[12/10/2012] News

Giornata internazionale per la riduzioni dei disastri, Agire: «Investire in prevenzione»

Domani si celebra Giornata internazionale per la riduzioni dei disastri, con l'obiettivo di valorizzare la capacità delle persone e delle comunità di ridurre i rischi di disastri naturali e diffondere conoscenze e consapevolezza riguardo all'importanza delle pratiche di prevenzione e mitigazione (il tema del 2012 è "Donne e bambine: la forza In-visibile della resilienza").

Nell'occasione Agire (Agenzia italiana risposta alle emergenze) ha fornito alcuni numeri per ricordare quanto il tema sia urgente. Nel solo 2010, 373 disastri naturali hanno colpito più di 200 milioni di persone, ne hanno uccise quasi 270 mila e hanno provocato danni per un valore di circa 110 miliardi di dollari. Nel decennio 2000-2010, più di 1 milione di persone ha perso la vita a causa di disastri naturali.

Lo tsunami nell'Oceano Indiano, l'uragano Katrina negli USA, i terremoti in Pakistan, Haiti e Cile, le inondazioni in Uganda, Cina e Pakistan hanno provocato immense sofferenze alle popolazioni e importanti danni materiali ed ambientali, che hanno contribuito ad evidenziare l'urgenza di investimenti nel campo della prevenzione e della mitigazione dei rischi.

«La giornata del 13 ottobre serve a ricordarci che cambiamenti climatici, urbanizzazione, povertà e degrado ambientale (cause principali dell'aumento del rischio di catastrofi naturali e dell'incidenza dei danni) possono in parte essere mitigate e si può intervenire prima che gli eventi naturali diventino catastrofi in termini di impatto sulle vite umane e sul territorio -  ha  dichiarato Marco Bertotto, direttore di Agire - Tutto ciò comporta non solo un risparmio importante di vite umane ma anche di risorse economiche».

Dal 1980 al 2010, il numero dei soli disastri connessi al clima è cresciuto in media del 4,1% all'anno- hanno informato dall'Agenzia- Nel 2011, questi disastri hanno ucciso 27 mila persone e sono costati 380 miliardi di dollari in perdite economiche. Il loro costo finanziario sta raddoppiando ogni 12 anni. E  Agire stima che i disastri connessi al clima colpiranno nel 2015 ben 375 milioni di persone, il 43% in più del 2010. Dal 1981, anche nei paesi Ocse i danni economici provocati dai disastri stanno crescendo più rapidamente del Pil pro capite.

Ciò significa che il rischio di perdere la ricchezza in condizioni di disastri è ora superiore alla velocità con cui la ricchezza stessa si sta creando. «L'Organizzazione metereologica mondiale ha evidenziato come per ogni dollaro investito nella prevenzione se ne potrebbero risparmiare circa 7 in assistenza umanitaria e ricostruzione. Nonostante questo ad oggi sui primi 40 paesi beneficiari di assistenza umanitaria, solamente l'1% degli aiuti viene destinato alla riduzione dei rischi da disastro». Anche l'Italia nel suo piccolo ha pagato un forte tributo in termini di perdita di vite umane e danni ambientali dovuti ad eventi estremi il cui effetto "a terra" cresce esponenzialmente a causa dell'incuria del territorio sempre più invaso dal cemento.

Ma nonostante questo i finanziamenti degli interventi di prevenzione sono visti come una spesa e non come un investimento per il futuro, capace tra l'altro di dare oggi buoni posti di lavoro e muovere l'economia nella direzione green. Nel 2005 la Piattaforma Globale per la Riduzione del Rischio, creata durante la conferenza di Hyogo, ha proposto un piano decennale per rafforzare la resilienza di città, comunità e nazioni, riducendo in modo significativo le conseguenze dei disastri. Nel 2009, tra le varie misure adottate, i rappresentanti della Piattaforma hanno lanciato un appello per destinare il 10% degli aiuti umanitari a programmi di Disaster Risk Reduction

«Un obiettivo che purtroppo resta assai distante dalla realtà, soprattutto in Italia- ha aggiunto-Bertotto- Agrire si fa portavoce di questa istanza, unendosi all'appello internazionale di Step Up per l'International Day for Disaster Reduction e invitandovi a sottoscrivere la richiesta indirizzata al ministero degli Affari Esteri e al ministero della Cooperazione e dell'Integrazione affinché anche in Italia si punti al tetto del 10% di investimenti umanitari in programmi di riduzione del rischio», ha concluso Bertotto.

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