[28/09/2012] News

Emir Kusturica guida i serbi contro la miniera di nichel nel suo Parco nazionale

Il ministro delle miniere della Serbia, Milan Bacevic aveva annunciato che a Mokra Gora e in altre aree della Serbia centrale ci sono riserve per pił di 4 milioni di tonnellate di nichel

Vesna Peric Zimonjic, una giornalista freelance serba che collabora con l'agenzia Ips, racconta la storia di una rivolta civile in Serbia che coinvolge direttamente il famoso e vulcanico regista e musicista Emir Kusturica. Un proverbio popolare serbo dice, più o meno, che quando si tratta di politica ci sono tante opinioni quante sono le persone. Secondo la  Peric Zimonjic, però,  questa volta, i 7 milioni di serbi hanno inviato insieme un forte messaggio unitario al nuovo governo di Belgrado: no alle miniere di nichel.

All'inizio di settembre il ministro delle miniere della Serbia, Milan Bacevic aveva annunciato che a Mokra Gora, un parco nazionale di 10.813 Km2, e in altre aree della Serbia centrale ci sono riserve per più di 4 milioni di tonnellate di nichel. Bacevic ha blandito l'opinione pubblica dicendo che diverse multinazionali sarebbero interessate a sfruttare queste risorse e ad investire in Serbia ben 1,44 miliardi di dollari. Il ministro pensava che questa manna economica per la Serbia, prossima al fallimento a causa della crisi economica globale, avrebbe convinto i cittadini a dire immediatamente di si. Il nuovo governo, in carica da luglio, ha vinto promettendo che innalzerà il livello di vita dei Serbi, il 13,2% dei quali vive sotto il livello di povertà, e che ridurrà la disoccupazione che è al 25,5% per cento. Gli sforzi per tirare fuori il Paese dal baratro, l'unico modo per entrare nell'Unione europea, comprendono anche piani per attirare gli investimenti stranieri, tra questi i progetti di estrazione del nichel sono quelli su cui Belgrado punta di più. Come spiega Vesna Piric Zimonijc «il metallo è utilizzato in migliaia di prodotti di uso quotidiano da centinaia di milioni di persone», il nichel viene utilizzato per produrre batterie, dischi rigidi dei computer, e le leghe prodotte con il nichel servono a fabbricare pentole, posate, elettrodomestici da cucina, hardware, strumenti chirurgici, serbatoi, armi da fuoco, fari per  auto, gioielli e orologi... Un metallo ormai prezioso che al Metal Exchange di Londra oscilla tra i 17.000 e 17.300 dollari a tonnellata metrica. Eppure una popolazione che lotta ogni giorno per far quadrare il suo magro bilancio non è disponibile ad accettare gli enormi costi ambientali e sociali del progetto che piace tanto al governo.

Vidojko Jovic, della facoltà mineraria e di geologia dell'università di Belgrado ha detto all'Ips: «L'estrazione del nickel  e una delle tecnologie più sporche del mondo. Non esiste un metodo pulito per questo. L'inquinamento dai siti di estrazione si estende per 50 - 100 chilometri. Importanti produttori di nichel come il Canada hanno introdotto metodi sofisticati per l'estrazione del nichel, ma queste strutture non sono possibili in aree densamente popolate come quelle in Serbia, che sono circondate da terreni agricoli altamente sviluppati». In effetti per  estrare il nichel si utilizza acido solforico e vengono prodotti gas e scarichi che danneggiano l'ambiente nei dintorni, il suolo, il sottosuolo, le acque superficiali e quelle di falda. Poi ci sono i rischi per la salute che riguardano  soprattutto le popolazioni locali, sono problemi ai polmoni ed allo stomaco, nausea e diarrea».

Il problema delle miniere di nichel ha guadagnato l'attenzione dell'opinione pubblica serba a partire dalla scorsa settimana, quando il popolarissimo Emir Kusturica, ha creato il "Gruppo per la protezione della Serbia" per sensibilizzare la gente e raccogliere gli oppositori alle miniere. Kusturica non si fa mancare niente: è anche il direttore del parco nazionale Mokra Gora ed ha subito ricevuto il sostegno dei sindaci di Topola, Arandjelovac e Vrnjacka Banja  le città turistiche e vitivinicole più note della Serbia centrale.

