[26/09/2012] News

Perché non ci sono (o forse sì) indignados in Italia?

Ovvero, la scomparsa della politica e come far sparire la manifestazione del 29 settembre

Le cariche della polizia contro gli "indignados" a Madrid, i proiettili di gomma sparati ad altezza d'uomo con feriti ed arresti sono stati la risposta del governo di destra spagnolo ai 10.000 manifestanti che cercavano di assediare il Parlamento al grido di "No nos rapresentan!". Oggi El Pais parla di 64 feriti (tra i quali 27 poliziotti), 16 dei quali finiti in ospedale e di 28 arresti in quella che è stata una delle peggiori giornate della democrazia spagnola dopo la fine della dittatura franchista. Ormai è improprio parlare di indignados, quello convocato a Madrid dal coordinamento 25-S, è un movimento di protesta molto variegato che annuncia nuove mobilitazioni e che non vuole pagare la crisi per conto di chi l'ha provocata con la finanziarizzazione dell'economia e la speculazione edilizia, che ha drogato l'economia spagnola fino a lasciarla in crisi da dipendenza da rendita.

Ai manifestanti che chiedono le sue dimissioni il governo spagnolo ha risposto che sostiene in ogni modo il brutale intervento della polizia con la quale si complimentata ufficialmente «Perché ha dimostrato la sua professionalità  in circostanze molto difficili. La polizia ha ricevuto un attacco sproporzionato con il lancio di pietre, bulloni e bottiglie». Il Partito Popolare ha addirittura evocato un tentativo di colpo di Stato da parte di «Radicali e antisistema» che avrebbero fatto degenerare una manifestazione pacifica. In realtà l'obiettivo della manifestazione "golpista" di Madrid era quello di circondare simbolicamente il Parlamento spagnolo per salvare il simbolo della sovranità popolare dal «Sequestro compiuto dalla Troika e dai mercati finanziari, realizzato in collaborazione con la maggioranza dei partiti politici».

Dopo i tumulti in Grecia, dopo quel che sta accadendo in Spagna, dopo che persino il mite Portogallo si è ribellato ai sacrifici che colpiscono i lavoratori e lasciano intatti i patrimoni ed i privilegi di chi ha provocato la crisi, politici, banchieri o grandi imprenditori che siano, in molti si chiedono perché in Italia, dove i problemi sono gli stessi e dove la corruzione e lo scialo del potere è esposta in questi giorni in maniera vergognosa, non ci sia una reazione altrettanto forte. La cosa sembra sconcertare persino il governo tecnico, allibito per una tregua sociale in un Paese impoverito e che perde lavoro e fiducia ogni ora che passa, la stessa cosa si chiedono tra l'incredulo e lo speranzoso i politici, i giornalisti e gli opinion maker italiani nei vari talk show che dissezionano senza incidere troppo con il bisturi il cadavere della politica e della classe dirigente italiana, finita in un banchetto vergognoso organizzato dai tanti Fiorito italiani.

Ieri Giorgio Airaudo della Fiom Cgil a Ballarò ha ammonito tutti ricordando che i lavoratori chiedono che tutti vadano a casa e che la rabbia ribolle senza risposte e che potrebbe scoppiare in modi imprevedibili. Noi aggiungiamo che questa rabbia per la situazione economica e per il triste spettacolo che danno le nostre istituzioni non trova sponde politiche in partiti terrorizzati che la frana partita dal Lazio ricopra di melma anche altre regioni variamente governate.

Mentre i movimenti sociali degli altri Paesi europei in crisi mantengono chiaramente un (nuovo) orizzonte di sinistra e di giustizia sociale i lavoratori italiani aspettano ancora che qualcuno faccia le scuse alla Fiom ed alla Cgil che avevano capito tutto su Marchionne e il fantasmatico progetto "Fabbrica Italia" della Fiat, a partire da quei dirigenti del Pd, come Renzi e Fassino, che si erano schierati senza se e senza ma con chi tagliava i diritti dei lavoratori e scacciava il più grosso sindacato dalle fabbriche nel nome di una ripresa e di investimenti che nessuno ha mai visto.  

