[15/10/2012] News

Con bracconaggio e commercio di selvaggina a rischio la biodiversità delle savane africane

Un nuovo rapporto presentato alla Conferenza della parti della Convention on biological diversity (Cbd) in corso ad Hyderabad, in India, conferma che la caccia illegale e il commercio di carne selvatica sono sempre più frequenti ed hanno un impatto maggiore di quanto si pensasse sulle popolazioni di fauna selvatica nelle savane del sud e dell'est dell'Africa.

Fenomeni che se non saranno gestiti potrebbe potenzialmente causare una "crisi della conservazione". Il rapporto ""Illegal Hunting and the Bush-Meat Trade in Savanna Africa: Drivers, Impacts and Solutions to Address the Problem" presentato dall'Ong ambientalista Panthera contesta con nuovi dati le precedenti convinzioni sull'impatto della caccia agli animali selvatici e del commercio illegale in Africa: «Mentre il commercio di carne selvatica è da tempo riconosciuto come una grave minaccia per le risorse alimentari delle popolazioni indigene e per le popolazioni della fauna selvatica nelle foreste dell'Africa occidentale e centrale, molta meno attenzione si è concentrata sulla questione nelle savane africane, in parte a causa dell'equivoco che la caccia illegale per la carne di animali selvatici nelle savane africane sia un piccolo fenomeno praticato per ragioni di sussistenza».

Panthera, Zoological society of London e Wildlife conservation society  sono invece molto preoccupate per  l'impatto del bracconaggio e del commercio di selvaggina di queste savane e, con il sostegno della Fao e di Traffic, hanno organizzato insieme un workshop a Johannesburg, in Sud Africa, che ha visto la partecipazione di esperti di fauna selvatica per individuare i driver della caccia e del commercio illegali di carne e gli interventi necessari per mitigare questi problemi. Il rapporto che ne è nato fornisce la prima panoramica completa della minaccia rappresentata dal bracconaggio e dal commercio di carne di animali selvatici nelle savane africane negli ultimi 12 anni e svela quanto sia grave sia diventato  il problema. 

Lo "snaring", cioè il bracconaggio con trappole realizzate con lacci, è il metodo più comune di caccia illegale ed è altamente efficace, difficile da controllare ed ha un grave impatto sulla fauna selvatica a causa della sua non-selettività e dei frequenti ferimenti non immediatamente letali animali. Il trappolamento illegale riguarda ormai sia la caccia comunitaria di sussistenza che quella per rifornire i mercati cittadini africani ed i grandi traffici internazionali.

Gli esperti pensano che «I driver del commercio di carne selvatica nelle zone di savana sono molteplici e comprendono: aumento della domanda di carne di animali selvatici nelle zone rurali e urbane; invasione umana sulle aree naturali; inadeguati sistemi penali e la mancanza della loro  applicazione, la mancanza di mezzi di sussistenza e fonti alimentari alternativi per persone che vivono in ad aree naturali o nelle vicinanze; la mancanza di diritti chiari sulla fauna selvatica o la terra; l'instabilità politica;  la corruzione e il malgoverno; la domanda di parti del corpo della fauna selvatica per la medicina tradizionale e le cerimonie; e abbondanti forniture di cavo (che viene utilizzato dai cacciatori per fare le trappole per la selvaggina)».

Il principale autore, Peter Lindsey, coordinator della Lion program policy initiative di Phantera  ha spiegato: «Devono essere investiti molto più impegno, attenzione e risorse per affrontare la caccia illegale e il commercio di carne di animali selvatici. In mancanza di tale sforzo, una delle risorse più preziose dell'Africa, la fauna selvatica del continente e il vantaggio che rappresenta, si indebolirà rapidamente e scompariranno da molte zone». I risultati del workshop hanno confermato che «La caccia illegale di carne di animali selvatici nel bioma savana sta emergendo come una delle minacce più gravi per la fauna selvatica in diversi Paesi. Drammatiche le conseguenze ecologiche: sono scomparse molte specie locali dentro e fuori le aree protette, con la riduzione nelle dimensioni delle aree protette e, in alcuni casi, il completo collasso e la scomparsa delle popolazioni di fauna selvatica». Inoltre, gli scienziati stimano che «Le popolazioni di fauna selvatica si assottigliano, la pressione sulle popolazioni rimanenti, compresi quelle nelle aree protette, sono destinato ad aumentare».

Insieme a questi impatti ecologici sconvolgenti, il rapporto dimostra che «Il commercio di carne di animali selvatici porta a gravi conseguenze economiche e sociali negative sulle popolazioni indigene e per le comunità locali». Inoltre, «Il commercio di carne di animali selvatici precludere le opzioni per lo sviluppo di un turismo della fauna selvatica di turismo e di altre forme di utilizzo del territorio basato sulla fauna selvatica in molti settori, minacciando un fattore primario potenziale di crescita economica e la creazione di posti di lavoro per le comunità locali».

Il rapporto evidenzia anche l''impatto del commercio della selvaggina sulla sicurezza alimentare delle  comunità locali: «Mentre il commercio di carne selvatica contribuisce attualmente alle esigenze di proteine delle famiglie in molte aree locali, la pratica non è sostenibile, a causa di metodi di caccia inutili e non selettivi e della mancanza di regolamentazione del prelievo».  Il rapporto spiega che , invece, «La caccia giuridicamente regolamentata della fauna selvatica ha il potenziale per generare massicce quantità sostenibili di proteine della carne per le famiglie locali» e delinea inoltre le infrastrutture e la logistica per contrastare la caccia agli animali selvatici e il commercio illegali.

Alla Cop 11 della Cbd ad Hyderabad, Roland Melisch, capo delegazione di Traffic, ha invitato tutti ad includere questo documento sulla carne di animali selvatici nelle considerazioni finali: «Una serie completa di raccomandazioni sull'uso sostenibile della carne selvatica è stato concordata dagli esperti delle Parti e dalle popolazioni indigene e delle comunità locali attraverso un processo pluriennale. Per le Parti della Cbd è giunto il momento di agire e di  adottare tali raccomandazioni».

Lo studio descrive una varietà di soluzioni necessarie per mitigare il bracconaggio e il commercio illegale carne di animali selvatici, tra le quali: «Pianificazione del territorio per garantire la conservazione di aree naturali lontano dalle popolazioni umane; misure per consentire alle comunità di beneficiare legalmente dalla fauna selvatica in modo sostenibile; una protezione giuridica migliore ella fauna selvatica e l'applicazione del diritto, la fornitura di mezzi di sussistenza e fonti di cibo alternativi, le misure per ridurre la disponibilità di cavi per creare le trappole».

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