascia dei comuni costieri della provincia di Rimini.
Oltre 150 agricoltori di Cia e Coldiretti hanno presentato osservazioni alla commissione Valutazione impatto ambientale (Via) che, in sintesi, sottolineano «La totale mancanza di attenzione nel progetto dell'opera per la risorsa naturale più scarsa della pianura di Rimini (nonché bene comune) e cioè il suolo agricolo.
I dati parlano chiaro: la nuova Adriatica e relative opere collaterali occuperanno per ben il 94% suoli agricoli e coltivabili, mentre solo per il restante 6% intercetterà aree già urbane. Infatti, i mappali agricoli coinvolti comprendono quasi 6 milioni di mq di suolo coltivabile di cui 1.402.096 metri quadrati definitivamente occupati dalle infrastrutture viarie di progetto. Ai terreni direttamente coinvolti dall'opera si sommano inoltre tutti quelli che ne subiranno per sempre l'inquinamento da metalli pesanti prodotto dal traffico».
Il Forum Salviamo il Paesaggio, che riprende e rilancia le osservazioni, sottolinea che «Si tratta di numeri impressionanti, se si considera che, come risulta dal Censimento agricolo 2010, solo nell'ultimo decennio la provincia di Rimini ha perso il 18% della sua superficie agricola coltivata, mentre le aziende agricole di pianura sono passate dalle 3.638 del 2000 alle attuali 2.027 (-44,3%). Nello specifico con quest'opera si incide in modo devastate sulle colture da orto per il consumo fresco, tipiche di questa zona: è un ambito produttivo in cui le aziende nel 2000 erano 1.474 in confronto alle 604 attuali. Ancora una volta, quindi, appare evidente come il peso infrastrutturale del cosiddetto "sviluppo" si realizzi sempre e solo a scapito delle aree rurali, considerate di fatto come serbatoio residuale per altri usi, e non invece come chance ultimativa di recupero di sostenibilità per un sistema insediativo ad altissimo impatto ambientale, qual è quello riminese. Infatti, nonostante le dichiarazioni su sviluppo sostenibile, qualità ambientale e opzione "zero consumo di altro suolo" sottoscritte dal Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Rimini e dal recentissimo Psc (Piano Strutturale Comunale, ex Prg) di Rimini, il tracciato proposto prosegue, di fatto, in una logica di occupazione squilibrata delle poche aree libere rimaste, a vantaggio esclusivo della cementificazione».
Proprio per questo, fin dal momento della pubblicazione del progetto dell'infrastruttura, il mondo agricolo si organizzò in modo unitario per inviare le osservazioni che sottolineavano questi impatti. Dopo due ani non era arrivata nessuna comunicazione formale e quindi, la scorsa primavera, le associazioni agricole hanno richiesto, attraverso un legale, l'accesso agli atti della variante. Il 12 aprile la Commissione Via del ministero dell'ambiente ha risposto che «Ancora non è stato approvato il tracciato, in quanto la Via non è conclusa» e che varianti meno invasive al tracciato originario erano state chieste, oltre che dagli agricoltori, anche dal Comune di Rimini, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Commissione Via.
Ma Forum Salviamo il Paesaggio ed associazioni ora denunciano. «Dopo una serie di passaggi burocratici poco chiari, si apprende che Anas, supportata dalla Provincia di Rimini, ripropone lo stesso tracciato, ignorando di fatto la richiesta di riduzione dell'impatto e la ripubblicazione del progetto come prescritto dalla Commissione Via. Anche il Comune di Rimini, che inizialmente aveva escluso il tracciato dal proprio Piano Comunale (previa sostituzione dell'assessore competente), nell'ultima settimana di operatività della precedente Giunta, in data 23 marzo 2011, approva una variante urbanistica per una nuova area produttiva (che visti i tempi che corrono, probabilmente non si attuerà mai) a tutto vantaggio di alcune proprietà immobiliari. Dulcis in fundo, la Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna, il 2 giugno di quest'anno, cambia la propria posizione originaria e sottoscrive anch'essa il vecchio tracciato, con una delibera ad hoc, come gentilmente fa sapere tre mesi dopo la richiesta di accesso agli atti».
Le organizzazioni agricole sono abbastanza arrabbiate per questi atteggiamenti e voltafaccia ed hanno chiesto «Un incontro urgente con la direzione e la Commissione Via del ministero dell'ambiente per illustrare i punti giuridicamente controversi dell'intera vicenda». Ma il Forum rivela che «Per tutta la riposta, giunge l'approvazione con prescrizioni (???) della Commissione VIA stessa, datata il 13 luglio 2012, per il vecchio tracciato, senza modificazioni significative in materia di consumo del suolo agricolo. Ora gli agricoltori attendono il perfezionamento della pratica Via (con l'avvallo della direzione Paesaggio del ministero dei beni culturali) per eventualmente impugnare il pronunciamento della Commissione Via in sede di Tribunale Amministrativo».

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