[11/10/2012] News toscana

Cinghiali all'Elba: gli agricoltori al servizio dei cacciatori e ostaggio della burocrazia col fucile

Gli agricoltori elbani che, dopo le promesse di Comuni, Ambito territoriale di Caccia 10 (Atc Elba) e Vice-prefetto, volevano fare richiesta di avere una trappola per la cattura dei cinghiali che stanno devastando l'agricoltura e la biodiversità elbana, si sono trovati di fronte ad un'aggrovigliata burocrazia col fucile che, di fatto, li mette al servizio dei cacciatori che non hanno nessuna reale intenzione di ridurre i cinghiali alla densità prevista dalla legge regionale, che se applicata all'Elba porterebbe gli attuali circa 4.000 capi a poche centinaia e praticamente all'eradicazione. D'altronde è difficile pensare che chi ha causato il disastro introducendo i cinghiali, o meglio i "manghiali" ibridi, sull'isola negli anni '60 e '70 per divertirsi a sparargli oggi rinunci al suo divertimento.

Recentemente i Consiglieri del PD della Provincia di Livorno hanno presentato e fatto approvare una mozione che chiede un'azione decisa contro i cinghiali, ci chiediamo se sappiano come l'Assessore alla caccia ha lasciato che l'Atc elbana traducesse ancora una volta gli impegni presi.

Mentre gli agricoltori all'interno del Parco Nazionale ricevono il chiusino per la cattura che viene gestito dalla ditta incaricata dal Parco e non hanno problemi, chi ha richiesto una trappola all'Atc 10 si è trovato di fronte alla firma di ben tre documenti (modulo per la richiesta, contratto di comodato d'uso, protocollo di gestione) nei quali il "comodante" o "concedente", cioè l'Atc 10, trasforma gli agricoltori in gestori delle trappole per conto dei cacciatori.

Il "Contratto di comodato d'uso gratuito di trappole di cattura per cinghiali" prevede la concessione di trappole 1,78 X 1,78, quindi molto più piccole di quelle normalmente installate dall'Ente Parco, e che non permettono di catturare intere famiglie di ungulati, "da utilizzare esclusivamente ai fini di cattura della specie obiettivo (cinghiale)". Agli agricoltori viene quindi impedito, come chiedevano Coldiretti e Legambiente, di entrare in possesso dei cinghiali catturati come ulteriore risarcimento dei danni subiti. Inoltre "il comodatario si impegna ad installare personalmente e rendere funzionante detta trappola, a mantenerla in efficienza e conservarla in perfetto stato", quindi i contadini sono responsabili anche di eventuali danneggiamenti alle trappole dell'Atc 10  (cosa che non succede con quelle del Parco).

Inoltre il comodato pensato dai  burocrati con il fucile prevede la concessione del chiusino per un solo anno, cosa che, bontà loro, potrà essere rinnovata "di anno in anno, previa comunicazione scritta del comandatario". L'Atc 10 potrà decidere se proseguire o meno la concessione della gabbia  e "Il concedente avrà facoltà di risolvere, in qualsiasi momento ed anche prima della pattuita scadenza il presente rapporto e di ottenere la immediata restituzione del bene in comodato, qualora si dovessero verificare inadempienze da parte del comodatario agli obblighi ricadenti a suo carico".  Inoltre, se l'Atc 10 dovesse "ritenere che siano venute meno le ragioni che giustificano l'adozione di misure straordinarie (tra cui la cattura di cinghiali a mezzo trappola) per la gestione degli ungulati nel territorio a caccia programmata dell'Isola d'Elba", potrà in qualsiasi momento annullare tutto e riprendersi il chiusino concesso magnanimamente agli agricoltori. Da Comuni, Provincia, Atc e Viceprefettura era stato promessa un'azione decisa al servizio dell'agricoltura elbana e ci si ritrova con gli agricoltori al servizio dei cinghialai e delle loro condizioni vessatorie.

Il "Protocollo per la gestione delle trappole" richiede una caterva di dati personali, aziendali e catastali degni della burocrazia sovietica e prevede che gli agricoltori debbano provvedere in proprio "al trasporto, al montaggio ed alla manutenzione della stessa" e "in piena e totale autonomia alla gestione dell'impianto di cattura provvedendo direttamente all'innesco ed alla sorveglianza quotidiana del medesimo". Inoltre i contadini dovrebbero gestire le trappole secondo gli ordini impartiti e comunicare immediatamente all'Atc l'attivazione del chiusino,  la sua disattivazione, gli animali catturati, così l'Atc potrà monitorare il tutto usando gratuitamente i contadini e andando solo a prendersi comodamente (entro 12 ore) i "manghiali" catturati da altri... per farne cosa è un mistero.  Intanto, diversi agricoltori elbani dicono di aver subito ingenti danni dai cinghiali e di essersi rivolti all'Atc ed alla Provincia senza alcuna risposta.

La realtà è che, ancora una volta, l'unico Ente che ha mantenuto gli impegni presi è stato il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, che 5 Comuni dopo aver fatto la solita confusione populista antiparco, schierandosi però contro l'eradicazione dei cinghiali, si sono come sempre eclissati e che non ci hanno messo un euro o un'ora di lavoro, mentre il Viceprefetto non ha messo in atto le misure eccezionali minacciate e così l'Atc continua con la solita politica furbesca e dilatoria, invece la Provincia promette molto e stanzia poco ed alla fine si schiera sempre con l'Atc che continua a non voler risolvere il problema cinghiali e che ora ha scoperto anche l'arma della burocrazia.

Chiediamo quindi alla Provincia di Livorno, alla Regione  ed al Vice-prefetto:

1) Quante sono state le trappole concesse nel 2012 dall'Atc 10 agli agricoltori

2) Quante sono le trappole installate e funzionanti nel 2012

3) Quanti cinghiali sono stati catturati con le trappole concesse dall'Atc 10 nel 2012

4) Come si intendano rispettare gli indici di densità di cinghiali previsti dalla legge regionale

5) Quale sia l'"idoneo sito  di stabulazione indicato all'Atc" previsto nel "Protocollo per la gestione di trappole di cattura assegnate in comodato d'uso ad imprenditori agricoli", dove sia stato realizzato e con quali fini, anche quelli eventualmente diversi dall'immediata eliminazione dei cinghiali catturati dal territorio elbano.

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