[08/10/2012] News

C’è un terzo di vita in meno sul pianeta Terra

La biomassa monocellulare dei fondali marini (e la CO2 che immagazzina) è molto meno di quanto si pensasse

Sulla base dello studio "Global distribution of microbial abundance and biomass in subseafloor sediment", le stime della biomassa totale di tutta la vita sulla Terra dovrebbero essere ridotte  di circa un terzo. I precedenti dati parlavano di  circa un migliaio di miliardi di tonnellate di carbonio stoccate negli organismi viventi, di cui il 30% sarebbero assorbite dai microbi monocellulari che vivono nel fondale dell'oceano e il 55% dalle piante terrestri. Ora i ricercatori dell''Institut für Erd- und Umweltwissenschaften dell'università e dell'Helmholtz Centre di Potsdam e della Graduate school of oceanography dell'università del Rhode Island, Narragansett, RI 02882 su Proceedings of the National Academy of Science (Pnas) rivedono i dati al ribasso: la distribuzione geografica globale dei microbi sedimentari dei fondali marini e le cause di tale distribuzione sono in gran parte inesplorate. Qui, abbiamo dimostrato che l'abbondanza totale delle cellule microbica nei sedimenti del fondale sottomarino varia tra i siti di circa cinque ordini di grandezza. Questa variazione è fortemente correlata alla velocità di sedimentazione media ed alla distanza da terra. Sulla base di queste correlazioni, si stima che l'abbondanza globale microbica sedimentaria dei fondali marini sia di  2,9 ⋅10 alla 29 cellule [corrispondente al 4,1 petagram (Pg) C e ~ 0,6% della biomassa vivente totale della Terra]. Questa stima dell'abbondanza microbica sedimentaria dei fondali marini è approssimativamente uguale alle precedenti stime dell'abbondanza microbica totale nell'acqua di mare e dell'abbondanza microbica totale nel suolo ed è molto più bassa delle precedenti stime dell'abbondanza totale delle cellule microbiche nei sedimenti del fondale. Di conseguenza, si stima il numero totale di microbi e della biomassa vivente totale debba essere, rispettivamente, del 50-78% e 10-45% inferiore rispetto alle stime precedenti».

Quindi invece di  300 miliardi di tonnellate di carbonio nei microbi dei fondali marini questi organismi conterrebbero solo circa 4 miliardi di tonnellate di CO2. Questo riduce la quantità totale di carbonio immagazzinato negli organismi viventi di circa un terzo. Jens Kallmeyer dell'università di Potsdam sottolinea che «Circa la metà degli oceani del mondo è estremamente povera di nutrienti. Negli ultimi 10 anni si sospettava già che la biomassa del fondale marino fosse sovrastimata. Purtroppo non c'erano dati che lo dimostravano».  

Rob Pockalny, un ricercatore marino dell'università del Rhode Island, spiega che «Le stime precedenti Della biomassa microbica nei sedimenti oceanici sono state ostacolate da un numero limitato di siti di  campioni che si trovano preferenzialmente in prossimità della costa, in regioni ad alta produttività. Con il sostegno della National science foundation, siamo stati in grado di ottenere campioni dal bel mezzo dell'Oceano Pacifico, in alcune delle regioni a  più bassa produttività in mare. sulla base di parametri semplici come il tasso di accumulo dei sedimenti e della distanza dalla costa. Con questi nuovi dati, abbiamo ricalcolato la biomassa totale nei sedimenti marini e trovato valori drasticamente inferiori».

I dati precedenti si basavano su carotaggi eseguiti vicino alla costa o in aree molto ricche di sostanze nutritive. Il team di ricerca tedesco-statunitense ha invece raccolto campioni di sedimenti in 57 siti nel South Pacific Gyre, nel North e in quello dell' Oceano Pacifico orientale equatoriale ,aree lontane da ogni costa ed isole. La ricerca, durata 6 anni, ha dimostrato che, rispetto ai sedimenti costieri, ci sono fino a 10.000 volte meno cellule nei sedimenti delle aree nell'oceano aperto, che vengono non a caso chiamate "deserts of the sea" a causa della estrema scarsità di nutrienti.  Quindi il calcolo della biomassa totale dei sedimenti marini  è estremamente inferiore a quanto si pensava. I ricercatori dicono che «Le nuove scoperte contribuiscono a un quadro più preciso della distribuzione della biomassa vivente  sulla Terra.  Nonostante gli elevati sforzi logistici e finanziari per le operazioni di trivellazioni marine, non ci sono molti dati sull'abbondanza della biomassa vivente nel fondale marino e sulla loro abbondanza sulla terra».

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