[05/10/2012] News

Golbal warming al lavoro: torna in vita il lago più a nord del mondo

Il cambiamento climatico fa fiorire le diatomee nel Kaffeklubben Sø in Groenlandia

Un team internazionale di ricercatori sta indagando sulle prove dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento atmosferico nel lago più settentrionale del mondo: il Kaffeklubben Sø, sull'estrema costa settentrionale della Groenlandia. I risultati sono stati pubblicati su Geology con il titolo "Twentieth century warming revives the world's northernmost lake" e la leader dei ricercatori, Bianca Perren delluniversità francese della Franche-Comté di Besançon, spiega sul suo blog che «le carote di sedimenti dimostrano che le alghe silicee (diatomee e chrysophyte) erano inizialmente presenti nel lago 3500 anni fa, ma scomparvero circa 2400 anni fa, con condizioni di freddo, di copertura permanente di ghiaccio del lago e temperature estive desunte sotto lo zero.

Allo stesso tempo, i ghiacciai locali riavanzarono, il ghiaccio marino diventò permanente e la cultura più a nord del mondo (Independence II Paleoeskimo culture) scomparve dall'area. Partendo da ~1980 DC, le diatomee e chrysophyte ricompaiono nel lago in quantità senza precedenti, il che è una traccia delle temperature estive in aumento. Nella stessa epoca, non abbiamo trovato alcuna evidenza di inquinamento atmosferico, il che suggerisce che il recente cambiamento climatico sia l'unico responsabile per i profondi cambiamenti biologici in atto nel nord della Groenlandia. Questo dato sottolinea l'importanza delle soglie biologiche in risposta al cambiamento climatico (sia di raffreddamento che di  riscaldamento) e aggiunge un importante tassello finale, geografico e climatico, per la comprensione del cambiamento climatico in corso».

Quindi il Kaffeklubben Sø, è rimasto sepolto quasi permanentemente sotto uno strato di ghiaccio per circa 2400 anni, ma ora si comincia a scongelare ed alcuni degli organismi che erano scomparsi dalle sue acque stanno cominciando a tornare. La scoperta è l'ultima prova che il global warming sta causando rapidi cambiamenti ecologici nell'Artico.

Il lago si estende su 48 ettari a 83° 37' nord, nella pianura costiera del nord della Groenlandia che si affaccia sul Mar Glaciale Artico.  «E' un po' la fine della terra», dice la Perren. Uno o due metri di ghiaccio ricoprono il lago tutto l'anno, ma ora in estate, quando le temperature medie salgono a 1,6 gradi centigradi, lungo le sue rive si forma un "fossato" di acqua. Il lago si è formato circa 3500 anni fa, quando nell'area aumentarono le precipitazioni, comparvero le alghe e poi sparirono con l'arrivo del gelo estremo che seppellì completamente il Kaffeklubben Sø 2400 anni fa. Tutto quello che era sopravvissuto sotto la calotta gelata erano i resistenti cianobatteri, che hanno bisogno di poca luce e possono sopravvivere anche sotto diversi metri di ghiaccio.

Sono bastate due brevissime estati che hanno sciolto parte del ghiaccio per far ritornare le diatomee, ma il lago era rimasto praticamente sterile fino a circa il 1960, quando ricomparvero le prime alghe. I campioni di acqua più recenti raccolti dal team di ricercatori danesi, statunitensi, canadesi e francesi contengono una ventina di specie.

Un altro autore dello studio, Alex Wolfe dell'università dell'Alberta, ha detto a New Scientist che «anche altri laghi ghiacciati artici, anche se non sono a latitudini così remote,  presentano variazioni simili». Nel 2011 Woklfe ed i suoi colleghi dissero che i nitrati e gli inquinanti industriali potrebbero aver favorito la fioritura di questi minuscoli organismi nei laghi artici, ma nel  Kaffeklubben Sø non ci sono tracce di nitrati, indicando che la sua ricolonizzazione da parte delle diatomee è stata provocata esclusivamente dai cambiamenti climatici.

Secondo Alexandre Guertin-Pasquier, un paleontologo dell'Università di Montreal, «altri cambiamenti più drammatici possono essere sulla strada». Guertin-Pasquier ha recentemente scoperto evidenze fossili d una lussureggiante foresta di pin, salici ed abeti rossi a Bylot nella Baia di Baffin, in Canada, risalente a circa 3 milioni di anni fa. Allora la temperatura media annuale in quell'area era di circa 0 ° C, molto più calda di oggi.

Non è chiaro come la foresta abbia potuto affrontare le difficili condizioni dell''inverno artico e i molti mesi di oscurità ma a settembre, intervenendo a settembre alla Canadian Paleontology Conference a Toronto, Guertin-Pasquier ha sottolineato che «le foreste potrebbero tornare se le condizioni artiche continuano a riscaldarsi, anche se, con le attuali temperature medie annuali di Bylot, attualmente a -15 ° C, ci vorrà un po' di tempo prima che lo facciano».

Gli studi del team della Perren e di Wolfe potrebbero avere implicazioni anche per la parte opposta del nostro pianeta. «I laghi ricoperti di ghiaccio nelle dry valleys dell'Antartide sono analoghi a quel che abbiamo avuto nel Kaffeklubben Sø prima del 1960 - dice Perren a ew Scientist - Se le temperature si scaldano, anche lì diverse specie possono ritornare in quei laghi».

Ma i laghi subglaciali sotto l'Antartide, compreso il gigantesco lago Vostok, hanno meno probabilità di essere così sensibili al riscaldamento, perché sono sepolti da decine di milioni di anni sotto diversi chilometri di ghiaccio.

 

Torna all'archivio