Secondo il regista-musicista-direttore di parco, «l'estrazione di nichel per l'esportazione avrà ripercussioni importanti per la salute sulle popolazioni circostanti, senza che  alcuna delle entrate sia reinvestita nelle comunità locali». Durante una conferenza stampa convocata a Mokra Gora Kusturica ha duramente criticato un progetto che «potrebbe portare ad un milione di morti, solo per fare in modo che possano essere guadagnati miliardo di dollari. Alcune persone possono essere del parere che è meglio essere morti che poveri, forse questa crisi è vista come modo per diffondere il  panico, così l'unico modo per sopravvivere è quello di dare il via libera alle grandi imprese».  In una lettera a Bacevic Kosturica individua anche quale sia la multinazionale davvero interessata: «Srbija Nikl, dietro la quale c'è European Nikl, la stessa società che è stata espulsa dal territorio della Serbia nel 2005 - 2006».

Il quotidiano Blic cita fonti affidabili che dicono che sta dietro Nikl Srbija ci sia  Ana Kolarevic, sorella dell'ex premier del Montenegro Milo Djukanovic, accusato di traffici mafiosi. Insieme alla Kolarevic, c'è anche Radomir Vukcevic, rappresentante della multinazionale Bhp Biliton, che ha una partecipazione nella European Nikl.

Milorad Dodik, il presidente della Repubblica di Srpska, la parte serba della Bosnia Erzegovina, ha smentito le notizie date dai media serbi che il suo territorio sia stato coinvolto nelle procedure riguardanti lo  sfruttamento di nichel, esprimendo la convinzione che «Farebbe  più male che bene. Le prime cose da avere a cuore devono essere la tutela dell'ambiente e della salute delle persone. Dello sfruttamento del nichel potrebbero solo beneficiarne alcune aziende, ma inciderebbe negativamente sul microclima e sulle condizioni di vita intorno ai siti di sfruttamento»

Diversi produttori dei migliori vini della zona di Mokra Gora si sono uniti al crescente movimento per fermare mineraria di nichel e giurano che non permetteranno che si facciano prospezioni minerarie vicino ai loro vigneti. Gli agricoltori dicono che l'esportazione dei prodotti agricoli serbi vale molto di più del nichel».

Non è la prima volta che in Serbia si tenta di sfruttare i giacimenti di nichel: progetti simili avanzati da multinazionali erano già stati archiviati nel 1996 e nel 2006, proprio a causa dei danni ambientali e dei possibili rischi per la salute, ma è la prima volta che in Serbia si sviluppa in così poco tempo un movimento "ambientalista" di massa come quello creato in pochi giorni dal gruppo di Kusturica, con quasi tutti i media che lo appoggiano e con un livello di unità molto raro in Serbia. Le foto della città russa di Norilsk, una delle più inquinate del pianeta, dove quasi un secolo di sfruttamento del nichel ha creato un deserto, campeggiano da giorni sulle pagine dei giornali e sui siti di notizie serbi e quasi tutti i principali media hanno pubblicato le statistiche di tutto il mondo sui danni alla salute provocati dalle miniere di nichel.

Il ministro Bacevic è passato al contrattacco e il 21 settembre in una conferenza stampa ha assicurato che  la tecnologia che verrebbe utilizzata in Serbia sarebbe «Altamente sofisticata e completamente diverso da quello impiegato a Norilsk». Poi ha accusato i media di utilizzare «Una truffa notoria per spaventare l'opinione pubblica. Gli sforzi dei media, come pure gli attacchi da parte di individui e lobby rappresentano a un attacco contro il governo della Serbia. I giornalisti hanno profondamente turbato l'opinione pubblica».

Davanti agli allibiti giornalisti il ministro, a riprova dei benefici della produzione di nichel, ha presentato una foto in bianco e di una fabbrica, la Feni, che produce nichel a Kavadarci, nella vicina Repubblica di Macedonia, che avrebbe trasformato quelle città di 29,000 abitanti, prima povera, in un centro prospero  che produce 12.000 tonnellate di nichel all'anno.

Ma la mossa del ministro non è stata tra le più felici. Roberto Parizov, a capo di Eko Zivot (Eco Vita) un'associazione ambientalista di Kavadarci, ha detto all'Ips: «E 'un peccato che non ci fosse alcuna foto a colori della Feni e dei dintorni. La gente qui è stata  avvelenata da decenni».

Il 23 settembre il giornale macedone Utrinski Vesnik ha riportato con evidenza la dichiarazione  di un ingegnere locale, Blazo Boev, che rispondendo indirettamente al ministro delle miniere serbo ha tracciato un ritratto molto cupo della situazione: «Kavadarci e i suoi dintorni sono stati trasformati in una terra desolata e in una discarica. Ci auguriamo che non vengano aperte altre Feni, ma per noi è troppo tardi».

 

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