[02/10/2012] News

Il valore economico del sistema Raee in Italia: tutti i numeri nello studio elaborato da Remedia

L'impatto economico provocato dallo scostamento tra immesso sul mercato effettivo di Aee (Apparecchiature elettriche ed elettroniche) e quello dichiarato al Registro dei produttori, la "cannibalizzazione" della raccolta da parte del canale informale, le proiezioni al 2019. Sono solo alcuni dei più rilevanti temi affrontati nel rapporto "Il sistema nazionale di gestione dei Raee. Studio dei flussi e proposte per il raggiungimento dei target europei", presentato oggi a Roma durante il convegno "Raee: minaccia ecologica o miniera urbana?", organizzato dalla Fondazione Symbola il report di Remedia (il Consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di rifiuti tecnologici).

Nel merito dei dati, per quanto riguarda il cosiddetto "canale informale" cioè quello composto da operatori commerciali che si occupano della raccolta dei rifiuti tecnologici senza essere in regola con gli standard richiesti e senza garantire reporting e tracciabilità allo Stato, nel Rapporto  è spiegato che essendo i Raee generati in Italia nel 2011 circa 880.000 tonnellate (pari a 14,6 kg/abitante),  e che i Sistemi collettivi ne hanno raccolti soltanto 4,3, pari al 37% dei flussi complessivi, vuol dire che circa 5 kg/abitante vengono gestiti dal "canale informale" e altri 5 kg/abitante vanno a comporre il "disperso" (rifiuti non intercettati). Ne risulta che 10 kg/abitante non seguono il flusso ufficiale generando un grave danno a livello ambientale, economico e della salute dei cittadini.

 Altra criticità evidenziata nel  rapporto è quella dei "free rider", cioè  i produttori non iscritti al registro nazionale o che dichiarano al Centro di coordinamento Raee meno di quanto immettono effettivamente sul mercato. Stimando un immesso sul mercato (POM) 2011 pari a 1,2 milioni tonnellate di Aee (20 kg/abitante), ben 300 mila tonnellate (5 kg/abitante) vengono "assorbite" dai free rider. Questo causa un aggravio di costi per i produttori che rispettano le regole pari a circa 15 milioni di euro l'anno. A proposito di costi il sistema ufficiale di gestione dei Raee domestici sfiora un costo di 180 milioni di euro, che, in un ipotetico scenario formulato da Remedia per il 2019, potrebbe superare i 700 milioni di Euro, per una raccolta di quasi 1 milione di tonnellate. Infine il rapporto sfornisce numeri anche sui Raee professionali  che diventeranno di grande importanza con il recepimento della nuova Direttiva, dato che nei target di raccolta include sia i Raee domestici sia quelli professionali.

Viene stimato che di circa 460 mila tonnellate di Aee professionali immessi sul mercato (POM) nel 2011, i Raee generati rappresentano il 31%. Di questi, i Sistemi Collettivi intercettano non più dell'11%, mentre il 57% viene trattato da operatori specializzati e il 20% destinato a esportazione. «I dati e l'analisi dei flussi del settore sono un elemento fondamentale per evidenziare le problematiche della filiera dei Raee, considerando le evoluzioni future e i nuovi obiettivi imposti dall'ue- ha dichiarato  Danilo Bonato, direttore generale di Remedia.- Alla luce della situazione che emerge dallo studio, è chiaro che serve un cambiamento a livello normativo che impedisca agli operatori non ufficiali di sottrarre una parte consistente di rifiuti tecnologici causando danni di grande rilevanza. Inoltre, occorre lavorare per ottimizzare i modelli di raccolta, grazie ad un forte impegno degli Enti Locali e della distribuzione, consentendo allo stesso tempo ai Produttori di poter contare sulla visible fee (eco-contributo per lo smaltimento del Raee ndr), strumento essenziale per assicurare trasparenza ed equilibrio finanziario al sistema». Queste richieste alla politica partono da una considerazione: entro il 2019 l'Italia, dovrà raccogliere l'85% del totale di Raee generati (e avrà tempo fino al 2014 per recepire le nuove regole europee in materia) il che significherà un incremento sostanziale dei volumi di raccolta (stimati in 980 mila tonnellate di Raee) e un conseguente innalzamento dei costi di sistema che potrebbero raggiungere i 740 milioni di euro.

«Lo studio Remedia è molto importante perché pone le basi di un lavoro per la raccolta, il corretto riciclo e la tracciabilità dei Raee che va fatto entro il 2013, dovendo l'Italia recepire per metà febbraio 2014 la direttiva europea di settore - ha sottolineato  Fabio Renzi, Segretario generale Fondazione Symbola - Un fatto che apre una nuova promettente ‘frontiera' di sviluppo della green economy e che, stimolando nuove filiere e nuovi standard di efficienza nel riutilizzo di materie prime secondarie, rappresenta una importante opportunità per un grande paese manifatturiero come l'Italia».

 

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