[25/09/2012] News

Terremoto a L'Aquila: i Pm chiedono la condanna della Commissione grandi rischi

I Pubblici ministeri Fabio Picuti e Roberta d'Avolio hanno chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per gli scienziati e esperti finiti sotto accusa

A termine di una due giorni di requisitoria nell'ambito del processo alla Commissione grandi rischi accusata di aver rassicurato gli aquilani (nella riunione del 31 marzo 2009), quando sarebbe stata scartata l'ipotesi di un terremoto (avvenuto poi il 6 aprile), al termine di un lungo sciame sismico, i Pubblici ministeri Fabio Picuti e Roberta d'Avolio hanno chiesto la condanna e quattro anni di reclusione per gli scienziati e esperti finiti sotto accusa. Si tratta di Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile (oggi presidente Ispra), Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. Ieri durante la requisitoria durata nove ore, il Pm Picuti aveva illustrato  i presunti comportamenti omissivi della Commissione e analizzato il verbale della riunione evidenziando incongruenze e sottovalutazioni «Nel 1995 l'imputato Boschi aveva previsto con probabilità 1, quindi con certezza, una scossa 5.9 nel ventennio successivo in questa zona. Informazione non fornita nella riunione, non al pubblico ma agli altri componenti la Commissione Grandi Rischi. Informazione incompleta, carente e ingannatoria è stata perciò definire improbabile forti terremoti e non fare menzione di questo studio» ha dichiarato il magistrato che poi ha citato una frase di Boschi riportata nel verbale: «Boschi ha detto ‘escluderei scosse' e nessuno si è alzato in piedi a contestare. Una frase improvvida e smentita dai fatti. Per via di quella frase la gente è morta, ecco il giudizio di colpa, prevedibilità ed evitabilità». Oggi nella fase conclusiva della requisitoria, il Pm D'Avolio si è soffermata sul nesso causale tra le presunte rassicurazioni della Commissione e il comportamento degli aquilani indotti a restare in casa la notte del 5 aprile 2009 e che poi hanno perso la vita dopo la scossa delle 3.32. Il magistrato tramite le testimonianze dei sopravvissuti o dei parenti delle vittime, ha dimostrato i comportanti antecedenti il dramma del 6 aprile da parte delle vittime e quelli assunti dopo le rassicurazioni rese dagli esperti subito dopo la riunione. «Si tratta di casi in cui la morte delle persone è esclusiva, univoca o assorbente alle rassicurazioni fornite dalla Commissione» ha dichiarato D'Avolio. Successivamente c'è stata la richiesta di condanna. Vedremo come il processo andrà avanti ma è giusto che vengano indagate tutte le responsabilità, quelle di chi ha costruito in beffa alle norme sulla sicurezza e lucrato sui materiali e di chi ha sottovalutato (se verrà definitivamente accertato) i segnali che preludevano ad un possibile evento sismico di rilievo come poi si è verificato.

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