[05/10/2012] News

Caccia, il governo impugna le leggi di Campania e Friuli. Il Tar sospende il calendario venatorio del Veneto

Le Marche fanno marcia indietro

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro affari regionali, turismo e sport, ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale 13  leggi regionali, tra queste ancora una volta 2 riguardano l'attività venatoria.

Si tratta della legge della Regione Campania n. 26 del 9/08/2012 "Norme per la protezione della fauna selvatica e disciplina dell'attività venatoria in Campania" «In quanto - dice il governo - contiene disposizioni in materia di attività venatoria in contrasto con l'art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione che riserva allo Stato la materia della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema».

L'altra nel mirino dell'esecutivo nazionale è a legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 15 del 9/08/2012 "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno e adeguamento alla direttiva 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici e alla direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Modifiche a leggi regionali in materia di attività commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande e di gestione faunistico-venatoria (Legge comunitaria 2010)" «In quanto contiene disposizioni in materia di attività venatoria in contrasto con l'art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione che riserva allo Stato la materia della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema»;

Il Consiglio dei Ministri ha invece deliberato la rinuncia totale all'impugnativa della legge della Regione Marche n. 7 del 10/04/2012 recante "Ulteriori modifiche alla Legge Regionale 5 gennaio 1995, n. 7 recante norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria" «La rinuncia è stata deliberata a seguito dell'intervenuta modifica di norme regionali precedentemente impugnate».

Intanto esultano associazioni Lac, Lav, Enpa, Legambiente, Lipu e Wwf: con uno storico decreto, il Tar di Venezia ha sospeso, a far data dal 3 ottobre scorso, gran parte del calendario venatorio del Veneto. I cacciatori non potranno quindi sparare a ben 19 specie di uccelli classificate a rischio, inoltre, per altre specie di uccelli migratori, dovranno rinfoderare le loro doppiette con dieci giorni di anticipo rispetto alle concessioni del calendario venatorio.

Le associazioni ambientaliste sottolineano che «Di fatto il Tar ripristina il rispetto delle regole richiamando a responsabilità le scelte dell'Amministrazione regionale ancora una volta condizionate dall'estremismo venatorio. Scelte che negli anni hanno relegato la regione a maglia nera nella tutela della fauna selvatica a livello europeo. Addirittura il Commissario Europeo all'ambiente è dovuto intervenire con una specifica lettera per richiamare l'Italia al rispetto delle direttive comunitarie sistematicamente violate dal nostro Paese. In particolare la caccia in deroga, avallata dagli amministratori che si sono succeduti alla guida della regione Veneto, ha determinato la condanna del nostro Paese, da parte della Corte di Giustizia Europea, trasmettendo all'estero l'immagine di uno Stato dedito alla continua elusione delle regole. Condanna che ha colpito tutti i cittadini italiani a causa dell'arroganza degli amministratori veneti, proni da sempre alle richieste più estremiste del mondo venatorio».

L'8 ottobre la commissione regionale competente per la caccia  deciderà se dare il via ad una nuova stagione, nonostante le istituzioni europee e nazionali si siano già espresse per bloccare la mattanza di uccelli migratori in Veneto. «Auspichiamo che, dopo il severo ammonimento del Tar  Veneto, il progetto venga definitivamente abbandonato - concludono Lac, Lav, Enpa, Legambiente, Lipu e Wwf - tutelando così l'immagine dei cittadini veneti ed italiani, oltre che la vita di milioni di uccelli migratori».

 

 

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