[10/10/2012] News

Gran Bretagna: il Partito conservatore volta pagina sull’energia rinnovabile… e torna indietro

Azzerata la svolta verde di Cameron. Il ministro Paterson: «Sussidi all’eolico in stile sovietico»

Vi ricordate il nuovo Partito conservatore verde di David Cmeron che vinse le elezioni sostituendo il vecchio simbolo con un albero e sfidando i laburisti a chi era più green, o a chi puntasse di più sulla green economy e sulle energie rinnovabili? Bene, scordatevi tutto, era uno scherzo da campagna elettorale e i conservatori in difficoltà e calo di consensi sono tornati ad ascoltare la loro base rurale alla quale piace il nucleare ma odia le pale eoliche e gli incentivi "socialisti" a quelle strane energie rinnovabili che non hanno bisogno del carbone e del petrolio.

Intervenendo alla Conferenza del Partito conservatore, il nuovo ministro dell'ambiente britannico, l'iperliberista Owen Paterson  ha detto che «gli sviluppatori dell'eolico dovranno camminare con le proprie gambe, invece di chiedere i soldi dallo Stato. Le tecnologie verdi come i parchi eolici potrebbe effettivamente avere un impatto peggiore del cambiamento climatico, perché stanno causando l'insurrezione dell'opinione pubblica. Non ci sono impatti significativi sull'economia rurale e sull'ambiente rurale, ai quali probabilmente non erano destinati, quando queste cose sono state ideate Non è molto green  rovinare l'economia in una zona».

Paterson ha detto che scriverà al Dipartimento dell'energia per chiedere di finirla che i sussidi "green" facciano parte dei sostegni governativi per l'energia rinnovabile: «Se si iniziano ad avere sovvenzioni si finisce con un sistema di tipo sovietico, dove sono i politici a prendere decisioni che potrebbero effettivamente essere meglio realizzate  dal mercato».

Paterson, bontà sua, ha ammesso che «gli esseri umani stanno contribuendo al cambiamento climatico» ma ha aggiunto che «alcuni dei passi che si stanno facendo potrebbe effettivamente causare più danni che gli  stessi problemi originari».

Lo scontro è iniziato dopo che più di 100 parlamentari  "back-bench" conservatori (quelli che in Italia chiameremmo peones) all'inizio di quest'anno hanno scritto a Cameron esigendo di «ridurre drasticamente» i 400 milioni di sterline degli incentivi per l'eolico on-shore.

Anche Greg Barker, il ministro dell'energia, notoriamente legato a multinazionali petrolifere russe, ha promesso che il governo terrà conto della «miniera d'oro senza fine dei sussidi verdi, per ridurre i costi energetici» ma ha assicurato che il Partito conservatore «non abbandonerà i suoi impegni green o farà marcia indietro nel suo impegno per affrontare il cambiamento climatico», ma ha aggiunto che la «la green industry deve tirare la cinghia, fare di più con meno ed andare oltre le sovvenzioni per ottenere un accordo migliore per il contribuente». Anche Barker dalla tribuna conservatrice ha promesso che la coalizione di governo «taglierà i sussidi dove potrà, e metteremo il rapporto qualità-prezzo al centro delle nostre politiche».

Peccato che di tutta questa indignazione per i sussidi energetici non ce ne sia un filo per le centrali nucleari e che l'ascolto che viene dato ai comitati antieolici rurali messi in piedi dai conservatori non sia mai stato concesso al movimento antinucleare britannico.  

Barker ce l'ha soprattutto con l'eolico, la fonte di energia alternativa più matura e concorrenziale con petrolio e gas (e nucleare), e ha detto che «i nuovi cambiamenti alle sovvenzioni per le energie rinnovabili, che comprendono anche la riduzione dei pagamenti per l'eolico off-shore e che più che raddoppiano il sostegno per l'energia delle maree e del flusso e del moto ondoso, aumenterebbero l'energia elettrica pulita mentre combatterebbero i costi per i consumatori».

Il governo si trova ad affrontare crescenti critiche per la sua ondeggiante politica energetica e sul  cambiamento climatico. Le imprese sono preoccupate perché Cameron con il recente rimpasto di governo ha nominato due ministri dichiaratamente contrari all'energia eolica e che chiedono di tagliare incentivi ed agevolazioni alle energie rinnovabili, mentre ha presentato una riduzione fiscale per l'industria del gas.

Inoltre l'industria dell'energia solare sostiene che la decisione della coalizione liberalconservatrice di porre fine ai finanziamenti per il miglioramento energetico delle case porterà alla perdita di 16.000 posti di lavoro prima che il nuovo regime entri in vigore nel 2013.

Questa settimana 7 imprese energetiche hanno minacciato di lasciare la Gran Bretagna perché sono convinte che non riceveranno abbastanza sostegno dal governo  per investire nelle tecnologie a basse emissioni, tra queste ci sono anche imprese eoliche ma anche multinazionali nucleari.

Dopo settimane di divisione su questioni ambientali, il Congresso conservatore sembra confermare che all'interno del maggiore partito di governo si vuole votare pagine, ma per tornare a quella precedete alla svolta "green" elettorale di Cameron.

Secondo il Mail, «i conservatori sono sempre più divisi tra i modernizzatori pro-green,  quelli preoccupati per il costo de i sussidi ed i parlamentari "back-bench" arrabbiati per la piaga dei parchi eolici nei loro collegi elettorali. Una fonte di alto livello ha detto che vorrebbero una reinvenzione della green agenda dei conservatori come politica pro-business che aiuterebbe la crescita ed a creare posti di lavoro».

La Conferenza del Partito conservatore potrebbe avere forti ricadute sulla tenuta del già fragile governo Cameron. Il Dipartimento di Energia è guidato da Ed Davey, un liberaldemocratico che quest'anno ha vinto la battaglia contro il potente cancelliere dello scacchiere George Osborne che voleva bloccare i tagli ai sussidi verdi. In cambio però Osborne ha introdotto agevolazioni fiscali per l'industria petrolifera e del gas, comprese le nuove misure per favorire la controversa estrazione di gas da scisti. Naturalmente il ministro Paterson descritto lo shale gas come «una manna data da Dio che aiuterà la Gran Bretagna a risolvere i suoi problemi energetici».

Davey sta contrastando i tentativi dei ministri conservatori di tagliare del tutto le sovvenzioni per i parchi eolici on-shore, invece di approvare un riduzione minore precedentemente concordata con l'industria. Se passerà la linea Paterson a Barker a Davey probabilmente non resteranno altro che le dimissioni o per i liberaldemocratici la loro permanenza nel governo, che ha già fatto perdere loro i due terzi dei voti, diventerebbe - più che impossibile - suicida. 

 

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