[26/09/2012] News

Fughe radioattive e pericolo di reazioni a catena dal sottomarino nucleare russo K27 “smaltito” nel Mar di Kara

Un gruppo di 16 ricercatori russi e norvegesi che hanno misurato le radiazioni nel Mar di Kara, nella pattumiera atomica sovietica

Un gruppo di 16 ricercatori russi e norvegesi che hanno misurato le radiazioni nel Mar di Kara, nella pattumiera atomica sovietica realizzata al largo delle coste  dell'arcipelago della Novaja Zemlja e hanno trovato perdite radioattive. Il direttore della Norwegian radiation protection agency  (Nrpa), Per Strand, ha confermato la cosa alla Ong ambientalista Bellona ed ha sottolineato che lo scopo principale della spedizione, tornata ieri in Norvegia, «è stato quello di esaminare la possibilità di una reazione a catena incontrollata a bordo del sottomarino nucleare russo  K27 (nella foto), che è stato affondato nel 1981, con ancora il combustibile nucleare esaurito nei suoi reattori, come scoria nucleare, in 50 metri d'acqua nella Stepovogo Bay in Novaja Zemlja, nel Mare di Kara. La Russia ha dichiarato che non esclude che ci  potrebbe essere un'ipotetica possibilità che il combustibile nucleare esaurito nel reattore, in situazioni estreme, potrebbe provocare una reazione a catena incontrollata, che può portare a rilasci di calore e radioattività». Nel 1968 una fuga radioattiva dal reattore del K27 uccise 9 marinai, i sovietici, prima di decidere di sigillare le unità nucleari e affondarlo, cercarono di ripararlo. Il K27 è l'unico sommergibile della sua classe mai prodotto dall'Urss ed era  alimentato da due rattori raffreddati a piombo e bismuto ora solidificati. Questo presenta particolari difficoltà per la rimozione del combustibile di uranio altamente arricchito, dato che le barre di combustibile fanno ormai parte del metallo del reattore stesso, il che significa che non possono essere rimosse con mezzi convenzionali. Il vantaggio di qusti reattori raffreddati a metallo liquido era che potevano essere di minori dimensioni. Questo tipo di raffreddamento è stato utilizzato a partire dal 1971 nei 7 sommergibili da attacco sovietici della classe Alfa 705, l'ultimo dei quali commissionato nel 1981. Attualmente sono tutti fuori uso.

Il team di ricercatori russo-norvegese  ha anche esaminato circa 2000 contenitori di vari tipi di rifiuti radioattivi che sono stati scaricati nella Stepovogo Bay, ma non hanno trovato un aumento delle radiazioni rispetto agli ultimi controlli fatti nel  1994. In realtà, secondo quanto ha detto all'Observer Barents. Hilde Elise Heldal, «I livelli di cesio-137 sono leggermente inferiori a quelli che aveva l'ultima volta che sono stati misurati 18 anni fa, ma sono ancora superiori alla radiazione di fondo. Abbiamo misurato meno del 5 Becquerel per chilogrammo di cesio-137 nei sedimenti vicino il sottomarino».

Russi e norvegesi (la Norvegia è a circa 965 chilometri ad ovest della pattumiera nucleare della Novaja Zemlja) devono prendere una decisione sullo smaltimento sicuro del K-7 e questa era la priorità assoluta della spedizione. Strand  spiega che «Il team di ricerca comune a bordo della nave di ricerca Ivan Petrov ha prelevato campioni di sedimenti, di esseri viventi, piante e di mare. Hanno anche utilizzato un mini-sottomarino per prendere foto sulle condizioni del K27. Pur sottolineando che tutti i dati raccolti sono preliminari, dovrebbero contribuire a prendere decisioni sul fatto che il sottomarino deve essere tirato  fuori dall'acqua, per una maggiore sicurezza di stoccaggio». Ma della spedizione scientifico/tecnica non facevano parte esperti n grado di valutare la fattibilità del  sollevamento dello scafo dal fondale.