Un movimento sociale e politico come quello spagnolo è (ancora) impossibile in Italia perché la sponda della nuova politica o della cosiddetta antipolitica, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ha rispolverato il trito slogan del né di destra né di Sinistra, riducendo la novità della politica ad un fatto di buona volontà e onestà personale, lo stesso slogan utilizzato da Silvio Berlusconi quando si scopriva socialista, operaio, banchiere, cattolico e..frequentatore e organizzatore di dubbi festini. Lo stesso slogan che, grazie ad un altro disastro morale e politico italiano, quello rivelato negli anni '90 da "Mani Pulite", portò il Cavaliere al potere consegnando l'Italia a quel ventennio di politici e fascisti riciclati nel nome della fine delle ideologie che ci hanno consegnato all'orgia di maiali, nani, ballerine, Fiorito e Minetti che ha ridotto l'Italia ad un Paese in crisi etica e morale, prima che economica.

E' abbastanza inutile e ipocrita chiedersi perché gli italiani non scendono in piazza se la politica in questi anni ha fatto di tutto perché si barricassero in casa, se la "sinistra" ha ignorato e forse temuto movimenti nuovi e fantasiosi come quelli degli studenti contro la Gelmini, se un pezzo enorme di popolo è rimasto senza voce e rappresentanza, se si è fatto a gara a sfarinare la propria base sociale alla ricerca dell'approvazione di possibili alleati riottosi.

Ma è ancora più strano che ci si chieda dove sono gli indignados italiani e poi i media e i partiti italiani facciano a gara ignorare e nascondere una manifestazione come quella della catena umana che il  29 settembre a Roma dovrebbe circondare il Parlamento. Gli organizzatori, che utilizzano soprattutto Facebook molto esaltato quando si tratta di raccontare le rivoluzioni arabe ma "schifato" se ad utilizzarlo sono gruppi dissidenti italiani, dicono che «Il nostro obiettivo principale è il risveglio della singola "Coscienza del Cittadino" facendo sì che esso decida finalmente di passare dalle parole ai fatti. Il nostro è un percorso rivoluzionario che ci condurrà dal 29 settembre in poi, insieme a tanti fratelli e sorelle, a porre sotto "assedio" Roma, per cacciare non solo i politici, ma tutti coloro che hanno condotto alla rovina il nostro paese, calpestando e violando ripetutamente la Costituzione ed i nostri Diritti fondamentali, a partire dal Capo dello Stato in giù, magistratura e mezzi d'informazione compresi... Uscite dal virtuale, scendete nelle vostre strade e piazze e fate sapere a tutti che dal 29 settembre in poi il Popolo Italiano ha deciso di riprendersi la propria dignità... iniziando ad invadere la Capitale, madre di tutti i poteri, per poi spostare la protesta in tutte le città e piazze d'Italia!».

Temi scomodi, alcuni non del tutto condivisibili, ma non per questo da nascondere ed ignorare. La cosa confortante è che i promotori della Catena umana attorno al Parlamento italiano precisano fin d'ora:  «Ci dissociamo da qualsiasi atteggiamento di violenza e attraverso il nostro Servizio d'Ordine, costituito dai membri attivi della nostra squadra, garantiremo e vigileremo per fare in modo che nessun infiltrato possa causare danni ai nostri eventi. Chiunque parteciperà al fine di danneggiare cose e/o persone sarà da noi consegnato alle Forze dell'Ordine».

Forse, invece di ignorarli la politica potrebbe cercare di aprire un dialogo, cercare di capire le tante ragioni di cittadini indignati per il triste spettacolo di questa nostra povera Patria, cercare di condividere rabbia ed indicare soluzioni e speranze... ma ci vorrebbe la buona politica, quella che sa scegliere, prender parte, mostrare la direzione per uscire in avanti da una crisi etica, politica ed economica  che ha piegato questo Paese in un'indifferenza qualunquista che può generare i peggiori mostri, quelli che ci potrebbero perfino far rimpiangere lo scialo inverecondo delle comparse di complemento del morente regime berlusconiano, che ha infettato tutta la ricettiva politica italiana di leaderismo e di marketing, riducendo le idee a labbra siliconate, trapianti di capelli e risse televisive per nascondere il nulla.

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