[24/09/2012] News toscana

Le imprese agricole presidi del reticolo idrico toscano: siglato un nuovo protocollo d'intesa

Fari puntati su agricoltura multidisciplinare e interventi di manutenzione sul reticolo idrografico minore

Nei giorni scorsi è stato siglato un protocollo d'intesa tra Urbat (Unione Regionale per le Bonifiche l'irrigazione e l'ambiente della Toscana) e le associazioni Cia, Coldiretti e  Confagricoltura Toscana che riguarda attività di "manutenzione" da svolgere in particolare sul reticolo idrografico minore. Alla base dell'accordo, spiegano gli enti coinvolti, il fatto che i Consorzi di Bonifica toscani operano su un complesso reticolo idraulico che attraversa aree rurali e urbanizzate con attività che va a vantaggio di una pluralità di soggetti economici interessando in particolare le imprese agricole, che hanno nei terreni mantenuti in sicurezza idraulica il loro principale fattore di produzione e nella provvista irrigua un elemento strategico di valorizzazione del proprio prodotto.

Le imprese agricole del resto svolgono un'attività di presidio del territorio e di preservazione degli equilibri idrogeologici delle aree rurali e che il coinvolgimento degli imprenditori agricoli nei lavori di sistemazione idraulico-forestale favorisce lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e alla cura ed al mantenimento dell'assetto idrogeologico.

Intento comune è poi quello di promuovere e sviluppare la multifunzionalità delle imprese offrendo loro opportunità aggiuntive di reddito, come ha sottolineato il presidente di Cia Toscana Giordano Pascucci (nella foto): «Siamo soddisfatti anche perché viene riconosciuta sia l'utilità della permanenza dell'agricoltura produttiva, specialmente negli ambiti rurali e montani, che la presenza diffusa sul territorio delle imprese agricole, soggetti preziosi ed insostituibili per la sistemazione e manutenzione del territorio, per la salvaguardia del paesaggio agrario e per la cura e mantenimento dell'assetto idrogeologico.

Questo è un primo passo importante, guardando al futuro sollecitiamo la Regione Toscana ad avviare il confronto sul riordino legislativo in materia di suolo e risorse idriche e ribadiamo che il riconoscimento e la valorizzazione della multifunzionalità dell'impresa agricola dovrà trovare adeguato spazio nella nuova legge regionale». Gli interventi in cui saranno coinvolti gli agricoltori riguardano ad esempio: la pulizia e taglio di vegetazione nell'alveo e sulle sponde dei corsi d'acqua, dei canali consortili e delle opere irrigue; lavori di somma urgenza per difesa dalle inondazioni e scolo delle acque; ripresa di frane nelle sponde dei canali e rimozione di parziali interrimenti del fondo dei canali stessi; attività varie relative all'esercizio e manutenzione delle opere idrauliche e di bonifica; manutenzione e ripristino di opere tradizionali di sistemazione agraria di superficie funzionali alla prevenzione del dissesto idrogeologico e al mantenimento del paesaggio rurale.

I lavori saranno affidati dai Consorzi alle imprese agricole tenendo conto di vari criteri (prossimità tra lavori\opere affidati e terreni sui quali l'impresa agricola esercita la propria attività; capacità tecnica e attrezzature già in possesso dell'impresa agricola; pratiche di lavoro che tutelino l'ambiente, la biodiversità e le sistemazioni agrarie tradizionali) e particolari vantaggi saranno riservati alle imprese che adottino impegni volti a preservare la risorsa idrica e a migliorarne la qualità, quali, ad esempio, la creazione di fasce riparie tampone o la conservazione di sistemazioni agrarie di superficie funzionali ad una corretta regimazione delle acque.

Tutti obiettivi importanti e condivisibili ma per realizzare i lavori suddetti occorre un'adeguata formazione professionale e che qualche ente sovraordinato valuti che un determinato intervento debba essere effettuato o meno. Altrimenti si rischia di innescare una spirale del "fai da te" che può essere foriera di disastri sul territorio molti più gravi dell'"opzione zero", cioè del non intervento.   

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