[05/10/2012] News

L’eco della (in)sostenibilità: nuove politiche ecologiche tra indicatori e comunicazione

Il commento di Simone Borghesi, tra i protagonisti del workshop organizzato dall’università di Siena

In questa settimana si è svolta a Columbus(Ohio) l'EcoSummit 2012, la conferenza mondiale sui problemi ecologici che riunisce le società internazionali di differenti discipline che si occupano di problematiche ambientali. La conferenza - che si chiude oggi con la sessione plenaria di Robert Costanza, fondatore dell'International society for ecological economics - e la cerimonia conclusiva in cui verranno annunciati data e luogo del prossimo incontro, ha visto la partecipazione di 1500 delegati tra accademici, rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e delle Ngo provenienti da 75 diverse nazioni.

Il workshop organizzato dall'università di Siena nella giornata inaugurale ha riunito alcuni dei maggiori esperti mondiali sul tema della sostenibilità provenienti da diverse discipline (ecologi, naturalisti, chimici ambientali, ingegneri ambientali, economisti) con l'intento di esaminare la problematica ecologica da diverse prospettive. Il workshop, intitolato "Modelling unsustainability reduction in the current century: Indicators and policies", si è rivelato un'importante occasione di confronto tra i dieci studiosi presenti (tra cui, dell'università di Siena, Simone Bastianoni, Federico Pulselli e il sottoscritto) e l'audience presente, mostrando una notevole convergenza di opinioni al di là dei diversi linguaggi impiegati, gettando le fondamenta per l'identificazione di indicatori di sostenibilità (o per meglio dire di insostenibilità) condivisi, capaci di orientare le politiche ecologiche future.

In particolare, dalla discussione è emersa una visione comune dell'importanza di misurare correttamente l'attuale distanza dagli obiettivi di sostenibilità, giacché il problema cruciale non è se l'attuale sistema di sviluppo sia o meno sostenibile, ma quanto sia insostenibile. Molti interventi, inoltre, hanno sottolineato il ruolo cruciale della credibilità, sia degli obiettivi fissati, che delle politiche perseguite per raggiungere tali obiettivi. Tale credibilità appare tanto più importante affinché gli indicatori utilizzati e gli interventi di policy siano accettati dalle comunità locali, senza il cui consenso non è spesso possibile raggiungere gli obiettivi di miglioramento ambientale, come mostrano i numerosi casi di studio descritti durante la conferenza.

Numerosi interventi da parte dell'audience presente al workshop si sono poi concentrati su quali possano essere le modalità di comunicazione più appropriate dell'effettiva distanza dagli obiettivi di sostenibilità, in modo da coinvolgere la cittadinanza nel loro perseguimento. Esiste, infatti, un problema di percezione dei problemi ambientali da parte dei cittadini, soprattutto del mondo industrializzato, che non avendo sperimentato direttamente le conseguenze talora devastanti delle crisi ecologiche tendono a ritenere esagerate o scarsamente credibili i risultati proposti dagli indicatori oggi utilizzati.

La comunità scientifica si trova perciò dinanzi ad una doppia sfida: riuscire a costruire un linguaggio comune capace di far comunicare tra loro le diverse discipline che si occupano di problemi ambientali e trasmettere al contempo i relativi risultati al pubblico in modo chiaro e credibile. Una sfida senza dubbio assai difficile, ma che a giudicare dall'esito del workshop organizzato dall'università di Siena appare oggi probabilmente meno irrealizzabile.

Il workshop, in ogni caso, è stato l'occasione per costruire dei ponti solidi che permettano di avvicinare le diverse discipline e percorrere insieme il difficile sentiero verso la sostenibilità del modello di sviluppo. L'auspicio, se mi è concesso un gioco di parole tra l'inglese e l'italiano, è che l'EcoSummit possa avere in futuro una eco a livello mediatico vasta ed efficace affinché lo sforzo interdisciplinare di salvaguardare il nostro pianeta trovi l'appoggio convinto sia della cittadinanza che delle istituzioni.    

*Docente di economia all'università di Siena e vicedirettore di Repros (Centre for the regulation of the economy, environmental protection and sustainable development)

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