[12/10/2012] News

Realizzare la road map energetica Ue? Serve aiutare le regioni ad investire nelle rinnovabili

Nucleare: «Crescente preoccupazione dei cittadini per i costi di produzione e smaltimento delle scorie»

Il Comitato delle regioni (Cdr) ha dato oggi «il suo pieno appoggio al piano della Commissione europea volto a ridurre il consumo di energia e a promuovere il passaggio a risorse energetiche più sostenibili», ma ha sottolineato che «Occorre fare molto di più per assistere gli enti locali e regionali nel realizzare questi obiettivi». 

Il Cdr è l'Assemblea dei 344 rappresentanti regionali e locali dell'Ue che ha il compito di coinvolgere nel processo decisionale dell'Unione gli enti regionali e locali e le comunità dei 27 Stati membri dell'Ue e di informarli sulle politiche europee. La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio devono consultare il Cdr sulle politiche che possono avere un'incidenza sulle regioni e le città.

Nel dicembre 2011 la Commissione Ue ha pubblicato l'"Energy road map 2050" che punta a realizzare l'obiettivo di ridurre, entro il 2050, le emissioni di gas serra dell'Ue fino all'80 - 95 % rispetto ai livelli del 1990, garantendo al tempo stesso l'approvvigionamento energetico e mantenendo la competitività. Ugo Cappellacci, il presidente di centro-destra della Regione Sardegna e relatore del parere sulla road map adottato oggi, ha detto: «Sosteniamo caldamente la strategia proposta dalla Commissione, ma bisogna prevedere un finanziamento e un sostegno adeguato per consentire agli enti locali e regionali di conseguire questi ambiziosi obiettivi».

In una nota il Comitato delle regioni spiega che «Nel corso del dibattito sulla tabella di marcia, le città e le regioni europee hanno affermato che i progetti attuali non sostengono a sufficienza gli enti locali e regionali, i quali svolgono una funzione essenziale nel promuovere il passaggio ad una società a basse emissioni di carbonio».

Cappellacci ha ricordato che «Gli enti locali e regionali sono in prima linea nel mettere in atto i progetti, gestire gli appalti pubblici e la produzione nonché controllare il consumo di energia. Oltre ad essere impegnati nell'attuazione dei piani energetici nazionali, essi sono anche responsabili della produzione, del trattamento, del trasporto, e dello stoccaggio di talune forme di energia e di infrastrutture per il trattamento delle scorie». Per questo il  Cdr chiede che «Queste responsabilità trovino riscontro nella disponibilità di finanziamenti adeguati. Il parere invita a semplificare e a migliorare l'accesso ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti, dando la priorità ai progetti riguardanti l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili». Inoltre il Comitato delle regioni propone «L'adozione di misure supplementari come quella che prevede di vietare gli aiuti di Stato ai combustibili fossili e di investire direttamente nelle energie rinnovabili». 

Per quanto riguarda lo spinoso tema dell'energia nucleare, le regioni e gli enti locali europei fanno rilevare nel loro parere «La crescente preoccupazione dei cittadini e i costi legati alla produzione e allo smaltimento delle scorie. I sussidi dovrebbero invece essere utilizzati per le forme alternative di energia, così da realizzare il passaggio a un approvvigionamento energetico sostenibile».

Il Cdr è anche preoccupato «Per la mancanza di riferimenti, nella tabella di marcia, all'efficienza energetica degli edifici. Infatti, benché gli edifici consumino oltre il 40 % dell'energia primaria nell'Ue, gli investimenti destinati a ridurre le loro emissioni energetiche sono ancora insufficienti. Si tratta, peraltro, di un settore di competenza degli enti locali e regionali».

 

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