Strand dice che «Per ora, la prima priorità sarà lo sviluppo di studi di impatto ambientale in base alle informazioni che abbiamo raccolto per giudicare la fattibilità di sollevare il sommergibile. Per il momento,  problema numero uno all'attenzione della Norvegia e quello di sviluppare un sistema efficace di contromisure se dovesse verificarsi una reazione a catena a bordo del K27». Il problema per gli esperti è il tempo: il sommergibile potrebbe avere sollecitazioni o subire urti che potrebbero causare perdite radioattive o una reazione a catena.

La spedizione congiunta, la prima del suo genere in 18 anni, è sta avviata dopo che i russi hanno fornito ad agosto  ai norvegesi un catalogo delle scorie nucleari scaricate in mare fino ai primi anni '90: i materiali radioattivi scaricati nel Mar di Kara comprendono 19 navi contenenti scorie radioattive, 14 reattori nucleari, di cui 5 che contengono ancora combustibile nucleare esaurito; 735 altri pezzi di macchinari pesanti con contaminazione radioattiva; 17.000 contenitori di rifiuti radioattivi, e il sottomarino nucleare k27. Ma né Strand né Igor Kudrik, esperto di questioni scorie nucleari navali russe di Bellona, credono  che questo sia un resoconto completo dei rifiuti radioattivi scaricati nel cimitero nucleare sovietico/russo. Secondo il presidente  di Bellona,Frederic Hauge, «Considerando l'ignoranza della Russia sulla portata delle scorie radioattive scaricate, u​na contabilità precisa da parte russa non poteva essere prevista». Kudrik ha fatto notare che «La spedizione si è concentrata quasi esclusivamente sull'integrità del K27, quando ci sono tanti altri oggetti da  verificare, sottolinea che la preoccupazione per una reazione a catena a bordo del sottomarino affondato è molto reale. L'attenzione per il  K27 dimostra che la preoccupazione per la possibilità di una  reazione a catena in via di sviluppo nei reattori del sottomarino è ben fondata. I russi hanno smantellato diversi reattori con "liquid metal coolant" dello stesso tipo di quelli a bordo del K27, che sono stati stoccati a terra, ed hanno capito alcune cose che hanno fatto suonare il campanello d'allarme. Ulteriori misure dovrebbero comprendere un'analisi della probabilità di un tale scenario peggiore e di valutare se è possibile sollevare il sommergibile».

Un noto ambientalista russo, Alexei Yablokov, che già nel 192 aveva pubblicato una ricerca sulle scorie radioattive della i Novaja Zemlja nel 1992 come consigliere ambientale l'ex presidente russo Boris Eltsin, ha di nuovo chiesto che il sommergibile venga prtato a terra: «Il K27 è un oggetto pericoloso e non ci sono piani per sollevarlo dal fondo del mare per il corretto smaltimento - ha detto all'agenzia di stampa Bloomberg - "Tecnicamente è possibile».

La Norvegia ha finora investito circa 200 milioni di dollari in progetti di bonifica nucleare in Russia, ma anche i francesi stanno finanziando i russi per smantellare i sommergibili della classe Alfa nella ex base navale Gremikha, nella penisola di Kola.  Nel 2011 è stato rimosso e portato via per lo stoccaggio l'ultimo nucleo dei reattori di  questi cugini del K27  ed è possibile che le attrezzature fornite dai francesi possano essere utilizzate per rimuovere il nucleo danneggiato del K27, ma il tempo stringe, visto che sia il reattore che le attrezzature per intervenire stanno invecchiando.

Kudrik dice che «La responsabilità finanziaria per ripulire la discarica radioattiva sul fondo del Mare di Kara spetta al governo russo», ma è convinto che le grandi compagnie petrolifere e gasiere interessate a trivellare quell'area potrebbero avere un grosso interesse a bonificarla dalle scorie nucleari: «Nel peggiore dei casi, cioè una reazione a catena incontrollata nei reattori del K27, la diffusione di radiazioni nel Mar di Kara creerebbe gravi difficoltà per qualsiasi attività industriale».

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